domenica 10 gennaio 2016

NATALE 2005: GESÙ NASCE FRA I MERCANTI DEL TEMPIO

Nel novero delle potenze mondiali l’Italia occupa un posto economicamente e finanziariamente secondario, ma non irrilevante. Però eclatante è il fatto che in Italia a scadenza ritmata succedano scandali di gigantesche proporzioni. Quelli, anche se non proprio recenti, ad opera della banda Fiorani emersi ai danni del Banco di Lodi ed altre istituzioni del genere, il tutto nella conoscenza e nella compiacenza del Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, altro non sono che le punte di un iceberg che nascondono un arcipelago sommerso di frodi, un marcio profondo nel sistema, un malcostume diventato costume. Ovviamente qui ci limitiamo alla cattolicità italiana e come essa si situi di fronte al fenomeno. Evangelizzazione con un’etica chiara e precisa? Oppure discrezione, prudenza, silenzi, omertà? L’interrogativo è legittimo e se lo pone onestamente Giancarlo Galli, scrittore saggista di argomenti economici, di pura marca cattolica che ha pubblicato nel 2004 un libro dal titolo “Finanza bianca, la chiesa, i soldi, il potere.” Con gande rispetto del sacro egli non risparmia in merito una legittima critica agli uomini di chiesa. Dentro a questa galassia ci informa sulla faccia terrena della Curia Romana senza intenti né moralistici né scandalistici. Utile confrontare questo studio con il libro di David Yallop «In nome di Dio» uscito nel 1997 in cui l'autore vorrebbe dimostrare che la morte di Papa Luciani Giovanni Paolo l nella notte fra il 28-29 settembre 1978 non è stata dovuta ad infarto, ma causata dai suoi contestatori di palazzo che osteggiavano la riforma da lui progettata sulle finanze vaticane e sul denaro della Chiesa. Pulizia e trasparenza.
                                               Troppi i cattolici faccendieri.
Il Galli ricostruisce le vicende sui soldi del Vaticano dopo la fine dello Stato Pontificio (1870), la fondazione dello Jor (Istituto Opere Religione 1942), comunemente noto come la banca del Papa, e successive avventure e disavventure. Con tanti personaggi, banchieri, finanzieri, faccendieri cattolici di tutto pelo coinvolti direttamente o indirettamente, già con il Banco Ambrosiano, con la Enimont ecc. Alcuni dei quali suicidatisi, come il messinese Michele Sindona (1980), Raul Gardini per tangentopoli (1993), il milanese Roberto Calvi (1982), trovato ucciso sotto un ponte di Londra, altri incarcerati come Gelli e Ortolani della P2, organizzazione massonica, aItri espulsi dal giro tardivamente dopo crack colossali, come il presidente dello Jor Mons. Marcinkus (1989), che predicava non potersi la chiesa dirigere con le Ave Marie. Ma con buona pace di costui il 25.5.1984 il Vaticano ha dovuto risarcire 406 milioni di dollari alle banche creditrici del fallito Ambrosiano a titolo di buona volontà. Ma la storia non finisce qui perché tutti questi personaggi fecero figli e nipoti con il fallimento della Cirio, Parmalat e ora con i furbetti di Lodi baciati in fronte da Fazio. E notiamolo bene, tutti costoro uomini di chiesa, da primi banchi, messa quotidiana, padre spirituale personale stipendiato, devoti di Padre Pio, mai in Tv senza citare il Santo Padre, membri dell'Opus Dei, potente organizzazione cattolica che vuole santificare tutti, ciascuno al suo posto, banchieri inclusi, con il logo:  “Gesù moltiplicò i pani e i pesci, a voi la vocazione di moltiplicare i soldi». Ho sottolineato cattolici, non per partito preso, ma per una ragione storica. Dopo il 1948 con l'avvento al Governo della Democrazia Cristiana succede che le sinistre occupano la cultura e lasciano volenti o nolenti gli affari ai cattolici liberali. Così la finanza italiana che fino ad allora era sempre stata di dominio anticlericale viene sostituita da forze di ispirazione cattolica, che ne presiedono i gangli vitali. Per cui marxisti e sinistroidi si prendono o subiscono il ruolo di scrivere, pubblicare, predicare, comiziare, sindacalizzare. I destroidi e i devoti di Santa Madre Chiesa invece si buttano nel dio mammona, in linea diretta con la Curia Romana. E cosi tirano dentro anche quella e mano nella mano si lasciano da quella arruolare: un bel matrimonio all'italiana.  Di qui si può capire l'intervento del Cardinal Ruini del 27.9.05 ai vescovi. In parole povere, botte in testa ai divorziati, conviventi, coppie di fatto, omosessuali, fanatici della procreazione assistita, ai fautori del preservativo per pianificare le nascite nell'occidente bianco, e diminuire i quaranta milioni di malati d'aids nel continente nero. Nel contempo mano tesa all'amico Fazio, verso il quale sarebbe stato inopportuno usare le intercettazioni telefoniche. Il credente e l'ateo potrebbero domandarsi se tutto ciò è rispetto della privacy oppure copertura degli omertosi finanzieri a danno della solita povera gente. In effetti il milione circa di piccoli correntisti e risparmiatori, clienti onesti giocati a loro insaputa, per certa chiesa sembrano non contare nulla. Fa comodo spostare il Vangelo e sbilanciare tutto sulla morale sessuale, mentre duole applicarlo alla morale della roba, degli affari, delle finanze, del non rubare. Quest’ ultima è campana rotta: Gesù dal tempio non ha cacciato fuori né le prostitute, né i gay, né gli adulteri ma i mercanti si e a frustate. Con ciò non mi si fraintenda come se volessi giustificare i primi.  
