domenica 10 gennaio 2016

PERSISTENZA DELLA RELIGIONE MALGRADO TUTTO

Attualmente nel mondo siamo oltre 6 miliardi di persone. A fronte di un miliardo circa di non credenti (sul cui significato sarebbe da discutere) cinque miliardi hanno una fede magari negli spiriti della natura come gli indios, o nell'uomo elefante come gli indù. Poi gli altri, chi in Allah, nel Dio ebraico della Torah-Legge, in Geova, in Gesù Cristo, ecc. Se tutto questo credere in qualcuno sopra di noi persiste anche oggi nell'era della tecnologia, una ragione c'è. Per i credenti è scontato: Dio è sempre esistito e ci sarà sempre. Ma dal punto di vista storico anche i non credenti devono ammettere che la religione ha una irresistibile forza. Fuori discussione che essa ha fatto nascere l'arte, i valori etici e un’organizzazione sociale. Spesso ha rivoluzionato i valori in meglio.  In secondo luogo è stato il cemento di grandi imperi, come quello romano o persiano anche se i loro dei si chiamavano Giove o Zarathustra.  In terzo luogo ha dato agli uomini un bagaglio, una corazza   di credenze che li difendesse dalla paura dell’ignoto, prima che la scienza desse una mano a capire... ma non tutto. E nemmeno in futuro si capirà tutto. Purtroppo oggi in molte religioni sono in aumento le componenti fanatiche, e questo è veramente un pericolo. Sul fanatismo e sulla rivalità religiosa infatti hanno spesso fatto leva i poteri forti di ogni epoca per le loro guerre. Dagli ebrei nella terra promessa, gli islamici della mezzaluna, i nostri contemporanei, nonché occidentali cristiani. Le religioni invece nel loro nucleo essenziale sono molto più simili fra loro di quanto non sembri. Hanno e rispettano valori fondamentali comuni. Come dice il Concilio Vaticano Il «tutti i giusti della terra sono chiamati ad edificare il regno di Dio». Ciò significa che la salvezza non è esclusiva di una sola civiltà.
                                            La grotta di Fumane (Verona)
Fumane è un paese alle propaggini del Monte Lessini veronesi, nel dopoguerra di forte emigrazione in Svizzera specie nel Canton San Gallo ed oggi terra del vino Recioto nella Val Policella. Recentemente in una caverna è stata scoperta l'immagine di uno sciamano, cioè di un sacerdote che si rivolgeva in stato di trance (alterazione di coscienza ottenuta con digiuni, ritmo di tamburi, droghe) al mondo degli spiriti. La più antica d'Europa, risale a 32 mila anni fa. Fino ad allora l’homo sapiens non aveva prodotto nulla di artistico. Lo spinse a progredire l'emergere della religione. Le prime espressioni di culto, attraverso miti e credenze, consentirono di conferire un ordine ed una spiegazione alle cose della natura, anche alle più spiacevoli. Malattie, fame e siccità erano giustificate dal volere di un'entità superiore. I culti erano insomma una difesa del caos, e dall'incertezza. Con essi si stabilirono le prime regole sociali, che resero le comunità più efficienti. Gli sciamani dipingevano sulle pareti delle grotte ciò che vedevano durante la trance, cioè i loro animali protettivi (totem), bisonti, cavalli, serpenti nei quali essi stessi si trasformavano. Dopo la loro morte diventavano le prime divinità in forma umana. Più tardi gli uomini si riunivano a compiere azioni codificate per favorire il buon esito degli eventi, terremoti, carestie e propiziavano con sacrifici di placazione gli spiriti, dapprima immolando uomini, sostituiti nel tempo dagli animali. Basti ricordare e rileggere il racconto mitologico del sacrificio di Abramo­ Isacco nella Genesi della Bibbia.
                                           Dalla Dea Madre al Dio Padre
Diecimila anni fa con la scoperta dell'agricoltura comparve il culto di una grande Madre, cioè della fecondità. Poi con il diffondersi della guerra la grande Madre divenne il grande Padre. Così si affermarono le divinità maschili che riflettevano la società dei maschi guerrieri, che comunque non disdegnarono di condividere la coabitazione e coesistenza con le dee molto popolari come Giunone, Venere, Minerva, ecc. Cioè un politeismo con delle divinità «Assessori» che riflettevano le varie attività di quel genere umano, come la guerra appunto, il raccolto, il commercio, la guarigione. Nonché patroni delle città che si iniziavano a costruire. D'altronde il fenomeno si è protratto e continuato lungo la storia fino ai giorni nostri con santi e «madonne» a vigilare il buon andamento di ogni settore della vita, e la fondazione di paesi e centri abitati. L'induismo attuale annovera ben 360 mila divinità, al