lunedì 3 agosto 2015

PARITÀ DEI SESSI: DONNE CARDINALI

L’atteggiamento di Papa Francesco verso la povertà e verso la privazione dei diritti umani risveglia consensi ma anche attese. Ad esempio pure nel campo femminile, a proposito del quale la donna dovrebbe assumere ed esercitare un ruolo più importante nel servizio della chiesa. Nel mondo oggi sono le donne ad essere maggiormente colpite dalla povertà, dalla discriminazione, dalla violenza. E nella chiesa il loro ruolo è molto limitato. La donna sta promovendosi da oggetto a soggetto, ma rimane sempre al momento un soggetto debole. I profeti della Bibbia, Antico Testamento, ponevano sempre attenzione ai poveri, alle vedove, agli orfani. Gesù ha tentato di liberarle dalla soggezione maschile, ma gli scrittori dei vangeli hanno sempre quasi ignorato il ruolo delle donne al suo seguito. Difatti in ogni racconto di qualche importante manifestazione davano dei numeri, aggiungendo ”senza contare le donne e i bambini”. Pure Paolo ha tentato di fare breccia contro il muro maschile, permettendosi di salutare nella sua lettera ai Romani(16) alcune donne come Febe, Prisca, e Giunia chiamandola Apostola. Ma i redattori successivi si sono preoccupati di correggere Giunia in Giunio. Sul femminile, filtro e oscuramento da parte anche dei santi maschi. E’ in riferimento a tutta questa storia inaccettabile che nel mese di settembre scorso la professoressa H.Schuengel di Basilea con altre sue colleghe di Europa ed Usa hanno inviato una petizione a Papa Francesco rivendicando il diritto di una corresponsabilità paritetica nella gestione della chiesa universale. Quindi possibilità di gestire come cardinali i vari dicasteri del Vaticano e diritto alla elezione del papa, ruolo oggi riservato solo ai cardinali maschi. Firmatarie teologhe, suore, monache, abbadesse di monasteri di clausura, addette alle varie branchie della pastorale. In breve giro di giorni un migliaio di sottoscrizioni. Una delle motivazioni: le donne sono maggioranza fra i cattolici, una maggioranza considerata dall’Istituzione chiesa una insignificante minoranza. Esigenza legittima e pienamente ortodossa, la loro. È a tutti noto che Gesù non ha fondato il Cardinalato, né che si sia attorniato di eminenze. ”Chi di voi vuole essere primo, si consideri come ultimo”. I cardinali fino al tempo di Teodosio imperatore (380) erano funzionari civili dello Stato, in genere titolo onorifico. Alla caduta dell’Impero la Chiesa si acchiappò tutte le onorificenze laiche e anche quella di cardinale. Così abbiamo avuto cardinali a capo delle armate, letterati, principotti, uomini di mondo. Papa Sisto V nel 1586 decise che i cardinali venissero eletti solo dopo il compimento dei 22 anni. Non era necessario fossero preti. Quindi non contraddice la storia se oggi la donna diventasse cardinale, pur essendole vietato il sacerdozio. Ruolo che per il momento nemmeno Papa Francesco può permettersi di concedere considerando che il divieto assoluto (addirittura voluto da Dio?) emanato da Woytila è troppo recente. Bisogna attendere del tempo, che queste chiusure si stemperino e che arrivi qualche altro Papa. Per intanto l’assunzione di donne cardinale può già essere posta in atto da oggi. Fa un effetto mica tanto piacevole vedere che la chiesa da sempre è diretta da cardinali solo maschi, solo vecchi, solo celibatari. In cortei di folklore, come fosse una sfilata variopinta di moda, o una fiera delle vanità. Una conduzione d’insieme anche al femminile darebbe maggiore credibilità, competenza, semplicità. Indubbiamente Congregazioni o dicasteri, come quello della Famiglia, dell’educazione, del sociale sono più adatti alla responsabilità e alla sensibilità di una donna. Quello sarebbe il suo posto, non piu’ solo quello di suore portaborse nelle varie segreterie vaticane. Se a Papa Francesco questa riforma riuscisse, verrebbe ulteriormente accolto come profeta di tempi nuovi.

Autore:
Albino Michelin
20.11.2013

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