sabato 5 dicembre 2015

MILINGO STORY: NON SOLO TELENOVELLA

Milingo Vescovo africano in Italia la sua vicenda non rappresentano il fatto più importante dell'estate 2001, ma certamente uno fra i più chiacchierati. Sufficientemente significativa sembra una sollecitazione arrivata da una conversazione di gruppo, così sintetizzabile. " Milingo avrebbe dovuto dimostrarsi più serio e più uomo. Ha sposato Maria Sung, con cerimonia più o meno discutibile, più o meno cattolica? Non importa, egli avrebbe dovuto restarle fedele e non piantarla in mezzo ad una strada. Prima il dovere, cioè il rispetto alla parola data e poi l'adesione a determinate regole interne della chiesa. Inoltre si considera l'intervento del Vaticano e del Papa come un abuso ed una violenza alla coscienza privata. Il Papa avrebbe dovuto consigliare questo Vescovo e tenersela come moglie e non abbindolarlo per ripudiarla. Invece, questa forma di sequestro, di lavaggio del cervello, di sensi di colpa, di pubblicazione di lettere personali attraverso la TV di un testa a testa fra i due partner concesso solo alla presenza di testimoni inspiegabili, fra cui l'incaricato stampa del Vaticano e l'ambasciatore di Corea e dello Zambia ed altre autorità guardone, denota poco rispetto della privacy dei due e dà l'impressione che show e telenovela siano stati causati più dal comportamento delle gerarchie cattoliche che non dai due interessati stessi. Se poi tutto questo è stato orchestrato per togliere Milingo dalla setta di Moon tanto peggio, perché allora significa che siamo tornati ancora alla guerra di religione: ognuno tira adepti per il suo partito. Il papa avrebbe dovuto lasciare Milingo alla sua decisione ed eventualmente mettere in atto le conseguenze del caso. Ma farlo passare come pecorella smarrita che torna all'ovile, fargli subire castighi e pubbliche penitenze per uno scandalo che non esiste, tutto ciò si ritorce a scapito della Chiesa stessa. Sì, scandalo che non esiste, perché anche Gesù si è preso apostoli celibi e apostoli sposati per formare la sua chiesa, in modo particolare Pietro primo Papa e non gli ha comandato di ripudiare la propria moglie, come invece si è imposto a Milingo. E se essa fosse stata incinta di un bambino come l'avrebbe messa l'autorità ecclesiastica? Si sarebbe data la precedenza al più debole e quindi sancito questo matrimonio? Questa in sintesi l'opinione circolante, sulla quale però molte persone anche praticanti convengono. Saltiamo tutta questa problematica periferica e fonte di sensazionalismo dei media. Diamo spazio ad un altro interesse e andare in profondità: cioè, Milingo ha compiuto questo passo, detto sceneggiata, per amore verso una donna o per delusione frutto di solitudine interiore, o per reazione contro una mentalità, una teologia, una liturgia, un cattolicesimo di stampo solo ed unicamente europeo?
                                     Tipica espressione della civiltà africana
Chi conosce e ha seguito la storia di Milingo e della spiritualità africana nell'ultimo ventennio si accorge che questo vescovo è la tipica espressione, il portavoce più accreditato della civiltà nera in seno al cattolicesimo. Di qui il fiatone e tutto lo scompiglio verificatosi ai vertici della Chiesa, nonché della setta di Moon, delle ambasciate di Corea e Zambia. Da non sottovalutare il carattere di Milingo. Aspetto rassicurante, faccione tondo e sorridente, accompagnato dal suo inseparabile tamburello su cui battere il tam tam di vivaci liturgie. Concorrente al Festival di S. Remo 1997, esorcista, scacciadiavoli, entusiasmo delle folle. Africano verace, avveduto e fanciullesco, furbesco, scaltro ed ingenuo ad un tempo. Nasce nel 1931 nello Zambia, dalla tribù dei Ngumi, fino a 12 anni analfabeta e guardiano degli zebù. A 39 anni diventa vescovo a furor di popolo, al suo tempo uno fra i più giovani vescovi del mondo. Soprattutto egli è un guaritore, carico di energia interiore, come si riscontra di frequente nella civiltà nera ed asiatica. La Chiesa di Roma apre l'occhio e per 20 anni lo tiene sotto controllo soprattutto per la contaminazione della liturgia cattolica con riti africani. Rimosso a causa di ciò dalla sua sede, inserito artificiosamente o internato in uno dei tanti uffici curiali romani, non rinuncia alla sua verve e alla sua identità. Così ogni fine settimana s'invola dai sacri palazzi apostolici, fonda gruppi e comunità carismatiche popolari, celebra messe oceaniche con malati, storpi, ciechi. Cosa che molti poterono constatare in un maxitendone di Erbusco (Brescia) la domenica 20 maggio 2001, una settimana prima del suo matrimonio. Si potevano contare dalle 6 alle 8 mila persone. Ovvia quindi la sua simpatia ed apertura verso gruppi affini, come la cosiddetta setta di Moon, da lui conosciuta anni prima, nella quale incontrò la coreana Maria Sung, di 26 anni più giovane di lui, con cui il 27 maggio si sposò. Non si può dire se per amore, se per un senso di solitudine frutto di una lunga serie di interdetti che gli pendevano sul capo, o se per reazione plateale e teatrale nei confronti della gerarchia. Attraverso il breve racconto della sua vita si può leggere e intuire sullo sfondo problemi molto più importanti delle nostre curiosità epidermiche che si potrebbe tentare di tratteggiare.
