domenica 13 dicembre 2015

"IL CRAC DEI CATTOLICI" PARMALAT, CIRIO E CRAGNOTTI

Il modello di vita oggi dominante è senz’altro il denaro: averne, averne tanto, investire per averne sempre di più. Al denaro si sacrifica tutto: dalla frode fiscale al falso in bilancio, dalla fuga di capitali nei paradisi fiscali alla corruzione delle tangenti, alle bustarelle, dai condoni edilizi al pizzo di ogni sorta. Falsificazioni di generi alimentari, false invalidità, usure, ipocrisie truffe di ogni genere, mancanza di senso civico. Soprattutto per noi italiani non sembra un fenomeno circoscritto, ma una condizione umana. Su internet e sui giornali si studia il metodo di massimizzare il profitto preferendo, specie da parte delle nuove generazioni, una professione di maggior guadagno a quella dell'autorealizzazione. Per denaro si uccidono pure i genitori, per denaro, diamanti, petrolio, materie prime si scatenano guerre e si fanno morire migliaia di innocenti: Iraq potrebbe insegnare. Gli antichi dicevano "Pecunia non olet", il denaro non puzza, importante averlo nelle mie tasche. Certo, in tutto il mondo si fa così, ma come detto in Italia pare proprio un sistema di vita. E il crac di Parmalat e Cirio, alla cui direzione stanno due con orgoglio sedicenti cattolici, non sono casuali, sono la punta dell'iceberg, o se si vuole soffioni boraciferi come quelli di Larderello (Pisa), gettiti di vapore acqueo che irrompono qua e là dalle fenditure del suolo, perché in profondità ci sta un mare d'acido e di gas che ne causano l'esplosione. Però quello che meraviglia di più è che da noi nessuno si meraviglia. Magari ci si accoppa per ragioni di facciata come chi conduce la battaglia per inserire nella Costituzione Europea la frasetta: "Radici cristiane". Altro che radici, direbbe Gesù agli italiani, guardate i frutti. Eh sì perché in Italia da una bimillenaria tradizione cattolica ci si aspettava e ci si aspetta molto di più. Non tanto impeccabilità, tutti siamo peccatori e possiamo cadere nella tentazione dell'imbroglio, quanto il modo di affrontare la faccenda disonesta, di sottovalutarla, di conviverci, di giustificarla. Anche il discorso di fine anno del Presidente Ciampi sì è limitato a raccomandare agli adulti la fiducia nell'imprenditoria (anche a quella che ci vuota le tasche?) e ai giovani di alzarsi presto al mattino per fare footing. Di comune concerto dall'altra parte la chiesa istituzionale, nelle parole del Cardinal Ruini, ha elogiato un Governo che privilegia le scuole cattoliche, che regala il ping pong cattolico agli oratori parrocchiali, che manda la calzetta della befana con qualche euro a chi mette al mondo un secondo figlio. Però una presa di posizione chiara sull'"uso della roba", sulla giustizia sociale l'aspetto fondamentale del messaggio evangelico, hai voglia! D'accordo non è che manchino documenti teorici in materia; dalla "Rerum Novarum", di Leone XIII di oltre un secolo fa alla „Centesimus Annus" di Papa Wojtyla: ma tutto materiale teorico dottrinale che resta nelle biblioteche e nei convegni celebrativi, non passa, non si fa passare nella vita. Possibile un tentativo di spiegazione?
                                 Si investe troppo, quasi tutto nella morale sessuale.
Secondo molti studiosi cattolici è che la chiesa (italiana soprattutto) da sempre impegna troppe energie e decreti leggi sulla moralità sessuale, mentre lascia troppo scoperto tutto il settore della moralità civile e dell'etica sociale. Come una squadra di calcio riversata totalmente su di un lato del campo, si lascia infilare dall'avversario nel settore sguarnito. Sul sesso intransigenza totale, proprio come si addice ad una legislazione coniata da celibi, da maschi, da chierici sopra la testa degli sposati, delle donne, dei laici. Un continuo frugare tra embrioni, uteri in affitto, cellule staminali, contraccezioni, preservativi, riproduzione assistita, fecondazione eterologa, convivenza, concubinato, coppie di fatto, gay e lesbiche da privare dei diritti civili, castità da imporre alle tribù africane per combattere l'Aids, sesso nel matrimonio non per amore ma per procreare figli, divorziati separati allontanati dalla comunione, preti sposati da bandire dai sacri recinti. Tutto ciò che ha attinenza con la sfera sessuale è posto sotto TAC ed esaminato con laser. Si fatica ad uscire dalla camera da letto per entrare nella piazza degli affari. Anche lo spot: "un popolo senza figli è un popolo senza futuro": con 7 miliardi di uomini che intasa il pianeta, con