lunedì 3 agosto 2015

MATERNITÀ: UN FIGLIO A TUTTI I COSTI

Oggi nella nostra società europea in riferimento alla famiglia stanno emergendo due tendenze in apparenza contradditorie. Da una parte la diminuzione dei figli a causa anche di una mancata insufficiente politica familiare. Ad esempio il 53 % delle famiglie italiane non hanno figli, il 23% un figlio soltanto. Ieri avere dei figli era una ricchezza, oggi un rischio di povertà. I nostri paesi stanno diventando vecchi, il futuro sarà multietnico e meticcio. Cioè saranno gli stranieri a compensare il nostro deficit anagrafico. D'altra parte siamo di fronte ad un'altra tendenza: quella di avere almeno un figlio ad ogni costo e in qualunque modo. E qui entra in linea di conto la cosiddetta fecondazione assistita o artificiale in vitro, in provetta. E' su questo aspetto che il presente articolo vorrebbe soffermarsi. In merito alla sterilità e alla fertilità qual'era il comportamento delle precedenti civiltà?
Se ci dovessimo attestare soltanto sulla Bibbia, Vecchio Testamento, osserviamo che la numerosa
Figliolanza era un segno della benevolenza e della benedizione di Dio. Non importa se il neonato veniva concepito con una moglie legittima, con una concubina, con una prostituta o una schiava. La sterilità invece era un segno della malevolenza e del castigo di Dio. Abramo, padre di tutti i credenti, andò con la schiava Agar a farsi un (altro) figlio, Ismaele, dal momento che la legittima consorte Sara era diventata sterile. Oggi si parla di procreazione assistita. Nel senso che se una coppia o un componente è sterile, si può sopperire attraverso tecniche artificiali.
In effetti è così. Questa tecnica viene catalogata come bioetica (dal greco) =vita. E significa comportamento morale nei confronti della propria vita. In primo luogo: fisica, anatomica, fisiologica. Di conseguenza questa disciplina comprende: contraccezione, fecondazione, pillola del giorno dopo, utilizzo delle cellule staminali dall'embrione, aborto, clonazione, medicina rigenerativa, chirurgia estetica, testamento biologico, dolce morte, suicidio assistito. Come si vede, gli argomenti sono molteplici ed esigono una trattazione ciascuno a parte. Spesso circolano a proposito delle sigle alquanto complesse.
In pratica sono due: a) Fivet fecondazione in vitro fiala e trasferimento degli embrioni; b) ISCI: iniezione nella cellula uovo (femminile) dello sperma. Si effettuano 5 passaggi: 1) Vengono prelevati dalla donna degli ovociti; 2) In una fiala o provetta vengono uniti agli spermatozoi del partner o donatore; 3) Avviene la fecondazione; 4) Dopo due giorni l'embrione è pronto per l'utilizzo; 5) Viene impiantato nell'utero dell'aspirante mamma ed inizia la gravidanza. Chi e perché si ricorre a questa tecnica? Anzitutto chi prende atto della propria sterilità. Una volta si pensava che la "colpa" fosse sempre della donna. Invece oggi risulta che su 100 casi, 40% si tratta di maschi e altrettanti di femmine. Quindi pari e patta. Pare che una coppia su sei risulti sterile. E poi l'età avanzata: Nel 1980 le donne partorivano a 26 anni, oggi la media si è elevata sopra i 30. Infine un 20% si tratta di omosessuali e lesbiche. Gli esperti parlano di fecondazione omologa e fecondazione eterologa. Che significa?
Omologa quando questa tecnica viene effettuata da due coniugi della stessa coppia. Ad esempio il marito lavora all'estero o si trova arruolato alle armi: invia la fiala del suo seme alla legittima consorte per il relativo impianto nell'utero. La legge italiana questo lo permette (la chiesa no, come di seguito spiegheremo).
Eterologa quando questa tecnica si effettua fra uomo e donna estranei alla coppia. In questo caso esiste anche la banca del seme, in cui la fiala porta un numero e contrassegno, in tale deposito i gameti restano anche congelati e utilizzati dagli interessati a tempo da loro creduto opportuno. Oppure anche utilizzati come embrioni a scopo scientifico e di ricerca. In Italia vietata l'eterologa con la Legge 40. Nella fecondazione eterologa è consentito conoscere il nome del donatore? Dipende dalle legislazioni dei vari paesi. La fecondazione eterologa è permessa dovunque eccetto in Italia, Polonia, Irlanda. Ricordiamo che nel 2005 in Italia è stato indetto un referendum, bocciato perché non raggiunse il quorum. Come noto ne conseguì una polemica senza precedenti, dovuta al fatto che quella volta (come spesso) la chiesa ci ha messo del suo con l'allora Cardinal Ruini che ha consigliato tutti di disertare le urne e andare al mare. Soliti boicottaggi controproducenti, allorché preferibile sarebbe stato informare la coscienza dei fedeli e poi lasciarli liberi di decidere. In quanto al riconoscimento del donatore biologico, questo non è concesso in Spagna, Francia, Belgio (e ovviamente in Italia, Polonia, Irlanda dove tale tecnica non è consentita).
