mercoledì 13 gennaio 2016

PRIMA DI ALZARE LA VOCE CONTRO GLI OMOSSESUALI

Sabato 10 marzo 2007 a Roma, capitale d'Italia e del cattolicesimo, a detta di molti abbiamo assistito ad una delle più banali carnevalate e mascherate della nostra storia. Una manifestazione di piazza organizzata dai gay omosessuali a favore dei ”Dico” (diritti delle coppie di fatto, le loro comprese). A detta di altri invece, pure molti, si è finalmente potuto gridare al mondo degli ipocriti che la discriminazione, il disprezzo, la condanna di queste persone da parte dei cattolici e dei borghesi conservatori vanno contro il vangelo e i diritti dell'uomo. Ed è proprio una stranezza unica che in Italia si debba ricorrere a queste messe in scena per richiamare l'attenzione sui principi più fondamentali della vita. Mercoledì 12 marzo alla trasmissione di Santoro "Anno Zero" su Rai Due, dal titolo "Chiesa e Omosessualità" il ministro Mastella lasciò platealmente il pubblico gridando: "sapevo che questo era un comizio di comunisti, ma non che fosse un mucchio di froci". Il sesso è sempre stato un argomento tabù e l’omosessualità una vergogna da schifare. Vale la pena quindi operare un'analisi più approfondita non tanto del fenomeno scandalistico, quanto della seria realtà che sotto vi soggiace.
                                                       Intendersi sul linguaggio
Cioè sulle parole che stiamo usando.  Anzitutto il vocabolo "sesso" deriva dal latino "secari", che significa separare, distinguersi, differenziarsi. Rendere diverse e complementari due parti di un'unica realtà, nel caso l’uomo e la donna. Sono diversi ma si richiamano e si completano. Esiste un sesso biologico determinato al momento della fecondazione, cromosomi XX nell'uomo, XI nella donna.   Esiste il sesso genetico, quello che sviluppa i diversi e differenti ormoni. Certo vi potrebbe essere anche una patologia ed uno sviluppo cromosomico non lineare. Non andiamoci a trovare delle colpe, così è.  Esiste un sesso psicologico affettivo, dipendente dall'anima e dall'animo. Sono importanti ricerche del psicologo Jung, (1875-1961) zurighese. Cioè "l'anima“ corrisponde alla parte femminile dell'inconscio dell'uomo, e  "l'animo" alla parte maschile dell’inconscio femminile. Nel senso che dal punto di vista psichico nell’uomo è presente l'anima, nella donna l’animo. Coppie opposte e complementari all'interno della nostra struttura emotiva, di ogni uomo e ogni donna.  Fondamentale è l’equilibrio fra queste due polarità, lo sviluppo coerente. In caso contrario abbiamo i cosiddetti diversi, da noi posti nella categoria degli omosessuali. La prima componente della parola "omo“ non  significa uomo, bensì dal greco vuol dire  "uguale",  cioè avere rapporti con l’uguale sesso. Più globalmente si definisce come tendenza o preferenza per le persone che appartengono allo stesso sesso.  Talvolta tale sentimento si esprime addirittura come identificazione col mio simile. L'omosessualità, continuiamo con la chiarifica dei termini, può essere innata oppure indotta. C'è chi viene al mondo così e chi lo diventa per una particolare ambientazione e frequentazione sociale, soprattutto se prolungata. Questo secondo caso può essere frequente negli istituti di soli maschi o femmine, seminari, caserme, educandati ma potrebbe essere anche superabile con la mutazione dell'ambiente e dei rapporti.  Più difficile invece se non impossibile alla natura qualora si tratti di omosessualità innata, congenita.  E qui qualcuno parla addirittura di cervello con diversa configurazione, il che non significa affatto cervello malato. Altri si riallacciano anche alla biologia animale per affermare che gay o lesbiche si nasce. E portano il caso dei piccioni, oche, lupi, macachi, babbuini che sono o manifestano tendenze omosessuali. Elementi di ricerca da approfondire, senza il sorriso ironico dei moralisti bolsi.  D'altronde chi offende persone che dalla nascita scrivono con la mano sinistra? La cosiddetta terapia riparativa, a cui oggi si tenta di ricorrere, se può dare una mano all'omosessualità indotta, può essere insufficiente e talvolta pericolosa in quella innata e congenita.  Spesso l'interessato la recepisce come violenza con spinte verso il suicidio.  Questa analisi è frutto degli studi attuali, però fa ancora specie che pubblicazioni edite da tipografie cattoliche non diano rilevanza a queste conclusioni e tutto riducano a peccato, devianza colpevole, mancanza di fede e di preghiera. Con il risultato che gli omosessuali sarebbero dei lerci peccatori, gli eterosessuali sarebbero angioletti del cielo. Il frutto di una bimillenaria educazione   cattolica. A monte di ciò non va dimenticato il fatto che gli omosessuali o lesbiche sono dotati di una profonda sensibilità affettiva, tanto più intensa, quanto più nell'infanzia è stata soffocata, punita, deviata o carente. Non è novità per nessuno ricordare che i più grandi geni furono pure omosessuali: Leonardo da Vinci, Michelangelo fino a noi Pier Paolo Pasolini, e il contemporaneo tutt'ora vivente Franco Zeffirelli, regista filmico, autore dell’opera cinematografica "Gesù ". Inoltre Padre Testori, prete gesuita di Comunione e Liberazione, emerito scrittore. Tutti costoro, senza vanto e senza infamia, hanno dichiarato pubblicamente la loro omosessualità e difeso diritti e riconoscimento che agli omosessuali si dovrebbero concedere.
                                 Troppo lunga la storia contro gli omosessuali
