sabato 5 dicembre 2015

CONTRO I MUSULMANI UN NUOVO MURO DI BERLINO

Non si è spento ancora l'eco del messaggio SOS nei confronti dei seguaci di Maometto lanciato agli italiani dal Cardinal Biffi di Bologna il 13 settembre 2000 in occasione della settimana pastorale Regione Emilia-Romagna. "Mamma, li turchi!' gridavamo qualche anno fa, oggi si rincara la dose: "Mamma, gli arcieri di Allah". Il prelato bolognese vuole difenderci dalla minaccia musulmana! Per salvare l'identità della nostra nazione bisogna gestire l'emigrazione privilegiando i cattolici. Le nostre due razze sono incompatibili, la loro cultura, tradizione, religione sono intolleranti e integraliste. Per loro non esiste il concetto di Stato laico, lo Stato è soltanto la sentinella del fanatismo religioso. Di questo passo l'Europa non sarà più cristiana, ma musulmana. Indubbiamente un linguaggio del genere tenuto da Mons. Biffi nella doppia veste di cittadino e di principe della chiesa non poteva lasciare indifferenti. In effetti ci fu chi ha reagito imbrattando notte tempo i muri delle chiese con la scritta "Razzisti", chi ne ha stemperato i toni di crociata come il Cardinale Martini di Milano, e chi ne ha tratto occasione di propaganda elettorale. Non Vale la pena qui entrare in merito ai tanti dibattimenti in corso sull'immigrazione, sul controllo degli extracomunitari, sul pericolo delle infiltrazioni malavitose: tutti aspetti importanti da trattarsi nelle debite sedi. Di passaggio comunque potremmo sentirci liberi di esprimere in merito qualche opinione differente. Anzitutto proclami del genere sanno di fondamentalismo antico tradotto in versione moderna. Nel medioevo gli "infedeli" della mezzaluna li si andava ad eliminare nei loro territori, oggi non potendo più usare spade e scimitarre li si vorrebbe con la legge eliminarli dai nostri. Anche questo potrebbe essere un nuovo muro di Berlino. L'allarmismo verso i vu cumprà e loro discendenti potrebbe rinfocolare antichi rancori razzisti e nostalgie a beneficio della purezza del sangue ariano di recente memoria e che si risolsero nell'olocausto.
Anzitutto Mons. Biffi non dovrebbe dimenticare che gli spagnoli riconoscono oggi che nella loro storia di un tempo si stava molto meglio sotto i musulmani che non sotto i cattolici. Inoltre se l'Europa occidentale non si fosse progressivamente emancipata dalla chiesa cattolica costringendola a riformarsi c'è da chiedersi se i valori di libertà e ragione avrebbero lo stesso spazio nella nostra società. Cioè intolleranti siamo stati anche noi da nostra parte, e quindi un po' di umiltà e toni meno aggressivi nei confronti dei maomettani porterebbe il match in pareggio. Non occorre poi finire al messaggio evangelico che identifica l'accoglienza di Gesù con quella dello straniero, perché qui si volerebbe troppo alto. Messaggio che comunque dovrebbe costituire pane quotidiano per un porporato di santa Madre Chiesa. Di proposito invece interessa qui sottolineare un aspetto insolito cioè che l'islamfobia del Cardinal Biffi sia un po' gratuita e, non del tutto motivata. Basta soltanto mettere il naso fuori dall'uscio di casa nostra: l'incalzante civiltà dei consumi fra breve accomunerà maomettani e cattolici, arabi ed europei negli stessi interessi, omologandoci negli identici obiettivi. Ciò si può dimostrare riferendoci ad una serie di studi, inchieste, pubblicazioni condotte da due eminenti sociologi maghrebini, Kadi e Bedida, sull'argomento famiglia, matrimonio, natalità, sessualità.
                     Sempre più in diminuzione i fondamentalisti e le islamiche col chador