Da quando esiste la fecondazione in provetta e chi ne fu l'inventore? Nel 1978 l'inglese Robert Edwards (1927-2013), premio Nobel 2010, ne fu l'iniziatore. Il primo figlio della provetta fu una bambina, Louise Brown nata il 25.7.1978. Oggi donna adulta, normale, con due figli nati da gravidanza altrettanto normale. Da allora nel mondo sono nati 5 milioni di bambini. In Italia 10 mila all'anno, di cui tre mila i genitori turisti o nomadi dell'amore, costretti ad emigrare all'estero, molti nella vicina Svizzera con un saldo da 4 a 1O mila euro. Il numero di 3 mila figli dell'eterologa sono circa pari ai bambini adottati. In Danimarca il 4% dei neonati sono figli di questa tecnica causa l'avanzata età delle madri. La fecondazione artificiale non comporta dei rischi? Relativamente. Nella gravidanza normale le complicazioni sono del 6% circa, in quella tecnica circa 10%. Probabilmente i rischi in futuro saranno minori, causa anche la diagnosi preimpianto, con la possibilità di conoscere prima dell'impianto nell'utero le condizioni di salute dell'embrione. Da considerare poi i parti bigemellari (al 20%) e i trigemellari (1%).
Ora al di là di queste premesse scientifiche qual è la posizione della chiesa cattolica in merito?
Al presente la prassi della chiesa, incluse le diverse convinzioni ritenute da un buon numero di teologi cattolici, è la seguente: sacralità della vita umana, la vita è sacra dall'inizio alla fine. Di conseguenza rispetto della natura, della legge naturale, in quanto iscritta da Dio. Se ne conclude che il rapporto sessuale è consentito solo fra coniugi legittimi, uniti dal sacramento celebrato alla presenza di un suo ministro, a scopo di procreazione. Se questa non la si desidera allora si convive in castità, o attraverso rapporti secondo le regole di Ogino Knaus o del metodo della temperatura basale. Per la chiesa la fecondazione in vitro, sia omologa come eterologa, è olocausto in provetta, delirio di ventre femminile. Il figlio deve essere concepito dall'amplesso amoroso e non per vie sostitutive o fabbricato altrove.  La fecondazione assistita è una modalità contro la natura della coppia, della sessualità, dell'amore. La prima proibizione pontificia risale al 1948 ad opera di Pio XII. La seconda nel 1987 nell'enciclica 'Donum vitae' (dono della vita) per mano di Papa Wojtyla. Però per completare il quadro va detto che nel 1978 il Cardinal Luciani poco prima di venire eletto Papa, fece gli auguri a Louise Brown, la prima bambina concepita in provetta, benedicendo perché ogni vita proviene da Dio. E il Cardinal Martini (ma non solo lui) più volte ebbe a ridire che su questi problemi frontiera si lasci studiare, discutere, dialogare. Esiste una cultura sotterrate e carsica in merito cui si deve pure prestare attenzione. Come si vede, si cammina sul filo del rasoio da entrambi le parti.
 Al di là della dottrina cattolica e delle implicanze religiose, non emerge anche una serie di interrogativi concernenti il diritto? Indubbiamente, e qui il discorso si fa più complesso. C'è il diritto dei genitori o di una coppia di avere un figlio, sì. Ma è questo un diritto assoluto, come ad esempio il diritto alla salute, alla cultura, ecc.? Siamo sullo stesso piano? Un altro diritto è quello del bambino. Certo mettere al mondo un figlio quando lo si desidera ardentemente è un'esperienza meravigliosa. Però lui come si sentirà? Non andrà alla ricerca del padre biologico? Non sarà soggetto a frustrazioni? Per un bambino cercare il padre "non genitore" potrebbe anche essere fonte di delusione. E la tutela del bene del bambino? Come quando ad esempio vi sono due madri biologiche e due genitori sociali affettivi. Due-tre genitori e una culla? Come, caso avvenuto: quello di una mamma ufficiale priva di organi riproduttivi, una sorella che vi presta l'ovulo, una terza che fa da madre surrogata. Certo sul fronte dei diritti i nati dalla fecondazione eterologa sono figli della donna che li partorisce e del padre che li riconosce. Pacifico sulla carta, un po' meno sul piano dei sentimenti. E poi ci sono i diritti del genitore donatore. Non potrebbe questi vantare una paternità reale se non altro per l'emergere dentro di sé di sentimenti genitoriali? E le conseguenze dell'utero in affitto? In definitiva quale sarebbe l'opinione dei genitori che vivono nella loro pelle questa esperienza?
Un caso per tutti, abbastanza significativo. Nella notte di San Silvestro 2012-13 nella clinica di Padova è nata una bambina figlia di due ragazze omosessuali, quindi concepita in provetta. Sul polso destro il braccialetto della madre biologica, su quello sinistro il braccialetto della partner, in funzione di padre. La loro opinione? "Vi sono tanti bambini figli di coppie normali, benedetti e battezzati, che poi vengono venduti, maltrattati, lasciati sulla strada, tirati su senza affetto. Altri scelti dal mucchio degli orfanotrofi, figli di chi sa chi, presi solo come gingilli, poi abbandonati a se stessi da genitori divorziati. Noi invece, due lesbiche, ci vogliamo bene, educheremo con tanto affetto questa nostra bambina, le insegneremo una strada, si farà e ci farà onore". Espressioni queste che potrebbero mettere in crisi tanti genitori biologici. La fecondazione in vitro sia omologa come eterologa è destinata senz'altro ad aumentare in futuro. Avremo tanti figli della provetta. La difficoltà sta non tanto come ignorare ma come affrontare questa eventualità, un'altra vera sfida del duemila.

Autore:
Albino Michelin
24.05.2013

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