 Per 2000 anni condannati a nascondersi, ad occultarsi, a sparire. Oppure finire nel rogo. Fino a qualche anno fa gli omosessuali non potevano accedere alle cariche pubbliche o all'insegnamento, in Germania furono sterminati con gli ebrei della Shoah. In un paese del Siracusano (Sicilia) una   famiglia di ex emigrati, tre figli, ha dovuto abbandonare la gestione di una funzionante pizzeria, e trasferirsi al nord con tutti i rischi d’inserimento professionale perché il figlio Francesco all’età di 12 anni si è scoperto donna e volle chiamarsi Francesca. Condannato e condannati tutti alla morte sociale. Ma questi casi in Italia, nei paesi cattolici, sono quotidiani. Non esiste documento alcuno della chiesa emanato in difesa della vita e dell'incolumità di costoro. Il tutto basato sulla Bibbia, una Bibbia, sia chiaro, non contestualizzata. Ne citiamo qualche passo. Genesi 19.5: "Fai uscire i due uomini che vogliamo abusarne " gridava il popolo a Lot. Omosessualità punita con la distruzione di Sodoma e Gomorra . Paolo, I Corinti 6.9: "Non illudetevi, né immorali, idolatri, sodomiti, erediteranno il Regno di Dio". Paolo ai Romani I,26: "Dio li ha abbandonati a passioni infami, a rapporti contro natura, donne con donne, uomini con uomini" . Paolo la a Timoteo 1,9: "La legge è istituita per gli iniqui, ribelli, empi, omicidi, maschi che si accoppiano con maschi ...". Certo così è scritto, ma facciamo attenzione alle letture o meglio alle interpretazioni strabiche e pericolose. Questi testi vanno posti nel contesto storico. Cioè in quel tempo l'atto sessuale era concepibile solo in funzione della procreazione.  Un accoppiamento doveva avere per scopo un figlio. Masturbazione, sesso per amore, perdita e spreco del seme era un delitto contro la moltiplicazione della specie. Oggi un diverso contesto ci fa comprendere che importante prima di tutto è l'amore, in secondo luogo che vi può essere un rapporto anche senza figli (esempio il matrimonio degli ottantenni). Per cui la domanda più che lecita: due omosessuali o lesbiche che convivono nell'amore sotto lo stesso tetto vanno contro la legge di Dio, di Gesù, della Bibbia?  Lasciamo aperto il discorso perché anche il Cardinal Martini consiglia a non essere troppo sommari nella questione. Senza sottovalutare ma nemmeno sopravalutare alcuni documenti vaticani usciti di recente. Come quello del 3.6.03 che vieta le unioni legali fra gli omosessuali e quello dello ‘05 che proibisce a chi ha tendenze o cultura omosessuale a farsi prete. Dico "senza sopravalutare".  Perché in merito tutti siamo testimoni di radicali evoluzioni nella chiesa. Ad esempio i preti non potevano quarant’anni fa celebrare il matrimonio in chiesa a coppie conviventi, perché concubine. Storico l'episodio del Vescovo di Prato Fiordelli che per poco non finì in galera per aver diffamato in cattedrale una coppia divorziata dichiarandola pubblica peccatrice.  A distanza di 40 anni oggi tutti i preti sposano in chiesa coppie di fidanzati che convivono da anni. Non disturba pensare che fra qualche tempo i divorziati saranno ammessi alla comunione, diversamente a messa ci sarà lo sciopero della fame (delle ostie intendo). La storia ha insegnato tante cose anche alla chiesa. Purtroppo che essa anziché fare della storia apripista si è fatta spesso dalla storia rimorchiare. 
                                     Outing, la sfida pubblica degli omosessuali.
Outing è una espressione inglese e significa esternazione, manifestazione. Scandalizzare e rivendicare pubblicamente la propria appartenenza al mondo gay. Una legittimazione alla luce del sole. A Roma il 10 marzo 2007 se ne sono viste di tutti i colori, da manifesti con pubblicità romantica come "famiglia arcobaleno", ad altre molto più pesanti come: "Meglio omosessuali che flagellanti ". "Dico io, oh Papa Ratzinger così tu ci ... Ruini  la vita". Sino ad un cartello mezzo blasfemo: "Maledictus  XVI" . Anche fra di noi chi è credente ci è rimasto male. E per due motivi: primo perché si vedono strapazzate persone rappresentative. Secondo per un motivo inverso, cioè che questo anticlericalismo, morto da oltre un secolo, la chiesa un po' se lo merita. Perché una cosa è la libertà di predicare il vangelo e la morale, che nessuno le contesta, ed un'altra è voler gestire la politica italiana in prima persone con intimidazioni morali e condizionamenti ai rappresentanti del Governo. Una legge che regoli anche i diritti delle coppie di fatto omosessuali o lesbiche (adozione di figli qui non compresa) è fuori discussione. Né ci si deve difendere con la scusa che gli omosessuali sono minoranza. Fossero il 10% o l'1 % non fa differenza. Le leggi si fanno sempre per tutelare le minoranze, le maggioranze ”oneste” non ne hanno bisogno. Gli ospedali di ortopedia si costruiscono non perché la maggioranza dei cittadini ne abbia bisogno, ma perché una minima percentuale necessità di cure adeguate al caso. Indipendentemente dalle conclusioni di questa battaglia certamente un diverso atteggiamento deve assumere la società, specie l'alleanza degli intolleranti antigay. Lasciar cadere l'espressione gay perché offensiva. Sorta in Provenza (Francia), nel quinto-sesto secolo significava tipo gaio, vivace, ridanciano, cigolò, pagliaccio. Abbiamo almeno la buona educazione di chiamarli omosessuali e di batterci per il riconoscimento dei loro diritti. Questo potrebbe dire rispettare i diversi.

Autore:
Albino Michelin
23.03.2007

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