confronto noi cattolici dobbiamo ancora crescere assai. Ma per non perdere di vista il processo storico dobbiamo ritornare a chiederci che cosa ha portato l'umanità dal Dio Padre animatore di un variopinto politeismo ad un Dio monoteista, cioè unico, anche se pensato e rivestito in forme diverse. Gli studiosi delle religioni sono concordi nell’affermare che verso il VI secolo prima di Cristo si verificò qualcosa di importante. Quasi contemporaneamente, come se collegate dalle TV satellitari, le maggiori religioni del tempo uscirono dalla fase mitica ed entrarono in quella razionale. E per quanto riguarda la Palestina è in questo periodo che si gettano le basi della nostra religione cristiana. A titolo comparativo  nel  500  avanti Cristo abbiamo in Iran un Zarathustra che abolisce  i sacrifici  sotto  l'unico  Dio  del  Bene,  in India  l'induismo  che  introduce  il  rispetto  per ogni essere vivente,  un Budda che  raccomanda  la  recita  del  mantra  (il  nostro  rosario)  per favorire la contemplazione interiore, in  Cina Confucio con i suoi principi di grande equilibrio, in Grecia Platone che nell'uomo situa l'anima e il  corpo  dando  la  precedenza  alla  prima, in Palestina si inizia a scrivere la Bibbia, una specie di mito delle fondazioni  che farà degli ebrei una nazione unita anche  senza territorio fisso. Ne consegue che le grandi religioni del tempo monoteiste credenti in un solo Dio, da cui più tardi nasceranno Gesù e Maometto, consacreranno i loro fondatori come prescelti da Dio per ricevere e diffondere una verità rivelata, e guarda caso tutti (Mosè, Zoroastro, Gesù, Maometto) si opporranno alle ingiustizie dei tempi, costituendo dei grandi collanti sociali nell'ambito delle loro rispettive civiltà.
                                        C’è ancora bisogno della religione?
A parte il fatto che le religioni sono sempre state e sempre saranno strumentalizzate come pretesto per interessi economici, di potere, per giustificare la creazione di un nemico, va però anche affermato che per merito della religione si può vivere e progredire, senza religione ci si ammazza. C’è di più. Non è che la religione o le religioni esistono perché vengono imposte dall’esterno, dalla società, ma perché è un sentimento innato nell’uomo. Se non c’è, l‘uomo di ogni tempo se la crea. Che poi le religioni abbiano ognuna la propria chiesa, con tutta una serie di conventicole, tipo il cristianesimo (cattolici, protestanti, ortodossi) anche questo al senso della vita umana rimane secondario. Ogni stato moderno anche il più laico o ateo celebra le proprie origini mitiche, quasi a collegarle con una scintilla divina, anche per dare un senso al proprio futuro. Senza orizzonti non si cammina, si resta in balia del proprio immobilismo. Ci si può domandare che significhi celebrare le origini di Roma con il mitico Romolo e Remo, oppure l’origine della Svizzera con il leggendario Guglielmo Tell. Eppure anche questa è religione, se non altro una sua espressione.
                          Religione nell’era della tecnologia: istruzioni per l’uso.
Si resta perplessi allorché si afferma che l’attuale miliardo di atei preannuncia la scomparsa della religione. Pure qui il discorso si fa complesso: in effetti tutta questa gente che dice di non credere in nulla e poi si fornisce di corni, bicorni, ferri di   cavallo, stregonerie, magie, segni di croce sul sale che si rovescia, pure questo ci dimostra la loro religione, anche se spostata da Dio alle sue maschere sostitutive. Ed ancora: l'uomo man mano che acquisisce padronanza di sé non avrà più bisogno deIla religione perché essa è soltanto compensazione ai propri limiti attuali. Si può rispondere che con l'andar del tempo la coscienza dei propri limiti aumenterà e con essa il pericolo della sfiducia, dell'autodemolizione, del suicidio. E l'ultimo: la tecnica spiegherà tutto, e renderà inutile la religione. Qui si finisce in un vicolo cieco. Perché la tecnica è un coltello a doppio taglio, che può servire per dividere il pane con i propri simili, come   per venir piantato loro in pancia. Dipende dall'uso che se ne fa, e l’uso può dipendere anche dal senso religioso o buon senso con cui noi affrontiamo la civiltà del progresso. Fra le miriadi di trattamenti terapeutici cui oggi noi ci sottoponiamo resta attuale quanto disse il grande psicologo zurighese Jung: ”il sentimento religioso curato con fede è la miglior terapia per gli uomini del nostro tempo”.

Autore:
Albino Michelin
05.05.2006

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