mercoledì 13 gennaio 2016

DISFATTISMO LE CRITICHE ALLA GERARCHIA CATTOLICA?

Negli ultimi periodi i rapporti Stato Chiesa in Italia sembrano inasprirsi senza esclusione di colpi. La Costituzione nostra al nr. 7 sottolinea  che  queste  due  realtà  sono  ciascuna  nel suo ordine  indipendenti  e sovrani. Ciò si è fortunatamente verificato negli ultimi decenni finché esisteva la Democrazia Cristiana. Scioltasi questa, il suo ruolo è stato gestito in prima persona dalla chiesa. Quindi con il rischio di mescolare sempre le carte: da testimone del Vangelo ad agente politico. Di qui lo (pseudo) scandalo delle destre politiche nostrane, teodem, teocom ecc.  ad arginare l’anticlericalismo invadente, emergente, scriteriato. Qui andrebbe però fatta un'appropriata distinzione. L'anticlericalismo è sempre esistito, talvolta come negazione esplicita di Dio e di coloro che lo predicano. Posizione per noi indifendibile.  Ma altre forme di anticlericalismo impongono una riflessione. C'è per esempio quello scaturito dalla rivoluzione francese nel quale presi di mira non erano Dio e Gesù Cristo, ma i privilegi degli ecclesiastici e della classe borghese. E questa fu un'occasione di purificazione. E poi c'è un anticlericalismo quale risposta a ciò che si considera un'invadenza indebita, oppure ad una omissione di giudizio morale da parte della chiesa sui fatti di rilevanza etico-sociale. Ed ancora un'ulteriore distinzione. Fare delle osservazioni alla chiesa come alla gerarchia è sempre anticlericalismo? Certo che no, anzi spesso è un dovere che nasce dall'interesse e dalla corresponsabilità verso di essa. E quando si dice "osservazioni" non s’intende contestazioni gratuite, derisioni, ironie, barzellette . Ma un'opinione motivata, un dissenso fondato su ragionevoli basi e maturato dal buon senso dei fedeli.
                                Pippo Baudo in TV: chiesa troppo lontana dalla realtà
Cito a proposito alcuni casi in cui osservazioni poste alla gerarchia e a Papa Ratzinger sono state dall'entourage vaticano tacciate di sacrilegio e addirittura di terrorismo ideologico. Sabato 3 febbraio ‘07 il poliziotto Filippo Raciti viene ucciso in una serie di scontri verificatesi in occasione della partita di calcio Catania-Palermo. Il giorno seguente alla TV pomeridiana "Quelli del calcio", Pippo Baudo, catanese doc, esprime pubblicamente il suo rammarico: la festa cittadina della patrona S. Agata andrebbe abolita per le vie della città e celebrata solo all'interno della chiesa. Sarebbe offesa alla sensibilità degli onesti ignorare una vittima che non è solo casuale, ma abitudine di un mondo calcistico che produce violenza e morte a ritmi continui. Benedetto XVI nella predica dell'Angelus a mezzogiorno   dal balcone pontificio ha parlato dei Pacs (coppie di fatto), eutanasia, aborto, ma di quanto accaduto a Catania non ha detto una parola. "Il dovere della chiesa è quello di stare vicino ai problemi sociali". Poi il Pippo nazionale continua: "Noi presentatori   della TV possiamo orientare verso il meglio, dato che in tanti ci ascoltano". Insomma per Baudo è un invito alla chiesa di non rimanere estranea alla realtà. Il giorno seguente l'Italia si solleva con la solita caciara di proteste.  Dall'Osservatore Romano, quotidiano vaticano, a tutti i quotidiani della destra si parla di attacchi indegni alla gerarchia e al Santo Padre. "Prima di parlare del Papa e della chiesa Baudo si sciacqui la bocca. Che questo predicatore tuttologo voglia insegnare a Benedetto XVI a fare il suo mestiere è cosa ridicola più che falsa". Entra pure nella mischia la Vigilanza Rai che diffonde un comunicato: "Le dichiarazioni di Baudo contro il Papa sono talmente sgangherate che credo sia azzardato affidargli la conduzione del Festival di S. Remo". E poi innumerevoli altre voci, sempre sulla stessa onda politica: "la chiesa catanese ha una ragione in più e non in meno per mantenere la sua festa religiosa tradizionale".  Ed il portavoce della stampa Vaticana F. Lombardi: "non mi sembrano parole appropriate perché la Santa Sede ad altissimi livelli aveva manifestato biasimo per questo gravissimo episodio".
Che rispondere? Baudo non si riferisce agli altissimi livelli. Né al segretario di Stato Card. Bertone, quello che organizza "la clerical Cup di calcio" fra preti, con l'illusione che tale iniziativa, sia pure simpatica, possa costituire una presa di posizione del pontefice nei confronti di questi crimini frequenti. Il divino Pippo si riferisce al silenzio del Papa nella predica dell'Angelus a mezzogiorno dal balcone di Piazza S. Pietro. In effetti quella domenica era il giorno annuale dedicato alla vita. Oltre alla solita dichiarazione contro l'aborto, l'eutanasia, le coppie di fatto valeva la pena, secondo Baudo, fare menzione anche di questa vittima e di tutte le vittime nella violenza dello sport. Pure la vita di Raciti è sacra e non solo quella dei bambini nel seno materno. Che poi Papa Ratzinger non sia stato informato dell’accaduto sui fatti di Catania e gli siano stati posti in mano altri dispacci ciò non toglie che l’osservazione del nostro conduttore televisivo sia stata pertinente.  Ma che "la chiesa non debba restare lontana dalla realtà" non è osservazione da permettersi in TV, la chiesa va sempre elogiata, questo pensano i fedeli devoti. Ma, ci si chiede, non la si può dissentire con un’opinione diversa? Ma come si può crescere nella comunità cristiana se il metodo resta quello dell’omertà?  C'è purtroppo fra di noi il diffondersi dell'idea che il magistero quotidiano del Papa goda di una sorta di infallibilità generale concessagli dal suo pensare isolato e solitario.
