sabato 15 agosto 2015

L'IGNORANZA DEI CATTOLICI ITALIANI: QUALCHE MOTIVO

L’Italia nei suoi rapporti con la religione è un paese stonato, come un pianoforte scordato, da 2 mila anni   erede di Pietro e sede del Papato. Il giudizio è dello storico cattolico Alberto Melloni nel suo libro “Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia”,500 pagine, pubblicato in collaborazione con una trentina di studiosi in materia. E indugia sul fatto che il 70% non legge la Bibbia, il 27 % dichiara Mosè autore del Libro sacro, il 32” afferma che il romanzo Codice da Vinci di D. Brown è un libro dei Vangeli. Però non bisogna sempre e soltanto affondare la lama sull’ignoranza degli italiani, opportuno sarebbe anche sentire le loro opinioni sulle motivazioni. E qui si apprende che molti anche fra i praticanti osservano che il messaggio religioso dato dalla chiesa non sempre coincide con quello del Vangelo, nel senso che essa martella principi e annunci che nel Vangelo si situano in seconda fila, mentre tacita o affievolisce altri da Gesù elencati e ripetuti sempre in prima fila. Alcuni esempi. Gesù proclama: “non chi dirà Signore Signore entrerà nel Regno dei cieli, ma chi avrà fatto la volontà del Padre mio” (Mt.7,21).  Per Gesù è noto che la volontà del Padre si chiama amore del prossimo, inclusa l’onestà contro ogni corruzione. Ovvio quindi che Expo di Milano, Mose di Venezia, mafia il sacco di Roma capitale, oltre che nel sud, e l’italica furbizia tutta sono comportamenti chiaramente antievangelici. D’altra parte il messaggio insistente della chiesa continua ad essere la pratica religiosa, la messa, la confessione, il rosario, i sacramenti, i pellegrinaggi, il commercio dei santini e delle medagliette. Poca predicazione sull’onestà civica, sopra tutto quella espressa con l’esempio. Ovvio che molti concludano che a loro questa religione non serve, perché troppo autoreferenziale alla chiesa e poco al Vangelo, e quindi se ne vadano. Appartengono costoro alla schiera dell’ignoranza religiosa? Altro caso. Gesù dice: ”se tu stai per fare la tu offerta all’altare e ti accorgi che un tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta, vai prima a riconciliarti con lui e poi torna all’altare” (Mt.11,5). Gesù non intima: ”tu divorziato, coppia di fatto, omosessuale, prostituta, adultero allontanati dalla comunione. Prima riprendi il precedente partner, vai a curarti la malattia sessuale, prometti castità e poi vai a ricevere l’0stia”. Se si dovesse prendere sul serio la parola di Gesù si dovrebbe tutti uscire di chiesa prima della comunione e andare a fare la pace con i nostri nemici e dopo ritornare in chiesa, mentre invece l’attuale predicazione dal pulpito esclude proprio quelli che Gesù ha invitato perché deboli, affaticati ed oppressi. Rovesciato il contenuto del messaggio evangelico. E molti che se ne vanno adirati appartengono forse alla schiera dell’ignoranza religiosa? E poi il solito caso, quello del divorzio. Sappiamo che nel Vangelo di Marco (10,11) Gesù non lo ammette, ma in quello di Matteo (5,32) dice:” Chiunque ripudia sua moglie, eccetto in caso di *porneia*, commette adulterio. La parola originale greca *porneia*, discussa all’infinito, viene interpretata oggi anche come *mancanza di valori essenziali*. In questi casi Gesù ammetteva eccezioni per il divorzio e che un secondo matrimonio non sarebbe stato adulterio. Questo brano non viene mai letto nelle chiese né dibattuto nelle conferenze religiose sulla famiglia, ma si cita sempre e solo quello di Marco.  Perché questo silenzio? La gente non deve conoscere l’eccezione addotta da Gesù altrimenti ne approfitta. Anche questo può irritare e allontanare molti perché si censurano i messaggi evangelici essenziali e si citano selezionati a senso unico. Anche perciò se ne vanno ma non li si possono includere nella schiera dell’ignoranza religiosa. Un ultimo esempio, quello della coscienza. La Chiesa insiste che il suo magistero infallibile è legge di Dio da non discutere. Raramente cita la coscienza e l’importanza di comportarsi secondo coscienza, ovviamente con una serie di condizioni: deve essere istruita, formata, consapevole, secondo però i principi del magistero. Ma non cita mai o raramente Paolo che nella lettera ai Romani dice: ”Quando i pagani (cioè i non cristiani) agiscono secondo la legge dimostrano che la legge è scritta nei loro cuori, come risulta dalla testimonianza della loro coscienza” (2,15). L’importanza e la priorità della propria coscienza su tutto viene citata anche da Ratzinger (Papa dal 2005), che nel 1967 scrive: ”essa va obbedita sopra ogni altra cosa ,se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica” (Herder Ed). E nel 1972 quale membro della Commissione teologica internazionale ebbe a scrivere un saggio pubblicato nella Münchn.Akademie: ”sulla base della testimonianza del parroco e dei membri della comunità si dovrebbe acconsentire la Comunione a coloro che vivono un secondo matrimonio”. Recentemente venne ripubblicato questo saggio in cui la su citata frase viene autocensurata e cancellata. Sembra che il messaggio cambi a seconda del ruolo o della posizione onoraria che una persona occupa. Non c’è troppa linearità, perciò molta gente se ne va. All’autorevole professore Melloni si potrebbe aggiungere che non si tratta solo di analfabetismo degli italiani dal basso, ma anche di sfiducia nel messaggio causa   mancanza di canali di comunicazione della fede essenziale e coerente dall’alto. Per cui ai cattolici italiani si impone ancora il detto: ”proibito capire, obbligati a obbedire”

Autore:
Albino Michelin
26.11.2014

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