domenica 6 settembre 2015

CONVEGNO DI CHIESA IN ITALIA: POLITICA E PARTITI

I giornali e la stampa ci hanno informato che dal 9 al 13 aprile 1985 ha avuto luogo a Loreto (Ancona) il secondo convegno ecclesiale dei cattolici italiani. Duemila partecipanti circa di cui metà ecclesiastici e metà laici, 317 donne. Una novità assoluta registra questa assemblea di chiesa, in cui la gerarchia non fa più la parte del leone? In cui la donna è si ancora minoranza, ma minoranza consisterne? il tema riguardava ovviamente i rapporti della chiesa italiana con la particolare situazione storica della nostra società attuale, in un atteggiamento da non sottovalutare, cioè quello della riconciliazione. E qui non si trattava tanto di una riconciliazione scontata, cioè un chiedere perdono della gente alla chiesa, ma una riconciliazione dall'alto: anche la chiesa gerarchica, la chiesa clericale, la chiesa dei cattolici deve chiedere perdono alla società italiana. "La chiesa ha bisogno di chiedere perdono?" Lo ha sottolineato non il solito studentello contestatore, ma il Card. Pappalardo di Palermo ovviamente a nome di altri grossi nomi con i quali si sarà consultato. Chiedere perdono per i peccati di omissione avvenuti dal 1860 ad oggi nei confronti dell'unità d'Italia e degli italiani. In effetti l'Italia si è fatta nonostante la chiesa. Già da quei tempi la chiesa frenando l'unificazione d'Italia ha favorito il sorgere del brigantaggio. E dopo l'unità la chiesa non favorì la riconciliazione fra gli italiani proibendo l'uso del voto dei cattolici in politica (vedi Pio IX e Leone XIII ai tempi di Vittorio Emanuele II), nell'ultimo scorcio di secolo, accusando lo stato di aver detronizzato il Papa dal potere temporale. Nel 1923 Pio Xl obbligò don Sturzo, sotto la spinta di Mussolini, ad espatriare, sostituendolo con De Gasperi alla direzione del partito popolare che poteva rappresentare un coagulo e l'unica forza emergente contro il fascismo. Subito dopo la guerra del '45 Pio XII entrò in contrasto con De Gasperi, quando quest'ultimo non volle accettare a Roma la coalizione DC con la destra, come auspicato dallo stesso Papa. E quindi la scomunica contro chi votava partito comunista nel 1948, scomunica il cui testo è ancora affisso in molti confessionali del sud Italia, ricchi di intarsi artistici, di Madonne e di ragnatele.
A tutta questa storia pensava il Card. Pappalardo quando sollecitò la chiesa a chiedere perdono ai nostri connazionali predecessori. Ma di che cosa? Egli sottolinea chiaro: "la chiesa deve confessare le sue colpe per la complicità almeno al negativo o di ambiguità espressa appoggiando i suoi partiti di oggi, e difendendo in Sicilia un partito, la DC, che è diventato un supporto di delinquenza spicciola e di criminalità organizzata, terrorismo, disoccupazione, emigrazione coatta, mafia. Chi parla non è un qualunque pretuncolo di periferia, ma un Cardinale Cosa significa tutto questo in pratica? Che in Italia deve terminare al più presto, se non fosse già avvenuto il collateralismo e la parentela della chiesa cattolica con questo o quel partito di preferenza e in modo particolare con la Democrazia cristiana. La chiesa non può e non deve identificarsi con nessun partito, con nessun gruppo di interesse. Deve formare una coscienza unitaria ed una grande libertà. Per quanto concerne partiti, voto, elezioni, referendum. Ognuno si esprima secondo coscienza. Per coscienza unitaria si intende: scelta per la pace, rifiuto della violenza, primato dell'uomo sul lavoro e sul profitto. E questa coscienza deve diventare un fermento, un impegno nel sociale, ma smetterla di essere o di identificarsi con un partito.Sì sa che Papa Woytila è andato a Loreto e ha fatto un discorso alla chiesa italiana sull'unità politica dei cattolici. Ma qui si deve dare atto che la chiesa italiana ha dimostrato una certa maturità. Ha considerato l'intervento del Papa come utile contributo, ma non vincolante ai fini del nostro futuro. Nessuno vuole tornare più al collaborazionismo obbligato con il partito della DC: sarebbe fuori della storia. Ma i nostri emigrati all’estero si sono accorti di questo cammino in avanti della chiesa italiana, cioè della base, del popolo, della gente? Pare di no. A ragionare di chiesa e politica si sono fermati al 1948.

Autore:
Albino Michelin
04.05.1985

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