mercoledì 6 gennaio 2016

MANIPOLAZIONE DELLO SPIRITO SANTO

In passato il luogo dove si ascoltavano le dissertazioni teologiche sullo Spirito Santo e d’onde si apprendevano le lezioni sui doni e carismi era il pulpito delle chiese. Oggi invece è diventato anch’esso un affare di auditel e di audience. In effetti diversi conduttori e cronisti televisivi verso metà aprile 2005 in occasione dell’imminente conclave dopo la morte di Wojtyla allorché i più elementari sondaggi giornalistici davano per papabile Ratzinger asserivano in tutta prosopopea che lo Spirito Santo stava guidando la scelta del sacro collegio. Il tutto in clima di vespismo invadente e garrulo, a cui il portacolori Bruno Vespa appunto non si deve perdonare la risposta al messaggio di condoglianze inviato alla curia vaticana il giorno dopo la morte di Wojtyla:” le condoglianze della chiesa russa sono ipocrite”. Squallido processo alle intenzioni senza che nessuna autorità vaticana o italiana protestasse. Dunque comunicato:” lo Spirito Santo stava guidando il conclave” come si trattasse di una notizia di borsa o di mercato. Allorché lo stesso eletto Benedetto XVI nei suoi precedenti studi teologici era di tutt’altro avviso. Cioè che l’assistenza dello Spirito Santo nell’elezione del papa, come in tanti altri passaggi cruciali della chiesa, va intesa in senso elastico, cioè non come se fosse lui a suggerire il nome del futuro pontefice. Ed è ancora Ratzinger che scrisse poco tempo fa nel “El Mundo” testuali parole:” non vorrei dire che Lo Spirito Santo interviene nell’elezione di un papa perché chiaramente vi sono molti esempi di pontefici con la cui elezione non ha avuto nulla a che vedere”. Parlare come se ne arrogano il diritto certi nostri reporter televisivi confonde e intontisce ancor di più le persone che non hanno la capacità di discernere criticamente fra i meandri del linguaggio teologico. Vorrebbe dire che se l’eletto dai cardinali si sentisse eletto da Dio, nessuno ci potrà liberare dal fondamentalismo cattolico, perché in tutte le religioni e non solo in quella islamica, una base certa di questo principio è proprio credere di essere gli eletti da Dio. Di qui si capisce che cosa oggi non fa un clericalismo senza fede, la fame di lucro e di notorietà mediatica. L’occasione potrebbe indurci a limitare un po’ tutti sia nell’ambito ecclesiale come in quello laicale l’enfasi sullo Spirito Santo.
                                  Lo Spirito Santo nelle valigette diplomatiche.
Subito le mani avanti, non nego l’esistenza di questa realtà né la metto in dubbio, ma discutibile diventa tutta questa sicumera, sia essa di singolo come di gruppo, che si arroga il diritto di collocare lo Spirito Santo negli ambiti, settori, categorie, personaggi, riti, circostanze di propria scelta e di escluderlo invece da altre di non proprio gradimento. Questo stato di cose si esprime spesso, esempio fra i tanti, con le seguenti asserzioni:” che cosa ne sappiano i laici dello Spirito Santo, non è cosa loro, è appannaggio riservato alla gerarchia cattolica, in parte al clero “. Ci segue poi anche un cartellino giallo:” i laici non si permettano di giudicare, tanto meno di criticare la chiesa perché essi non possiedono lo Spirito Santo”. Con tale linguaggio si dà l’impressione che esso sia custodito come in una valigetta diplomatica, che soltanto agli uomini del potere sacrale è dato di aprire ed estrarre in porzioni adeguate da conferire in occasione di battesimi, cresime e atri sacramenti. Uno Spirito Santo che in pienezza al 100% risiederebbe nel Papa, quindi nei cardinali, vescovi, e giù in ordine decrescente fino all’ultimo degli umani. Qualche osservazione sembra doverosa. Allorché nella chiesa delle origini si dovette completare il numero degli apostoli dopo la scomparsa di Giuda furono presentati da Pietro alla comunità due nominativi: Mattia e Barnaba. Ed essa scelse il primo (Atti capo1). Ma poco più tardi gli stessi credenti del gruppo (10,45) si meravigliavano perché lo Spirito del Signore si effondeva anche sopra i pagani. Nel caso Pietro dovette spegnere la loro gelosia dichiarando:” chi siamo noi per porre impedimento a Dio?” (11,17). Come dire, lo Spirito Santo lo possiedono tutti gli uomini, credenti o meno. Giustificazione di ciò si trova anche nel primo libro del Genesi, Bibbia, racconto delle origini. (La Bibbia non è un mito, ma ne contiene parecchi per facilitare la comunicazione del messaggio iniziale). In tale mito si descrive appunto l’apparire dell’uomo sulla terra, sul quale Dio soffiò il suo alito, cioè il suo Spirito Santo. Ogni uomo prima ancora di aderire ad una religione o meno, di scegliersi una fede o meno, è immagine di Dio e ne possiede lo Spirito suo. Non esistono di fronte a Dio degli eletti battezzati e dei bastardini non battezzati. Il vento soffia dove vuole, non si sa da dove viene e dove va. (Giovanni 3,8). Così è dello Spirito Santo. Se una differenza tra esseri umani ci sia è solo nella possibilità o meno che si dà a questo Spirito di manifestarsi a noi e agli altri, diremmo nell’utilizzo. È come avere un deposito in banca, a nulla serve se il proprietario non lo mette in circolazione.