Il Maghreb, come noto, è un'ampia regione nordafricana; di religione musulmana, comprendente l'Algeria, la Tunisia, il Marocco sui trenta milioni di abitanti. Dall'ultimo trentennio ad oggi anche fra di loro le cose sono profondamente cambiate, e stanno evolvendosi con un'accelerazione imprevista ed imprevedibile. Anzitutto la natalità è in caduta libera, e questo smentisce il luogo Comune che gli arabi stanno "appestando ed appesteranno mondo di bambini"; Nel 1970 la media si aggirava sui 7-8 figli per coppia, nel 95 era scesa a 2-4. Il tasso di fecondità femminile si è fra questi musulmana in 25 anni abbassato, quanto nella cattolica Francia in un periodo di ben 250 anni. In effetti nel 1750 la coppia francese registrava 6 figli, e oggi 2, ma dopo due secoli e mezzo. Fra gli islamici del Maghreb inoltre si è innalzata l'età del matrimonio: 28 anni per le donne, 31 per gli uomini. Tre decenni or sono le prime nascite venivano registrate da mamme baby, cioè già dall'età di 17-19 anni. I figli non vengono più considerati una benedizione del cielo, la donna non è più apprezzata per la sua maternità. Coppia felice è quella che si limita a due figli, meglio se sparigliati: maschietto e femminuccia. L'uomo considera la propria moglie non più soltanto come madre dei propri figli, ma soprattutto come partner. Dunque il valore della donna ha cambiato natura: la donna vuole essere responsabile del proprio destino, autonoma, inserita nella vita attiva e nell'economia di mercato. In aumento pure il numero del celibi: dal 5% nel 1970 all'attuale 16%. I contraccettivi sono passati da un 4% nel 1970 ad un 60% nei nostri giorni. Ovviamente questo processo, più lento nelle campagne, è galoppante nelle località urbane, ma ciò lo si è costatato pure in Europa, è la logica che tutto il mondo è paese. Sia esso sotto gli occhi di Allah o del nostro Dio Uno è Trino. Si dirà che il Maghreb rappresenta un piccolo tassello "voluto" nel grande mosaico musulmano, rimasto aggressivo ed irriducibile. Ovvio, si tratta di una minoranza, però emblematica ed anticipatrice. Chi si mette nella strada del benessere finirà con un certo livellamento di valori e con l'addivenire sul piano religioso più relativista. Certo il relativismo morale è un regresso, ma nessun male viene per nuocere. Il relativismo porta con sé anche una certa dose di tolleranza. In questa ottica del problema Islam, sia pure opinabile, ci sarebbe dal consigliare al Cardinal Biffi meno "grida" di manzoniana memoria e solo un po' dì pazienza. Quando fra non molto i musulmani residenti in Italia si saranno costruiti la loro villetta, circoleranno in BMW, apriranno un artigianato sotto casa, installeranno le loro paraboliche, avranno in tasca il loro Bancomat, frequenteranno i locali a luce rosse, avranno assaporato tutti i piaceri e i comforts della modernità, allora le loro figlie lasceranno il chador e indosseranno il bikini, le moschee diventeranno dei musei come molte cattedrali cattoliche, il matrimonio un contratto a tempo, il venerdì giorno festivo dove si lavorerà per il turismo guadagnando più che gli altri giorni settimanali, il ramadan diventerà una specie di carnevale, e Allah dimenticato non eserciterà più i suoi pieni diritti. C'è chi paventa che con i Musulmani potrebbe essere guerra totale e l'estinzione dell'Europa, c'è invece chi ravvisa la soluzione sopra ventilata. Nel qual caso però anche l'Islam perderebbe molto della sua cultura, della sua tradizione, della sua identità, e questo con buona pace del Cardinal Biffi. Se dovesse avvenire sarà però una perdita per tutti, anche per i cattolici italiani.

Autore:
Albino Michelin
26.04.2001

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