sabato 15 agosto 2015

VITO MANCUSO A ZURIGO: RIPENSARE LA TEOLOGIA CATTOLICA

Mercoledì 12 novembre questo teologo italiano, scrittore di diversi libri di grande successo editoriale tenne la sua prima conferenza all’Università di Zurigo, la capitale del riformatore protestante Zwinglio. L’Iniziativa lanciata dall’Associazione svizzera per i rapporti culturali economici con L’Italia (Asri), dopo una rilevante pubblicità ha visto una settantina di partecipanti, in maggioranza adulti e anziani, fra i quali alcuni notarono una totale assenza di gruppi di chiesa, destinatari privilegiati dell’argomento in questione. Vito Mancuso è indubbiamente uno dei maggiori teologi cattolici italiani attuali. Originario di Agrigento, professore in diverse università statali, si definisce teologo laico. Nel senso che non è un prete, anche se diede le dimissioni dal sacerdozio, sposato e padre di due bambini. Laico soprattutto perché per parlare di Dio non comincia da Dio ma dal mondo, dalla natura, dall’uomo, dalla coscienza. Processo, modalità, conclusioni molto o in parte diverse. Anche se il tema della sua conferenza recitava “La filosofia dell’amore” pur tuttavia l’impostazione mentale va ampliata oltre l’argomento trattato. E’ noto come nel Cattolicesimo si è costruito e si continua a mantenere un impianto teologico discendente: esistenza di Dio, Dio ha creato il mondo e Adamo, questo ha peccato e la sua condanna si trasmise a tutta l’umanità. Dio ha mandato suo Figlio Gesù per redimerla da questo e da tutti i peccati. Gesù ha fondato una chiesa che nel tempo si è costituita gerarchicamente. Questa mise in cantiere   7 sacramenti e tutta una serie di dogmi come la Risurrezione di Gesù, la Trinità, la Verginità di Maria, l’infallibilità del Papa e tanti altri. Sistemò gli uomini dopo la morte in paradiso, purgatorio, inferno. Vito Mancuso non polemizza con questo apparato ma parte da tutt’altra prospettiva: con una semplicità disarmante, con argomentazioni ineccepibili, con una cultura impareggiabile, con una fede umile di credente sempre in atto di interrogarsi. Sostiene che non si può fare teologia per conto proprio, quasi essa fosse una disciplina pilota, ma solo in una sinfonia di tutte le scienze, in confronto, in una specie di convivio dialogico. Non ci sono due verità, quella della teologia e quella della scienza. E cita San Tommaso, dottore della chiesa, affermando che se una verità di fede e quelle della ragione confliggono sono queste ultime e non le prime da accreditarsi. Seguendo la scienza, il mondo ha inizio da oltre 13 miliardi di anni, in principio non vi era ordine ma il caos. Non il nulla ma il vuoto. Particelle invisibili con l’evoluzione diventarono energia, quindi materia (da mater=madre), quindi esseri viventi, cosmo. Il tutto in un processo di aggregazione, di unità, di espansione ed ulteriore aggregazione. Con la materia che va verso lo spirito e diventa spirito perché tutto è animato dallo Spirito universale, dall’Amore. Promozione dal caso al cosmo. Invero Mancuso non è il primo teologo ad affermare questo principio, venne preceduto da Teilhard de Chardin(+1955) e due mila anni fa da Paolo di Tarso, il quale ai Romani scrisse che tutta la creazione geme i dolori del parto finché non perviene all’uomo perfetto. Indubbiamente qui saltano diversi a priori della chiesa: ad esempio la materia è spirituale ed è destinata diventare spirito. Un altro a priori che si richiama all’affermazione ”come veniamo dal nulla così nel nulla finiremo” va totalmente ripensato. Cioè non è vero che veniamo dal nulla, ma dallo spirito dell’universo in quanto energia disponibile. Attraverso il rapporto sessuale questa diventa organizzabile e nella gestazione prende configurazione organizzata. Con la morte l’essere umano lascia il suo involucro corporeo, mentre il suo spirito diventato identità intellettiva affettiva ritorna nello Spirito dell’universo (per i cristiani chiamato Dio) con tutto il bagaglio acquisito nella sua esistenza. Non si parla ovviamente di prova scientifica ma di indizio, conseguenza logica del presupposto di partenza. Un altro fra i tanti corollari di questa teologia è l’origine della coscienza e della morale. L’etica, cioè il bene e il male non proviene dalle decisioni di un’autorità, per quanto religiosa, ma dalla lettura e dalla e dalla comprensione della realtà. E perciò pure la morale diventa evolutiva. Non vi sono dottrine calate dall’alto ma quelle che nascono dal basso, dall’intelligenza e dalla comprensione del tempo. Che la morale sia evolutiva lo dimostra anche un processo avvenuto nella storia della chiesa. Fino al 1600 si mandava al rogo chi non professava la verità della chiesa, oggi quest’ultima stessa parla di diritti umani e del rispetto dell’integrità della persona. Accanto a questo settore ne rimangono altri che devono evolversi, uno fra i più urgenti quello concernente la sessualità e la sua componente spirituale umana, realtà che per la chiesa rimane tenacemente bloccata a tabù ancestrali. Il tutto perché non si sa o non si vuole recepire il messaggio che proviene dalle istanze attuali. La visione teologica globale di Mancuso la si puo’ trovare nel  bestseller *L’anima e il suo destino* con una prefazione di stima e d’incoraggiamento da parte dell’allora (2006) Cardinale Martini di Milano. Un grazie sincero per questa serata culturale zurighese va agli organizzatori dell’Asri: un contributo a pensare e riflettere sui problemi fondamentali dell’esistenza umana.

Autore:
Albino Michelin
12.11.2014

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