la possibilità quindi di trasmigrare da un continente all'altro come al tempo degli indo-europei, questo slogan più che preoccupazione sociale sembra avere attinenza col sessuale: un popolo senza figli è un popolo che fa sesso per il piacere e non per il dovere. Ovvio che nessuno di noi vuole difendere l'immoralità in questo settore, ma c'è troppa insistenza a scapito della giustizia sociale Ricordo pure i testi di morale degli anni 50 in cui si registravano una trentina di pagine sulla morale sessuale, prima, dopo, durante, fuori dal matrimonio e tre paginette smilze sull'etica civile. Oggi la quantità delle pagine si è un po' controbilanciata ma la mentalità e rimasta quasi la stessa.
                      Settimo non rubare: prima la giustizia, poi le sacre sponsorizzazioni
Il 27.12.03 è stato incarcerato Calisto Tanzi della Parmalat, l'11.2.04 Sergio Cragnotti per il Ciriokrach. Gran lavoro per i due cappellani dell'istituto penale e per gli altri due cappellani personali. Qualcuno ironizzò sulla fine dei due chierichetti. A Cragnotti fu chiesto: "Lei crede in Dio?". Gli occhi liquorosi come S. Teresa del Bambin Gesù rispose: "Si’, e la domenica vado a messa con tutta la mia famiglia ... E' il mio conforto". Però ad un altro intervistatore il Sergino nazionale rispose sicuro, altezzoso, freddo: "nelle mie scelte economiche il cuore conta meno dei 20%! Capito, signora Nuccia Carlentini di Ragusa? I suoi 83 milioni di bond Cirio e i vostri patrimoni, cari migliaia di creditori Parmalat, se li porta il vento.
Certo Tanzi è un po' meno arrogante, lui fa la comunione, ogni mattina in carcere ed ascolta la santa messa. Eucaristia invece severamente vietata ai divorziati risposati. Quale la reazione della chiesa ufficiale? Delusione per i due bravi figlioli praticanti, un po' di sconcerto, un piccolo buffetto per la birichinata, ed un rammarico per la probabile interruzione delle sacre sponsorizzazioni e dei regalini agli orfanelli. Si resta perplessi. Gesù disse: "beati coloro che hanno fame e sete di giustizia". Per uscire da questi equivoci ed iniziare una radicale bonifica della pastorale italiana, che fare?
                                               Primo: ricordare per non ripetere.
Trarre lezione dal crac del Banco Ambrosiano e dello Jor Vaticano del 1982. A Londra il 18 giugno di quell'anno fu trovato impiccato Roberto Calvi, presidente del primo istituto. Il buco fu di mille miliardi e ottocento milioni dì vecchie lire. Il 22.5.84 lo Jor (Banca dello Spirito Santo) negò ogni responsabilità, tuttavia venne incontro con un contributo benevolo e volontario di 415 miliardi. Troppo se esso era innocente, incredibilmente scontato se colpevole. Dopo quel caso noi cattolici, chiesa alta o bassa non ha importanza, ordini religiosi e singoli laici, dobbiamo apprendere e insegnare trasparenza, correttezza, autocontrollo nell'uso del denaro pubblico, nonché delle offerte alle chiese e ai santuari. In secondo luogo: un esame di coscienza devono farselo anche i due movimenti del tradizionalismo cattolico, cui i due nostri incarcerati appartenevano. Primo: Opus Dei" (Opera di Dio) fondata da S. José Escrivà nel 1928 con lo scopo di santificarsi ognuno nel suo piccolo ambiente senza suoni di tromba. Secondo,” Comunione e Liberazione" fondata nel 1969 dal sacerdote milanese L. Giussani con lo scopo di vivere il Cristianesimo non come un corpo dottrinale, ma come esperienza personale di Gesù. Indubbiamente nobili ideali deterioratisi per strada. Il primo a difender i propri segreti finanziari per tema di scandalizzare i deboli, addossandosi la diceria di massoneria cattolica, il secondo fondando la "Compagnia delle Opere" comprendente 29 mila imprese, il cui controllo e servizio al bene sociale sta sfuggendogli di mano. Entrambi preoccupati dei primi posti chiave in quanto membri o simpatizzanti. Vedi la sede cardinalizia di Venezia (Scola), nella politica (Buttiglione), nella finanza (Fazio, tomista doc più di S. Tommaso). Indubbiamente nulla da eccepire. Ma i rischi di venire coinvolti nella spirale di questi Krach e soprattutto nel sistema non vanno sottovalutati. A loro quindi auguriamo di esprimere appieno la loro vocazione cristiana. Poiché è anche da loro che si può iniziare quella evangelizzazione alla Giustizia e alla "Morale della roba" in cui eminenti cattolici come Tanzi, Cragnotti e i loro imperi finanziari sono purtroppo naufragati.

Autore:
Albino Michelin
27.02.2004

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