sabato 5 settembre 2015

BENVENUTO AL PAPA IN SVIZZERA

A tutti è noto che Papa Wojtyla sarà in Svizzera e particolarmente a Lucerna sabato mattina 16 giugno per incontrarsi anche con gli stranieri. Alcuni italiani del nostro distretto hanno espresso interesse a partecipare a questa manifestazione. Lo scopo del presente editoriale va oltre: i nostri cattolici non devono recarsi a Lucerna solo per una esibizione folkloristica, o per una identificazione di trionfo al protagonismo di un personaggio così carismatico, o per una riaffermazione d'imperialismo confessionale cattolico d'altri tempi: devono farsi carico anche di alcune situazioni irrisolte all'interno della chiesa nostra e che la visita del Papa dovrebbe e potrebbe prendere in considerazione. Anche il Presidente della Conferenza episcopale svizzera, Mons. Schwery ebbe a dire due mesi orsono alla stampa: «se i cattolici svizzeri hanno alcune opinioni diverse da quelle del Papa, sono abbastanza intelligenti da dirgliele». In base a questa affermazione ci permettiamo di elencare 5 istanze dei cattolici svizzeri, dei quali i nostri pellegrini di Lucerna dovrebbero diventare portavoce.
1) La situazione dei cattolici divorziati e risposati civilmente. Dal punto di vista pastorale questa gente, spesso incolpevole e animata di buona volontà, attende una integrazione ecclesiale.
2) Il sacerdozio agli uomini sposati. Proprio su questo aspetto il Consiglio Pastorale cantonale di Lucerna ha inviato una mozione al proprio Vescovo O. Wust, affinché la trasmetta al Papa. Ciò comporta a lunga distanza anche la ridiscussione dell'obbligo istituzionale del celibato dei preti, obbligo, come noto, sorto per particolari ragioni storiche, ma non dalla Bibbia;
3) Maggior spazio ai laici all'interno della chiesa, anche se il recente Diritto Ecclesiastico tende a restringerlo. Ciò comporta di conseguenza anche la promozione ecclesiale della donna, la possibilità di un suo sacerdozio. La Bibbia infatti non è misogena e maschilista, come lo è stato qualche epoca storica.
4) Il riconoscimento della confessione comunitaria sul piano sacramentale, pari a quello della confessione privata, considerate due forme della stessa riconciliazione e perdono dei peccato che viene da Dio. E qui ci si ricollega già ad una istanza promossa dall'episcopato svizzero nel 1968.
5) Una maggior trasparenza della chiesa sul piano finanziario evitando sporche operazioni di denaro e parentele bancarie che a distanza si rivelano una controtestimonianza alla Chiesa dei poveri e per i poveri. Annuale comunicazione dei bilanci del Vaticano, come avviene in tutte le amministrazioni di Chiesa svizzere (Kirchenpflege) e nei Consigli Pastorali. Solo in questo senso va recuperata una certa credibilità perduta. Equa distanza infine dalle ideologie materialiste: non solo dal marxismo, il sistema di rivolta della gente dalla pancia troppo vuota,· ma anche dal capitalismo, il sistema di sfruttamento della gente dalla pancia troppo piena.
Questi sono gli aspetti emergenti che la visita del Papa non deve ignorare. Sappiamo che attorno a questo avvenimento si sta facendo anche della bottega, importante è non lasciarci coinvolgere. Anche alla nostra Missione sono arrivati e arrivano da librerie e da Case editrici pacchi di cartoline illustrate sul Papa con proposta di pagarle Fr. 0,50 e di venderle al pubblico a Fr. 2: il ricavato andrebbe alle casse dei nuovi operatori economici, cioè, nel caso, alla missione cattolica. E' chiaro che noi abbiamo rimandato e rimanderemo tutto al mittente. Gesù scaccerebbe oggi questi mercanti dal tempio e Lutero nel 1517 non ha avuto tutti i torti a contestare il commercio del sacro. Su questo punto cerchiamo di essere lineari noi comunità cristiane di base: Il Papa non è una vedette, un divo, non è un Toto Cutugno o un Jon Travolta. Giù le mani: la Chiesa non è una bottega! Auguriamo ai nostri pellegrini di Lucerna di farsi carico dei problemi su esposti. Non è importante che facciano manifesti o chiassate, né che la loro voce: divenga grido fra la folla. Può restare anche voce silenziosa, repressa, sofferta. Ma non venga soppressa. Con la pazienza della storia queste idee si faranno strada nel futuro. Il Papa ha bisogno anche della nostra vigilanza, non solo della nostra osannante sudditanza.In questo spirito allora, benvenuto al Papa Giovanni Paolo Il in Svizzera da parte della Comunità cattolica stranieri di Affoltern.

Autore:
Albino Michelin
05.05.1984

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