mercoledì 6 gennaio 2016

LA GUERRA DEI PRESEPI: CRISTIANESIMO IDENTITA’ CERCASI.

Domenica 12 dicembre 2004 al posto della messa è stata organizzato nella comunità cattolica di Affoltem, dove il sottoscritto opera, il presepio vivente degli adulti con angeli, pastori, re Magi, Sacra Famiglia, Giuseppe, Maria, Gesù (ultimo nato nell'anno) seguito dalla recita dei bambini, dal titolo “Natale senza confini", cioè senza pregiudizi verso i popoli di altro colore, di etnie diverse. Al posto del Babbo Natale si è presentato al pranzo S. Nicolao, onde evitare il degrado di Gesù a mero oggetto commerciale e consumistico. Tento di mettere subito le mani avanti in quanto qualche lettore (lettrice) mi potrebbe accusare di prendermela anche contro i presepi, contro Gesù Bambino e le nostre tradizioni cristiane, come ebbe a scrivere una estimatrice di Buttiglione Melisenda Guido Ramstein che nell'ultimo numero di "Rinascita" sballò denunciandomi di preferire Confucio a Gesù. Ciò premesso è d'obbligo riprendere una breve cronaca della buriana presepi in atto in Italia (non è uscire dal seminato) per metterla a confronto con la nostra auspicata vendita d'armi alla Cina in onore o disonore al cantico angelico: "Pace in terra agli uomini di buona volontà" incollato a tutte le capanne di Betlemme costruite nelle nostre chiese e in molte scuole. Dunque a Vicenza per sensibilità ai bambini di confessione diversa le direzioni didattiche hanno deciso di abolire il presepio in classe. A Treviso presso le elementari "Ciardi" al posto del presepe l'insegnante Gigliola Zanalla appronta la favola di Perrault "Cappuccetto rosso". A Viareggio, elementari Politi, il canto "Tu scendi dalle stelle" viene sostituito con la canzone di Venditti "Stella" risalente agli anni 80. A Como presso l'Istituto Fogazzaro nei canti natalizi al posto della parola "Gesù viene cantato "virtù". In materia furiosi contrasti compaiono nella trasmissione "Porta a Porta" di giovedì 9 dicembre 2004. A Cagliari i bambini di una scuola materna accanto alla stanza del presepio danno vita anche a Babbo Natale, pupazzo in gomma piuma, barba di lana, cappuccio e manto rosso. Seguono minacce in interpellanze parlamentari. A Napoli, Istituto Bovi Colletta, presepio sì, ma multietnico con pastorelli e angeli dalla pelle di diversi colori. Alla scuola 'Pavoni" di Roma il 14 novembre venne festeggiata la fine del Ramadam islamico al quale i bambini musulmani hanno invitato e spiegato la cosa agli amichetti cattolici, mentre più tardi saranno i cattolici a presentare il presepio ai fedeli di Maometto. Infine, sparo con il botto, la Lega Nord della Regione Lombardia intende creare un fondo in favore degli istituti che continueranno a preparare la grotta di Gesù Bambino, mentre magari a Betlemme accanto alle caverne della nascita bambini stanno morendo di fame e di freddo!
                                   Capro espiatorio sempre gli immigrati.
Come abitualmente accade, in Italia c'è chi ha interesse di strumentalizzare tutto e creare confusione. Anche in questo caso si è trovato l'alibi degli immigrati se il nostro presepio corre pericoli di estinzione. Ora è la volta di una samba attorno ad un altro simulacro, come qualche anno fa attorno al crocefisso. Va chiarito subito che tutto il bailamme sorto sul crocefisso è stato causato da un islamico che ne chiedeva la rimozione dall'aula frequentata da suo figlio. L'accanimento invece pro o contro il presepio è nato in seno al mondo cattolico stesso, merito o colpa nostra, e non tanto per l'aggressione degli islamici. Nostro conflitto interno, destinato a crescere, che qualche cattolico miope ha interesse ad eludere. Qualcuno per la circostanza ha predicato che la chiesa deve essere custode eterna della verità e perciò battersi per il presepio. Fanfaluche. La verità è una cosa, le sue espressioni storiche un'altra. La verità ha l'età di Dio, il presepio solo 8 secoli, quella di San Francesco. In pratica è spaccatura ormai aperta a tutto campo tra il fronte dei veri battezzati (sempre in minor numero) che privilegiano i contenuti del Vangelo ad onta dei nominalismi e dei vocaboli sacri, e l'altro fronte che si accontenta di sbandierare questi ultimi ad onta dei contenuti essenziali del messaggio cristiano. In effetti anche Gesù disse: "Non chi dirà Signore Signore entrerà nel Regno dei cieli, ma chi avrà fatto la volontà del Padre mio". Forse o senz'altro qui Gesù fa intendere di preferire gli atei e laici di comportamento corretto, anziché i "religiosi" di comportamento ambiguo e ondivago.                     “Sta guerra del presepio in Italia non ha creato un problema, ma l'ha evidenziato come ritorno di un neofondamentalismo cattolico”. Dobbiamo sinceramente riconoscere che il nostro è in parte un cristianesimo postcristiano, che si ripara e si maschera sul Bambinello Gesù in cartone e in terracotta, ma in fondo è un cristianesimo senza il Gesù del Vangelo. Quindi una religione ridotta ad una identità geopolitica.
                             Il Buon Natale del Presidente Ciampi alla Cina. 
Che queste affermazioni non siano solo degli slogan pubblicitari lo dimostra il contenuto di alcune risposte acquisite dalle sedi scolastiche indicate. Quelle più ripetute si ricollegano alla visita del nostro presidente Ciampi in Cina. Egli il 6 dicembre accanto alla statua di Confucio (quello che 5 secoli prima di Cristo raccomandò di non fare agli altri quello che tu non vorresti gli altri facessero a te) perorava l’abolizione dell'embargo di armi, cioè si augurò che l'Italia e l'Europa ritornino a vendere al più presto possibile ordigni bellici a quel popolo. Indubbiamente il nostro primo cittadino tiene tutta la libertà di esprimersi e di promettere quanto crede opportuno, ma meraviglia che nessun partito né di Governo né dell'opposizione, di destra o di sinistra, abbia posto un interrogativo. Scandalizza anzi che nessun rappresentante dei media d'ispirazione e cultura cristiana (in Italia lo si autodefiniscono tutti), abbia sollevato obbiezioni. Silenzio totale, unanime concordia. Evviva il Presepio ... Pace in terra, angioletti cari, e armi destinazione Cina! Qualche connazionale ebbe a dire che questa faccenda dell'embargo non risponde a verità, e che dalla Tv non ebbe a sentire nulla. Si può rispondere che la Tv divulga l'informazione che interessa al manovratore e che l'embargo in Cina è stato storicamente imposto nel 1989 dopo che l'esercito di quel Paese aveva soffocato nel sangue la protesta degli studenti di Pechino (notte del 3-4 maggio), nota come massacro della Piazza di Tiennamen. E per aggiornare meglio i telespettatori, laureati in storia e geografia alI’Isola dei Famosi, va ricordato che la nostra legge 185 del 1990 suona così:"divieto di espatrio di armi dove si violano i diritti umani". Ora ogni anno la Cina esegue 5000 condanne a morte con situazioni a rischio sul Tibet. Ma non diciamo in faccia ai cinesi che sono cattivi con i tibetani altrimenti addio affari. L'industria bellica è in questo Natale il felice presagio di diventare il volano per lo sviluppo e le relazioni internazionali. Questa è la nostra cooperazione italiana con il Terzo mondo e con quello del Sol Levante. E così mentre in superficie si ciancia e ci si accapiglia sui presepi e si decanta la cultura della pace in sostanza si svendono i nostri valori umani. Sì, vi è stata qualche reazione soprattutto da parte delle organizzazioni di base della nostra chiesa. Per esempio "Beati i Costruttori di pace". In effetti al pronunciamento del Cardinale Ruini rappresentante della cattolicità italiana, che predica: "gli italiani si oppongano all'abolizione della tradizione dei presepi nelle scuole”, tali organismi minoritari hanno raccolto domenica 12 dicembre a Caserta unitamente al Vescovo Mons. Nogaro un migliaio di firme per inviarle al Cardinale Ruini affinché si faccia portavoce presso il Governo Italiano della contraddizione: "Cultura del presepio-Commercio delle armi". E che quest’ultimo, quale cultura della morte, venga bloccato immediatamente. E’ l’utopia Natale 2004 di una parte sana del nostro cattolicesimo e protestantesimo italiano che noi vorremmo si trasformasse in realtà.         

Autore:
Albino Michelin
17.12.2004

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