mercoledì 9 dicembre 2015

NON SPECULIAMO SUI MORTI DI NASSIRYAH

Mercoledì 12 novembre 2003 diciannove Italiani fra carabinieri e militari sono stati uccisi in Iraq vittime di un attentato di kamikaze. Autori delle strage sono ovviamente i nemici dell’America e dell'occidente. Ladro è chi ruba (USA) e ladro anche chi tiene il sacco. A tenerlo Il sacco sono in parecchi, fra cui in prima fila l'Italia di Berlusconi (e non precisamente degli Italiani). In sostanza loro nemico è chi ha scatenato questa pretestuosa guerra, non tanto per raccogliere pomodori e barbabietole, ma per interessi di petrolio e di controllo strategico del Medioriente. Loro nemico è pure chi sotto pretesto umanitario (l'Italia) fiancheggia le forze di occupazione americane, anzi essa stessa considerata dagli iracheni ingiusta occupante. Il cordoglio degli Italiani è stato unanime, spontaneo, sincero. Un solo caso d’inciviltà quello di Ral 2 il venerdì sera 14 novembre, qualche ora dopo l'arrivo delle salme, in cui venivano trasmesse le sfottanti volgarità di "Isola dei Famosi" con la Simona Ventura a schiamazzare e cucuzzare con la contessa De Blank a dare della stronza a Carmen Russo. Ma per i funerali di Stato di 4 giorni dopo l'Italia si è ritrovata In silenzio nella sua Identità nazionale e nella sua fierezza di civiltà antica. Si sa però che da noi queste cose durano poco, (il giro di una settimana), allorché passata l’overdose televisiva, chiusa la retorica del libro Cuore, spento lo slancio patriottardo del "siamo tutti ·carabinieri, andiamo tutti a liberare l'Iraq" singhiozzato da giovanotti, donne, pensionati, finito il panegirico nazionale per i 19 martiri sulla terra e 19 beati in cielo, si deve dare spazio alle riflessioni. l giudizi in merito sono come di un menù alla carta. Vale a dire ciascuno prende ciò che più gli aggrada e magari conferma la sua posizione precedente. Allora l pacifisti sostengono che essi avevano ragione a contestare questa guerra preventiva e che questo terrorismo è soprattutto risposta, difesa, resistenza. GIi interventisti invece dichiarano che bisogna continuare ancora così, con maggiore dispiego di armi e di intelligence perché questa è aggressione selvaggia. E la chiesa Italiana nella sua componente di gerarchia e vescovi? Personalmente la maggioranza ha deluso, con qualche eccezione minoritaria che lascia spazio ad un respiro evangelico. Tutti hanno ascoltato Il sermone funebre di Ruini(18.11.03), Cardinale, presidente del Vescovi: "Signore, benedici e proteggi il nostro popolo e i nostri soldati. Non fuggiremo davanti al terrorismo, lo combatteremo. Continueremo nella nostra missione di pace In Iraq …''. A parte Il fatto che "continuare" non dipende dalla chiesa ma dal governo Italiano, abbiamo qui un netto ritorno alle origini, alle posizioni filoamericane, da sempre più consone alle componenti della nostra Gerarchia. Da esse il porporato a malapena si era distanziato prima del conflitto con qualche affermazione sfuggitagli fra i denti. La giustificazione da lui esibita: "Sulla guerra non abbiamo cambiato idea, sul dopoguerra sì" (Ma per caso, siamo nel dopoguerra In Iraq?).
Con questa componente maggioritaria l'episcopato italiano ha sepolto il pacifismo proclamandosi "chiesa pacificatrice ". Di chi, di che cosa, contro chi e contro che cosa è difficile spiegare. Il Papa da parte sua ha parlato di ''vile attentato", ma forse ci si attendeva più chiarezza anche nello stigmatizzare la causa di questo attentato. In effetti ci troviamo ora "finita" la guerra di fronte ad un terrorismo globale. Abbiamo paura di dire che troppa gente nel mondo odia l'America e non solo per gelosia? Cioè non solo perché l'America è potente, ma soprattutto perché è prepotente? E come limitare questa prepotenza che poi è la causa principale di tanto terrorismo globale? All'Interno però dell'episcopato italiano vi è pure una minoranza di vescovi sostenuti da diversi missionari e credenti laici, fra cui in prima fila il Vescovo di Caserta, Mons. Nogaro. Egli dice: "il fenomeno del terrorismo non si combatte con le armi. l nostri soldati devono tornare dal fronte perché è cosi che si comincia a celebrare la pace. Non facciamo Il culto del martiri e degli eroi della Patria strumentalizzando la morte di questi nostri giovani per legittimare guerre ingiuste". Repentine le reazioni del politici. Cossiga ha chiesto immediati provvedimenti contro l'indegno, Il Ministro dell'Interno Pisanu ha Inoltrato al Vaticano richiesta di rimozione dalla diocesi di Caserta. Nulla di nuovo sotto Il sole. Anche Gesù Cristo è stato condannato dal potere sacerdotale (Anna e Caifa) unitamente a quello politico (Pilato). Ma gente di fede come Mons. Nogaro ed estimatori non si lasceranno certo intimidire. È questa la chiesa, anche se minoranza, su pace e guerra, che ci può interessare. La validità di un messaggio morale infatti non si valuta secondo il numero dei sostenitori come nelle democrazie, ma in base alla qualità morale del contenuti. Ed è questa la chiesa, cui molti desiderano appartenere.

Autore:
Albino Michelin
12.12.2003

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