                                      Denaro sterco del diavolo, ottimo fertilizzante.         
 E' un proverbio di chiesa. Non siamo degli ingenui e sostenere che la chiesa dovrebbe andare scalza, nel senso di rinunciare al denaro. Il Valicano è pure un territorio, uno Stato, con del personale sia pure cardinalizio, con oltre un migliaio di dipendenti con famiglia. Ovvio che esso debba garantire vita e stipendio a costoro, assicurare il loro futuro, progettare assistenza ai popoli bisognosi. Qui non ci piove. Inoltre in positivo aggiungiamo che quella cattolica è l'unica chiesa che abbia elaborato una dottrina sociale, in cui si ritma con chiarezza le urgenze del bene comune e si annuncia che la proprietà privata deve essere al servizio della solidarietà. Inutile qui citare tutte le encicliche papali uscite da 1880 in poi. È nell’applicazione però che tutto scade. Dal 1200 quando S. Antonio lanciava parole di fuoco contro gli usurai, cioè coloro che concedevano denaro in prestito ad interesse, condannati al taglio della mano, fino ad oggi in cui il denaro posto in banca diventa condizione di indubbie migliorie, le modalità di approccio si sono cambiate, evolute. Diciamo relativizzate, e su questo relativismo nessuno grida allo scandalo. Sulla dottrina sociale della chiesa oggi c'è un limite, cioè una genericità di fondo che tutto consente. Come dire che la chiesa si fa bella con i documenti nel cassetto, poi dal momento che “si vive nel mondo, si cade nella tentazione di vivere del mondo”, della sua logica fatta di astuzia, furbizia, concorrenza, maneggio, collusione con le lobby, denaro sporco. Si rifiutano scelte radicali, dirompenti. ln affanno sul piano teologico i cattolici, la cui chiesa è l’unica nel mondo a possedere una banca, liquidano in pratica con un sorriso i buoni consigli circa la gestione bancaria.
                                   Terrorismo finanziato dai capitali delle religioni?
Il nostro autore non esita ad affermare che dopo l’11 settembre 2001 il terrorismo internazionale di matrice islamica si è finanziato attraverso i circuiti di mercati capitalisti utilizzando denaro di ogni provenienza. Come dire che quello di un mullah musulmano della Mecca, insieme con quello di un rabbino ebreo di Gerusalemme, insieme con quello di un papa cattolico di Roma possono far cadere le torri gemelle e far tremare il mondo. Il Vaticano è proprio all’oscuro che il suo denaro depositato in tutti gli angoli del mondo e quello dello Jor possono produrre oltre che assistenza anche afflizione? Si sa che dall’Usa alla Svizzera sono depositati 3-400 miliardi di dollari di origine islamica sufficienti a sfamare moltitudini, ma anche a Basilea Svizzera giacciono molti lingotti d’oro del Vaticano. Le religioni del mondo, quelle più importanti, la cattolica, l’islamica, l'ebraica sono consce di tutto ciò? Sembra che l'unico Dio in cui ci troviamo d'accordo non è quello dell’ecumenismo, ma il dio palanca. In definitiva sembra oggi che non vi sia più nessuna differenza fra religione e finanza, fra vita cristiana e attività di lucro, fra banchieri cattolici e banchieri atei. O diciamoci, dove sta la differenza? Che significa imprenditore cattolico e imprenditore laico? Si sa che nella notte tutti i gatti sono di colore uguale. Come potrebbe oggi la nostra chiesa intraprendere una moralizzazione del settore? Intanto (come detto) predicare meno sul sesso e più sull’onestà degli affari. Poi mettere più trasparenza nel suo sistema bancario. Ci abbiamo già il mistero della santissima Trinità, non occorre aggiungere anche quello delle banche vaticane. I resoconti annuali della santa sede sono sempre in giallo rosso, quindi generici. In terzo luogo la chiesa dovrebbe decentralizzare maggiormente i suoi fondi, non pretendere che tutte le parrocchie del mondo versino alla curia romana, ma responsabilizzare alla base le singole comunità cristiane affinché senza passare attraverso lo Jorg vadano direttamente ad adottare scuole, ospedali, chiese del terzo mondo. Sappiamo che nel 1982 circa 80 milioni di dollari sono stati inviati da una Congregazione vaticana alle cristianità povere. Bello, ma più costruttivo e responsabilizzante se queste operazioni in futuro verranno fatte dalle comunità locali. La carità del Papa non si fa soltanto ammucchiando tutto nelle banche vaticane, ma devolvendo direttamente a scopi mirati. Meno logorii, meno scandali, meno suicidi. E' in questo senso che Gesù disse: «guai a voi o ricchi» e preferì nascere fra i poveri.

Autore:
Albino Michelin
23.12.2005 

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