mercoledì 6 gennaio 2016

IPOTESI DI PACE: UCCIDERE CERTI CAPI DI GOVERNO?

Da più parti oggi si sente muovere l’obbiezione suggestiva del cosiddetto tirannicidio, cioè l’esecuzione sommaria del tiranno o dei tiranni di turno. Questo soprattutto in riferimento dall’annosa questione palestinese, cecena, mediorientale, all’attuale Iraq, senza parlare di tanti conflitti nel continente africano. Dal momento che il terrorismo non potrà mai essere interamente debellato e che rimuovere le sue cause storiche, politiche, sociali comporta secoli, dal momento che chiedere ai terroristi di smetterla sarebbe tanto ingenuo quanto inutile, perché non pagare questi uomini e donne kamikaze di tornare alle più circoscritte pratiche del tirannicio, regicidio, presidenticidio o come altro lo vogliamo chiamare? Se non altro per distogliere le loro armi dalla gente comune, dai tifosi del calcio, dai passeggeri delle metropolitane, ecc. e puntare verso ministri, generali, manager delle multinazionali? In fondo rappresentare un paese o una montagna di dollari è un mestiere che comporta l’accettazione di rischi oltre che dei vantaggi. E loro lo sanno e accettano la sfida. Quando oltre mezzo secolo fa De Gaulle diceva “La Francia sono io” diventava perciò stesso bersaglio di innumerevoli attentati. Eliminati a causa di attentanti sono stati nel passato diversi capi di governo: Re Umberto, Carraio, Bianco, Sadat, Rabin di Indira, Gandhi, ecc. Dopo l’orrore di Bestlan con oltre 300 bambini massacrati questa richiesta sembra più che giustificata e anche matura. Catturiamo come ostaggi le poche teste del potere e non andiamo a prendere la povera gente a casaccio e nel mucchio. Perché non prendersela direttamente con chi decide e dispone? Si risparmierebbe tanto sangue innocente. Se al posto di migliaia di americani l’11 settembre 2001 fosse morto solo Bush non sarebbe stato un male minore? Il messaggio suonerebbe: cari terroristi, colpite i grandi e lasciate stare i piccoli. Come detto questa ipotesi si presenta molto suggestiva, però si presta anche ad alcune controindicazioni. La prima: chi l’ha detto e chi lo dice che coloro i quali oggi usano il terrore vogliono veramente un mondo più giusto più libero, più democratico, meno peggiore di quello attuale? E che quindi per raggiungere questo obbiettivo sarebbero disposti a cambiare strategia? O invece il loro obbiettivo sia un male peggiore? Spettacolarità, visibilità, pubblicità, sadismo del crimine, sete di sangue, brivido della distruzione e il nulla totale? La seconda controindicazione dal punto di vista personale è che a molti di noi darebbe fastidio e comporterebbe reazione negativa uccidere un dittatore o sperare venga ucciso un qualche potente o dittatore del mondo. Molti non sarebbero stati d’accordo né felici se Saddam Hussein fosse stato ucciso nella sua tana, né se Bush venisse fatto fuori con una schioppettata. Le ragioni profonde potrebbero essere diverse: debolezza caratteriale, moderatismo politico, senso umanitario, coscienza religiosa. Comunque a molti questa soluzione ripugna.
                                            Alla morte fisica preferire la morte politica.
È la terza controindicazione. Sarebbe più facile eliminare politicamente i potenti del mondo che ucciderli, e questo seguendo le leggi della democrazia. Il problema è che uno, due, cento tirannicidi non portano a nulla. Morto un Billaden, un Saddam Hussein, un Bush, un Putin, un Berlusconi (completiamo il quadro) se ne fa un altro. I poteri che sono istituzioni, enti, burocrazie, apparati, imprese, interessi, ecc. sono composti e gestiti da esseri umani, i quali non scompaiono se scompare o muore il loro capo. Questi scompaiono o almeno escono per un certo tempo di scena dai loro posti i comando solo se vengono sconfitti politicamente. È qui che abbiamo un abbozzo di soluzione. Bisogna adoperarsi per la loro morte politica mettendo a nudo le contraddizioni, la doppia morale, le responsabilità dell’attuale caos mondiale, nell’avere in passato utilizzato ed oggi alimentato il terrorismo. Senza dimenticare che se il mondo è diventato un inferno la colpa è soprattutto loro ma anche di chi li ha eletti. In fondo se la rappresentanza ha ancora un senso i nostri tanto odiati potenti altro non sono che la faccia pubblica di altri milioni di facce, magari anche peggiori, che non conosciamo o facciamo finta di non conoscere. Chi ha eletto in oriente o in occidente i nostri tanto discussi capi voleva che costoro facessero quello che stanno facendo? In linea di massima sì. E non ostante ciò che è stato fatto o visto, la maggior parte di questi elettori non ha cambiato idea. Rivoterebbero oggi come hanno votato ieri. E mica possiamo metterci là a uccidere tiranni, vicetiranni e tutti quelli che i tiranni li hanno più o meno eletti. Vogliamo ancora inserire un’ennesima riflessione sull’Iraq? Bene, in quell’ambiente coesistono e si intrecciano ben quattro guerre. L’invasione esterna dell’America e degli occidentali. La seconda quella dei miliziani e ribelli locali. La terza quella religiosa tra i fedeli del Corano e gli infedeli del Vangelo e viceversa. La quarta infine fatta di lotte continue fra bande armate da tempo formatesi nel territorio e recentemente immigrate da tutto il mondo, stante il terreno propizio. Conclusione: tagliamo la testa a tutti i capi? Chi sono e quali sono? Certo un cambiamento ci potrà essere: cioè in mano ad una quota minima ma decisiva che può cambiare opinione e quindi rovesciare certi governi col voto. Specialmente in considerazione di ciò che loro è caduto direttamente sulla testa. Non solo in Iraq, ma in tutto il mondo. Oggi uno è il modo accettabile per evitare il caos totale:” l’uccisione politica „del dittatore e del clan che lo sostiene. Ma questo è un discorso lungo, peccato che ci manchi la pazienza. Perché richiede di passare dall’istinto di potere e di invasione a quello della solidarietà e della condivisione, dalla dittatura al dialogo, dall’accaparramento delle materie prime al rispetto verso i poveri. Oggi invece specie nel Medioriente abbiamo scelto la soluzione militare: ci siamo messi in un ginepraio, ci siamo tirati addosso un mare di guai. Eliminare i capi serve poco o nulla. Per l’ipotesi pace anzi è controproducente.

Autore:
Albino Michelin
24.09.2004

Nessun commento:

Posta un commento