martedì 8 settembre 2015

I PENTIMENTI DELLA CHIESA

È fuori discussione che ogni uomo politico diventa oggetto di interesse, di curiosità, di controllo e di giudizio da parte del pubblico stesso. Qualsiasi uomo, detenga esso il ruolo del potere, quello del sapere, quello dell'avere. E' ovvio quindi che i vari Pippo Baudo, i Berlusconi, i Papi e un gradino più sotto i giornalisti, i divi del cinema, i sindaci, i preti ecc. abbiano da sottostare a questa legge. Bisogna vedere fino a che punto un uomo pubblico può invocare rispetto per la sua vita privata o se invece ha da proporre un modello di vita privata coerente con quella pubblica. Premessa necessaria per introdurci sul ruolo svolto negli ultimi decenni (fino al 2005) da Papa Wojtyla: Se da una parte vale l'avvertimento di Gesù "non giudicate per non essere giudicati", dall'altro vale un altrettanto chiaro avvertimento di Gesù: "dai frutti giudicate l'albero". Anche un papa quindi può avere dei pregi e dei limiti. Non interessa qui citarne i limiti, rimango sugli aspetti positivi. Non mi metto nella pelle di nessuno, e non parlo a nome di nessuno, solo di me stesso. Le masse apprezzano in questo papa il viaggiare, la capacità di comunicare, l'avvicinare fra di loro tutti i popoli. Quello che invece io personalmente considero è il suo pensiero, cioè l'interpretazione che egli dà della chiesa e della storia oggi, e in che rapporto propone di incarnare le due realtà. In questo contesto mi fece positiva impressione la confessione della Chiesa pubblicata qualche settimana fa, (febbraio 194), nella quale il Papa alle soglie del 2000 chiede perdono all'umanità per gli errori e gli orrori compiuti dai cristiani della chiesa in questi duemila anni. La cosa non mi ha né offeso, né indignato, ma piuttosto imposto alcune riflessioni. Se è vero che il giusto pecca sette volte al giorno, nessuno al mondo, chiesa cattolica compresa, dovrebbe presumere di non aver bisogno di pentirsi. La chiesa è santa, non perchè i suoi membri (papi, preti, fedeli), lo siano automaticamente ma perchè possiede possibilità e strumenti di santità. In questa revisione storiografica della chiesa da parte dell'attuale papato, in questa richiesta di perdono agli uomini del passato vi sono riferimenti generici come la condanna delle crociate, delle guerre sante, della tratta degli schiavi, delle colonizzazioni e battesimi forzati. Vi sono anche però riferimenti specifici, di cui faccio menzione, perché a molti saranno nuovi. La riabilitazione dei Templari. La storiografia già da decenni li ha assolti. I Templari, ordine cavalleresco a custodia del Santo Sepolcro, vennero ingiustamente accusati di pratiche sacrileghe (adorare il demonio sotto forma di gatto nero), per essere confiscati dei loro beni da Filippo IV Re di Francia unitamente al Papa Clemente V. Si era nel 1311. Un migliaio i templari bruciati, uccisi, massacrati. Il peggiore assassinio giudiziario del Medioevo. Frate Savonarola, predicatore e riformatore della chiesa, mandato al rogo nel 1498 riabilitato a Ferrara dal Woytila nel 1991 quale uomo di severa penitenza. Lutero scomunicato nel 1521, di cui oggi Woytila riconosce "l'alto valore spirituale". Tralascio i casi di Giordano Bruno bruciato nel 1600 e Galileo condannato nel 1633. Per il secondo Giovanni Paolo Il ha chiesto perdono agli uomini di scienza. Infine Antonio Rosmini (1197-1855) fondatore dell'istituto della Carità. Prospettava una chiesa meno corrotta dalla tangentopoli del tempo, dalla commistione trono-altare. Condannato il suo libro "Delle cinque piaghe della santa Chiesa" con le 40 tesi. Oggi riabilitato, la sua beatificazione, è imminente. Da questi errori storici la chiesa con il suo pentimento ha appreso a leggere di più e meglio nei segni dei tempi. Gesù ha detto (Matteo 16) che come si riconosce l'aspetto del cielo "rosso di sera bel tempo si spera ... rosso di mattina pioggia s'avvicina" cosi bisogna sapere leggere i segni dei tempi. Dio è presente non solo nell'Eucarestia, nell'autorità religiosa, nei poveri, è presente anche nella storia, basta saperne discernere i segni. Certo non ogni testa rasata o croce uncinata è parola di Dio: La storia insegna di non gettare mai via subito l'acqua sporca con il bambino. Oggi sotto fuoco vi è il problema del sacerdozio delle donne. Non so se vale fa pena da parte dell'attuale papato insistere nel rifiuto, basandosi su "leggi divine". Che non avvenga fra mille anni che un altro papa, magari un Leone 90° chieda perdono alla storia dello sgarro inflitto alle donne per 30 secoli, cioè per aver loro negato questo ministero. Diversamente i pentimenti postumi della chiesa sarebbero lacrime di coccodrillo e astuzie diplomatiche.

Autore:
Albino Michelin
25.03.1994

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