domenica 10 gennaio 2016

Il CODICE DA VINCI, BESTSELLER DEL SECOLO

Certamente un titolo da enfasi, ma questo romanzo a detta di molti è il fenomeno letterario più sensazionale del nostro tempo. Più finzione che storia parte comunque da alcuni aspetti storici forse ad arte occultati sin dalle origini del Cristianesimo. Il romanzo di Dan Brown si può analizzare attraverso differenti filoni che qui tralasciamo. Ad esempio il suo furore contro i Templari (1312), ordine cavalleresco precursore dell'attuale Opus Dei, potenza religioso-finanziaria, veleno contro la chiesa istituzionale, o le dissertazioni sull'omosessualità di Leonardo Da Vinci. Mi limito a due constatazioni: la prima che il romanzo (8 edizioni dal 2003) è stato letto da moltissimi italiani, la seconda che alcuni aspetti sono stimolanti per togliere il velo ed equivoci dal Cristianesimo storico.
                            Anche i bagnini della spiaggia hanno letto questo thriller.
Si sa che in Italia quanto alla passione per i libri siamo un po’ sprovveduti, nel senso che siamo un popolo che ama parlare, chiacchierare, scrivere, poetare, ma non leggere. Un fatto caratteriale: un po’ egocentrici e vanitosi. Forse dipende anche da un ritardo culturale, di chierici e mandarini che per secoli hanno egemonizzato il sapere accaparrandoselo come un privilegio e guardandosi bene dal renderlo accessibile al volgo. Questa è stata anche la storia della Bibbia. Quando Lutero si peritò (1517) di tradurla in lingua popolare e darla in mano alla gente venne scomunicato dal Concilio di Trento. Siamo i più eminenti arretrati per quanto riguarda il consumo di libri. Solo il 27% dei nostri leggono un libro all’anno a fronte del 60% in Svizzera e del 75% in Austria. Scarsità già negli adolescenti, solo il 70% dei giovani studenti può affermare di aver letto un libro nel corso dell’ultimo anno. Immaginarsi con l’età e la pigrizia che avanzano. Il Codice Da Vinci però manifesta una controtendenza, divorato dalle masse di ogni ceto ed estrazione sociale. Persino dai bagnini di Jesolo che invece di ammirare le varie bellezze teutoniche se ne vanno a discutere con i turisti come successe con il sottoscritto, il quale fortunatamente il libro di 523 pagine se l’era letto e sottolineato. Certo non è il leggere in quanto tale che fa cultura ma anche le motivazioni, il perché, il modo, nonché le prevenzioni e i pregiudizi con cui ci si avvicina ad un’opera letteraria. C’è chi parte con l’idea di trovare conferma al suo mondo, al suo assetto mentale e resta irremovibile sin al qui detto, combatte le novità con cinismo ed ironia. C’è invece chi resta aperto a possibili riscoperte del sapere. Personalmente ho sempre amato appartenere a questa seconda categoria, si ha la sensazione che il mondo non abbia mai confini. Soprattutto ci si può innamorare di affermazioni come questa: «tutto è proporzione divina. C'è un ordine sotto l'apparente caos del mondo, l'uomo altro non fa che scoprire le regole della natura. Natura, arte, religione, tutto è codice cifrato”, ovvero codice da decifrare. Di qui si spiega in parte il perché del titolo del capolavoro letterario di Dan Brown. Quindi il richiamo alla nostra intelligenza di separare i fatti storici dalla creazione letteraria e di non sottovalutare il simbolismo, pure esso codice interpretativo della realtà.
                                              L’ultima cena di Leonardo in codice.
Nella storia dell’arte indubbiamente una delle opere più famose è la cena del Leonardo Da Vinci. Gesù attorniato dai 12 apostoli, tutti maschi. Ma ecco il codice. Il personaggio alla destra di Gesù non è l'apostolo Giovanni Evangelista, come tradizionalmente ritenuto, ma Maria Maddalena. Lo dimostrano le sue fattezze, le sue forme, tipicamente femminili. Secondo il nostro romanziere Brown il Da Vinci, al di là del fatto che fosse omosessuale e che il dipinto di Mona Lisa altro non sia che lui stesso travestito da donna, vuole mettere in risalto i torti che si sono inferti alle donne da parte del Cristianesimo sin dalle sue origini. L'ultima Cena altro non sarebbe che uno dei più stupefacenti contributi al femminismo sacro nella storia della chiesa. E qui il romanzo ti conduce a moderare il furore contro tale affermazione e ti può portare ad una sana e pacata riflessione. Al di sotto una certa verità e abbastanza corposa la c’è. La Bibbia non è piovuta per fax dal cielo, ma