                                   Concerto di Andrea Rivera: sassi contro il papa.
Vi aggiungiamo un secondo caso. Alla festa del 1° maggio il cantante Rivera tenne un concerto a Roma di fronte a 400 mila giovani. Qui il suo testo musicale: ”Il papa non crede nell’evoluzionismo, siamo d’accordo. Infatti la chiesa non si è mai evoluta. Il vaticano ha rifiutato i funerali a Welb, deceduto per eutanasia. Non è stato così per Pinochet e Franco, dittatore del Cile il primo, della Spagna il secondo. È giusto così, insieme a Gesù non c’erano due malati di aids, ma due ladroni”. Ovvia soprattutto qui la reazione dei media: ”terrorista  ideologico, illetterato, ignorante della storia, sparata di chi cerca protagonismo”. Risposta: ovvio che questa espressione è ironica, quindi offensiva. Però nella sostanza su ciò vi sarebbe da fare un pensierino. Cioè dall’origine delle scienze moderne, dall’astronomia di Galileo alla psicanalisi di Freud e alla democrazia moderna la chiesa dapprima si è opposta, poi si è sempre rimorchiata alla ricerca, alle scoperte, alle evidenze scientifiche, ai sacrifici altrui. Anzi talvolta se n'è appropriata come fosse stata lei la promotrice. E anche sulla concessione benevola di privilegi religiosi è opportuna qualche legittima osservazione: che il divorziato Berlusconi venga diffuso in mondovisione mentre riceve la comunione dalla mani di un alto prelato tanto bene non si combina con l’interdetto di comunione a povera divorziata casalinga. Cioè, purtroppo vi è spesso della gente che fa della satira e dell’ironia sul Papa e sulla gerarchia perché non è concesso fare nessun tipo di osservazione. Che poi 400 mila giovani abbiano applaudito Rivera significa solo che la chiesa si deve convincere, sia pure a malincuore che non si può giocare una partita politica culturale sulla testa delle nuove generazioni senza che i giovani rispondano applaudendo o fischiando. Infine un terzo caso su cui non ci dilunghiamo. Un gruppo di volontari cristiani in occasione della recente visita del Papa in Brasile si è permesso di fargli osservazione perché non è andato nelle favela dove sono accalcati 4 milioni di senza diritti e senza tetto. Egli si sarebbe accontentato del Brasile di Lula e dei governanti, oppure di quello dell’Apparicida e dei devoti, ma il vero volto del Brasile non l’ha nemmeno sfiorato. Quando Gesù ha dato la precedenza ai poveri annunciando loro: il regno di Dio è vicino a voi.
                                 Monarchica l’immagine che la chiesa ha di se stessa.
Qualcuno si potrà domandare come mai sia così difficile nella chiesa far circolare opinioni, correttivi, dissensi costruttivi. Il motivo principale consiste nell’immagine che la chiesa ha di se stessa. Cioè essa si definisce: 1) governo gerarchico di istituzione divina, 2) il papa incarna ogni potere giudiziario, legislativo, esecutivo (Can. 331-333) 3) ogni vescovo ha lo stesso potere nella sua diocesi (Can 381). Ora senza distinzione di poteri non c'è possibilità di controllo. La chiesa si dichiara società perfetta indipendente e autosufficiente. Il Concilio Vaticano II (1965) la definisce "Popolo di Dio", ma il Codice di Diritto Canonico (1982) conserva la struttura monarchica e con il Papa Wojtyla, simpatico comunicatore ma severo legislatore all'interno della chiesa, si è tornati al periodo del Vaticano I°, Unità d'Italia (1870). Sembra utile concludere citando un documento del teologo Ratzinger pubblicato nel 1967 e proponibile ora, concerne la posizione che potrebbe tenere un credente di fronte all'autorità della chiesa. Ossequi? Silenzio? Il testo ci sembra illuminante. ''Al di sopra del Papa come pretesa vincolante dell'autorità resta comunque la coscienza di ciascuno, cui si deve obbedienza prima di ogni altra cosa. Se necessario anche contro le richieste dell’Autorità ecclesiastica. L’accento sull’individuo, di cui la coscienza è supremo ed ultimo tribunale, non permette di soccombere sotto i gruppi sociali, compresa la chiesa ufficiale, opponendosi così al crescente totalitarismo.” L’estensore di questa affermazione è poi diventato 38 anni più tardi Papa Benedetto XVI. Ogni osservazione rivolta a lui e alla gerarchia cattolica non dovrebbe quindi essere sempre considerato disfattismo, ma espressione di corresponsabilità.

Autore:
Albino Michelin
15.06.2007

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