lunedì 14 dicembre 2015

POLITICA GRADITA NELLE CHIESE, PROIBITA NELLE MOSCHEE

Sollevare in Italia il discorso Chiesa-Politica è toccare un nervo scoperto. In effetti tanti reagiscono con forme di chiara protesta allorché sentono nelle chiese parlare di Politica. C'è stato un periodo, anni 70-90, in cui il partito della DC costituiva una cinghia di trasmissione in materia, un laicato cattolico specie con Andreotti che riusciva a prendersi una certa autonomia, vero soggetto politico, che non permetteva alla gerarchia intromissioni dirette. Ma una volta sparita la DC e convogliatasi in tante piccole frazioni, la chiesa è rientrata, autorizzandosi a ridiventare essa stessa nuovo soggetto politico e a trattare la politica italiana spesso e volentieri in prima persona. È talmente invasiva anche nei media che tutti i nostri politici da Bertinotti a Fini si sentono in dovere persino di tirare per la giacca il Papa, citandolo ad ogni piè sospinto, per arruolare clienti al proprio partito, convinti, come sono, che stare oggi in idillio con la chiesa gerarchica porta bene. Di qui niente di meglio per quest'ultima, ritornata come subito dopo guerra a servirsi anche dei luoghi di culto per far politica. Indubbiamente per una certa politica, a senso unico. Molti ricordano ancora i sermoni di fuoco pronunciati dai pulpiti contro i comunisti, la scomunica, l'interdetto ai sacramenti e alla benedizione delle case, nonché al funerale religioso. Non sappiamo che fine hanno fatto quelle grida poste in atto da Pio XII. Ovviamente all'avvento di Papa Giovanni (1958-63) saranno cadute in prescrizione. Intanto però l'Italia cattolica si era spaccata in due, in uno scontro frontale. Facciamo un salto storico in avanti per costatare che la musica torna al liscio di Romagna. Oggi la Chiesa italiana nelle sue istituzioni e leve di comando è tornata ancora a parlare di politica nelle chiese, oltre che a pilotarla al di fuori di esse. Ripeto, però a senso unico. Là dove molti, senza tanti peli sulla lingua, la ritengono filogovernativa, filooccidentale, filoamericana. Registro le situazioni, lasciando ad altri a verificarne l'assetto. Cito alcuni casi visti da destra e da sinistra, cosi non parteggiamo per nessun schieramento partitico.
                                                          Interventi di destra
Domenica 9 maggio, festa patronale di S. Nicola da Bari, il sindaco uscente di quella città Simeone Di Cagno Abbrescia, fascia tricolore al petto, durante la messa in cattedrale, sale all'ambone, elenca tutte le opere buone compiute dalla sua amministrazione, dalle fognature al lampioni della luce con straripamenti di chiaro carattere propagandistico Forza Italia. Alla faccia di tutti i divieti papali nell'istruzione ' Redemptionis Sacramentum' del 23.4.04. Che questo intervento non fosse un infortunio ma un vero comizio elettorale lo dimostra il volantinaggio a tappeto eseguito contemporaneamente al di fuori della chiesa con tanto di santini recanti la foto dell'Abbrescia, candidato questa volta al parlamento europeo. Le gerarchie? Non so se compiacenti, certo mute come un pesce di fronte a nuova alleanza trono - altare di Pio IX memoria. Altro caso. Il 15 aprile a Venezia viene inaugurata la sede di Forza Italia con tanto di benedizione religiosa impartita da Monsignore, come investitura ufficiale a Cesare Campa, probabile prossimo sindaco della città lagunare.  Il prete operaio G. Manziga inoltra contestazione: la chiesa non deve manifestare attraverso gesti di fede le sue preferenze di partito, le sue simpatie politiche. Gli organizzatori lo mandano a quel paese con l'etichetta di comunista taroccato. A convalida dei due casi aggiungiamo anche quello dei funerali dei nostri morti a Nassiriya, ormai alla noia per la sua ripetitività. Nell'omelia il Cardinal Ruini pronunciò il 18.11.03: "non fuggiremo di fronte ai terroristi assassini, anzi li fronteggeremo”. Fortuna che non gli è sfuggito di bocca in mondovisione anche se l'aveva nel cuore: "Dio benedica l'America". Non mi si consideri di qui un ingenuo pacifista. Solo si costata che cerimonie religiose e luoghi di culto ritornano di nuovo a servire per una politica a senso unico.
                                                         Interventi di sinistra
 A metà aprile 2004 il giovane parroco di Forcella Napoli, anni 32, Luigi Media celebra i funerali della quattordicenne Annalisa Durante, uccisa per caso in una sparatoria fra bande camorriste rivali. Nell'omelia esorta il quartiere a difendere la giustizia contro ogni sopruso, a scrollarsi di dosso il giogo della violenza per ricuperare la propria libertà. Il Cardinale di Napoli, Michele Giordano, già alla ribalta e chiacchierato anni or sono per dubbie parentele con potentati bancari locali, memore del messaggio dell'attuale nostro ministro in materia (laggiù con la mafia-camorra bisogna convivere) richiama il parroco ricordandogli che compito del prete è quello di formare i giovani, le famiglie, le coscienze, non di fare il poliziotto. E che la camorra va combattuta nella distinzione dei ruoli, non nell'invadenza delle competenze altrui. Cioè gli ha ricordato che in chiesa non si fa "quella" politica. E per penitenza lo mandò una settimana in montagna a fare gli esercizi spirituali. Ultimo caso del settore. Tutti conosciamo il Crac Parmalat. Orbene la domenica 15 febbraio don Luigi Scaccaglia, parroco della chiesa di S. Cristina di Parma, fa una riflessione durante la messa su questo tenore "la famiglia Tanzi fu molto prodiga con le sue offerte e donazioni in favore dei luoghi di culto, ma oggi si parla di quattrini rubati. Dobbiamo cambiare rotta e noi uomini di chiesa trovare il modo di restituirli". Si vide addosso i fulmini di buona parte del clero perché si era permesso di fare nella messa "Politica eversiva". Siamo arrivati a queste mistificazioni: chi in Italia fa in chiesa una denuncia sociale viene considerato di sinistra, comunista, manipola il sacro a scopo di partito. Questo discorso poi si aggancia e si amplia sul recente divieto ecclesiastico di prestare locali delle parrocchie agli islamici per le loro riunioni e preghiere perché li trasformerebbero in moschee e cellule politiche. Che in alcuni casi ciò sia verificabile, quindi da porre sotto controllo, d'accordo, ma generalizzare è offensivo e partigianeria. Non dimentichiamo che anche le chiese polacche, Carol Wojtyla Cardinale di Cracovia compiacente, erano autentiche moschee. Non in senso deteriore, in effetti nulla a che fare con covi armati ma senz'altro laboratori di strategia politica contro il comunismo sovietico. Un po' di chiarezza non nuoce. Noi cristiani non dobbiamo usare sempre il metodo dei due pesi e due misure: credibilità esigesi! Certo nell'Italia attuale la tentazione di svendersi per un piatto di lenticchie è molto sottile. In effetti avendo la chiesa ottenuto da questo Governo privilegi indubbi, come la sovvenzione alle sue scuole private, il riconoscimento degli insegnanti di religione equiparandoli a quelli di ruolo e quindi spiazzando in parte questi ultimi, si vede costretta ad ossequiare l'attuale politica governativa rinunciando ad essere voce evangelica, critica e profetica. In un certo senso per paradosso ritorna a diventare la chiesa del silenzio. 

Autore:
Albino Michelin
11.06.2004 

Nessun commento:

Posta un commento