è passata attraverso tradizioni, aggiunte, revisioni. Fra un'ottantina di vangeli apocrifi (nascosti e tolti dalla circolazione) redatti 40-70 anni dopo la morte di Gesù ne sono stati scelti 4 perché rispondenti, secondo Leonardo, a criteri esclusivamente maschili. La Chiesa delle origini avrebbe ingannato il mondo diffondendo bugie contro le donne e spostando l'asse di interesse solo o prevalentemente verso l'attività e il ruolo del maschi. Si fece di tutto per sparigliare le carte, confondere e identificare Maria Maddalena con l'altra Maria, la prostituta che versò l’unguento prezioso sui piedi di Gesù in un pranzo di farisei. Invece la Maddalena fu la prima e unica persona (una donna!) a vedere Gesù dopo la Risurrezione e sarebbe stata così la prima organizzatrice delta chiesa, ma ciò non poteva essere digerito da una società patriarcale maschilista nella tela da Leonardo rappresentata da quel personaggio di secondo piano (Pietro), geloso la cui mano alzata sembra voler tagliare il collo alla malcapitata «apostola» Maddalena. Affibbiandole l'etichetta di prostituta, la chiesa si è difesa nel prosieguo dei secoli dal suo potere, dal potere influenza delle donne. E lungo il tempo tutte le donne di una certa cultura, istruite, amanti della natura, erboriste, furono chiamate streghe e bruciate al rogo. In modo particolare le levatrici, che intendevano alleviare le doglie del parto, che invece secondo la Bibbia avrebbe dovuto restare doloroso per giusta punizione di Dio contro Eva che aveva mangiato la mela. Indubbiamente qui l'autore Brown ha calcato un po' la mano, ma non farnetica, è sufficientemente informato perché le stesse argomentazioni, sia pure con minor livore, sono esaurientemente trattate dagli studi della teologa Fiorenza Schüssler, che da anni conduce serie ricerche bibliche. Che poi Brown vada oltre e ci descriva Maria Maddalena innamorata di Gesù e cui il Signore prima dì morire sulla croce al vederla ai suoi piedi ebbe a dire sconsolato: “ma a me chi me la fa fare questa vita?» E scese dalla croce sposandosi la «apostola» e facendosi una famiglia come tutti i comuni mortali. Ma anche questa è divagazione filmica, una fantasia che non ci interessa qui seguire. Dimostrazione comunque che il romanziere vive dentro i problemi del tempo e culturalmente non è uno sprovveduto. E quindi alcuni stimoli del bestseller non sono tutti da rifiutare. Come dice il proverbio «non va fatta di ogni erba un fascio e non va gettata via con l’acqua sporca anche il bambino». Riteniamo qui un bell'input positivo, cioè che la chiesa delle origini ha criptato le donne e a torto le ha ridotte come Maria a «modelli del silenzio».
                                               Rivalutazione dei vangeli apocrifi
Purificato da preconcetti pretestuosi il romanzo ci invita comunque a riflettere su alcuni elementi storici. Ad esempio la riscoperta e la rilevanza dei vangeli apocrifi. Come detto, quasi un centinaio, fra cui quello di Pietro, di Tommaso, di Maria ecc. Indubbiamente alcuni sono stati depennati ed eliminati perché relazionavano troppo bene sul lavoro apostolico delle donne. Oltre a ciò diventa legittima una domanda: nel cenacolo per l'ultima cena vi erano presenti solo gli apostoli oppure anche i discepoli? Nel vangelo di Luca (22,1) sì parla pure di discepoli. Nel caso cioè tutta la comunità dei credenti con donne e bambini, come donne e bambini erano stati partecipi della moltiplicazione dei pani. Per cui l’ingiunzione dì Gesù: «ripetete la cena, ogni volta fatelo in memoria di me», è stata rivolta solo agli apostoli o anche ai discepoli, donne incluse? La provocazione a studiare seriamente se alle donne oggi debba essere o meno negato il diritto al sacerdozio. Su questa linea di apertura si collega pure il recente film “Gesù” di Abel Ferrara, premiato a Venezia nell'agosto 2005. Tutto orientato su Maria Maddalena, la dodicesima «apostola», sui vangeli apocrifi, sul reale ruolo che Maria ebbe nella definizione della religione cristiana e sul pensiero di Gesù al riguardo. Il pubblico di Venezia applaude dentro la mostra e fuori si interroga. Anche se spesso in ritardo e rimorchiata dalla storia e dagli eventi saprà la nostra chiesa cattolica interrogarsi e darci delle risposte senza restrizioni mentali? Noi lo pensiamo, anzi lo speriamo.

Autore:
Albino Michelin
21.10.2005

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