                     Cristiani come bottiglie di vino: etichetta barolo e contenuto aceto.
Indubbiamene i sacramenti dei cristiani servono senz’altro, ma nella misura in cui riescono o vogliono attivare questo frammento di Dio, loro donato con la nascita. Per cui potremmo trovarci anche di fronte a questa stranezza: cattolici con addosso tutti i sacramenti di santa romana chiesa privi della più elementare onestà e dall’atra parte atei senza nessun sacramento ma capaci di una sensibilità morale ineccepibile. I primi come i secondi possiedono lo Spirito Santo, ma i secondi lo oscurano, non lo utilizzano, non diffondono la forza che può cambiare il mondo. I secondi non sanno di possederlo, ma inconsciamente ne esprimono le dinamiche interne. E dai singoli ampliamo il discorso ai popoli e alle civiltà. Si dice spesso che il cristianesimo è superiore alle altre religioni a motivo della sua diffusione geografica e quantitativa. Un miliardo e mezzo insediatosi in tutto il mondo non può che essere opera dello Spirito Santo. Ma quanti di questi cattolici sono stati aggregati a suon di guerre sante, di conversioni coatte e quanti con la convinzione e scelta personale frutto dello Spirito Santo? Se si fosse avverata la seconda logica saremmo sì e no la metà. Mentre invece le religioni orientali, (Induismo, Buddismo…)  più antiche della nostra si sono diffuse con minor violenza e minor furore di armi. Vorremmo sostenere che queste ultime non si sono diffuse per opera dello Spirito Santo?  Per Gesù là dove c’è l’amore c’è lo Spirito di Dio, dove manca l’amore non c’è nessun Spirito suo. Un po’ come nelle bottiglie di vino: non basta apporre l’etichetta Bardolino e dentro magari contiene aceto. Meglio una bottiglia senza etichetta, ma con dentro buon vino del contadino. Un’ultima considerazione. Noi abbiamo l’abitudine di dividere il mondo in buoni e cattivi e che dai cattivi nulla può venir di buono. Ma questo è preconcetto. Se ogni errore è, come fu detto, una verità impazzita, qualcosa di buono possiamo prenderlo da tutti. Anche da Marx il materialista, anche da Freud il patologico sessuale, anche da Nietsche l’ironico ateista. E per venire a noi, anche dai membri del nostro governo, da Berlusconi a Bertinotti e viceversa. Qualcosa di positivo c’è pure in loro e in tutti noi, e quel poco è frutto dello Spirito Santo. Se non fecero, non fanno, non faranno qualcosa di meglio è perché lo criptano, gli chiudono le tapparelle, non lo lasciano esprimere.
                                    Le donne non hanno ancora lo Spirito Santo
Quanto espresso nell’articolo potrei definirlo anche divagazioni sullo Spirito Santo. Però non tanto, se l’occasione mi è venuta proprio dai nostri conduttori televisivi, i quali nel passaggio di consegne fra i due papi altro non fecero che inflazionarci di Spirito Santo attribuendogli con un po’ troppa faciloneria (aiutati che il ciel t’aiuta) la consegna di salvare il mondo, di portare la pace, di eleggere il nuovo pontefice. Wojtyla nel suo quarto di secolo fece oltre 120 cardinali a sua immagine e somiglianza, di cui 115 incaricati di eleggere il suo successore. Confidiamo che nell’apporre la loro crocetta sulla scheda si siano lasciati guidare dallo Spirito Santo e non da interessi di parte come talvolta è successo tra papi del medioevo che finirono per eliminarsi a vicenda. Augurandoci però che i neo Pontefici di “Porta a porta” aiutino la nostra gente a ragionare senza assumersi il ruolo di maghi di Dio. Ragionare: in effetti Ratzinger fu eletto in famiglia da una manciata di eminenze maschili, mentre l’altra metà della mela, cioè il 60% del mondo cattolico o mondo-donna non ha avuto nessun accesso a tale operazione. Nulla da eccepire? Non è un’offesa alla manovalanza cattolica? Lo Spirito Santo deve volare ancora parecchio, maschi permettendo, per farci capire che anche le donne hanno un’anima e quindi il diritto-dovere all’elezione del papa in ossequio al loro Spirito Santo. L’affermazione non necessita di tante discussioni.

Autore:
Albino Michelin
03.06.2005

Nessun commento:

Posta un commento