                                          Sfiducia verso i pasi occidentali
Anzitutto la secolare sfiducia e il sordo rancore di quel popolo verso i paesi europei ed occidentali per le lunghe rapine perpetrate nei loro confronti lungo i secoli: colonialismo e sfruttamenti. E all'avversione verso la nostra civiltà aggiungasi l'avversione verso la nostra cultura, stile di vita, religione e certi modi di impiantare colà il cattolicesimo.  Milingo e la teologia africana rifiutano quel tipo di evangelizzazione che non tiene conto dell'inculturazione nel loro ambiente. Essi sostengono che Gesù si è sì incarnato nel popolo ebraico, ma non ha imposto a nessuno di diventare ebreo. Così oggi egli va incarnato con modalità diverse e rispettando le peculiarità di ogni popolo. Quindi rifiutano l'importazione tout-court del cattolicesimo romano nel loro ambiente, sono d'accordo per un innesto rispettoso. In secondo luogo essi definiscono quella europea una chiesa tutto testa e niente cuore. Per loro noi siamo dogmatici, cerebrali, pragmatici, razionali, standardizzati, omologati, giuridici, legalisti. Essi invece si definiscono fantasiosi, spontanei, comunicativi, ricchi di relazioni umane, guaritori. Reagiscono allorché noi li chiamiamo stregoni e santoni, mentre i nostri operatori di interventi sananti vengono chiamati santi, dopo esame compiacente di qualche medico casalingo. Milingo e gli africani prendono alla lettera il vangelo di Marco secondo cui Gesù passava per città e villaggi beneficando tutti. Rimproverano alla chiesa di Roma di riservare privilegi da cui essi per primi si sentono discriminati. Ad esempio tutti sanno che in Ucraina dopo il concordato di Brest del 1598 sono accettati nella chiesa cattolica preti sposati, quale premio per essersi convertiti a noi dalla chiesa ortodossa greca. Mentre nonostante ripetute richieste ciò non viene concesso ai preti e ai Vescovi di rito africano, secondo il consiglio di Paolo: "il vescovo sia irreprensibile e marito di una donna soltanto". Ci considerano degli ingenui di fronte alla loro storia e al loro tipo di società. Ad esempio inconcepibile in Africa un capo tribù che non sia sposato. Viene considerato omuncolo senza prestigio. Così è del prete celibe: non raccoglie credibilità. Questi sono alcuni aspetti di fondo nella vicenda Milingo, mai toccati dalla stampa e dalla TV: non fanno sensazione. Si è detto che la setta di Moon abbia strumentalizzato la signora Maria Sung allo scopo di conquistare Monsignore alla loro causa e alla loro chiesa. Una supposizione forse probabile. Di rilevanza comunque fuori di ogni consuetudine il fatto che lo stesso Papa si sia mosso ad implorare il ritorno della pecorella smarrita: l'importanza della posta in palio. Probabilmente se si fosse sposato un curato di campagna, nessuno si sarebbe preoccupato di lui. I superiori più vicini gli avrebbero interdetto la messa e il povero curato abbandonato alla sua sorte sarebbe finito a belare fra le spine e i dirupi, cancellato dalla memoria di tutti. Ma qui non c'era di mezzo una pecorella smarrita, c'era di mezzo la lana. Cioè degli interessi per quanto di marca religioso-politica.
                           Timore che Milingo fondasse una chiesa africana
Vale a dire il pericolo che se Milingo, vero turbo diesel, se ne fosse andato avrebbe trascinato con sé il cattolicesimo africano con la fondazione di una chiesa nera parallela a quella romana, come avvenne con Lutero per la chiesa protestante nel 1517. In margine a questa vicenda è stata fondata recentemente a Bolzano l'associazione ASDO (per separati e divorziati) i quali lamentano la durezza quasi vendetta della chiesa nei loro confronti, proibendo comunione, lettura della bibbia nella messa ed altre attività ecclesiali. L'inaugurazione è stata accompagnata da una lettera inviata al Papa e alle gerarchie vaticane: "Trattateci almeno come Milingo".

Autore:
Albino Michelin
21.09.2001

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