domenica 13 settembre 2015

LA PSICOLOGIA E LA PAURA DELLO PSICOLOGO

La parola psicologia, alla lettera, significa: discorso, scienza che ha per oggetto la psiche, cioè l'anima, la mente umana. La psicologia si occupa della mente, di ciò che contiene, emozioni, impulsi, fantasie, affetti, sentimenti, idee, pensieri che nascono nell'uomo e delle loro vicende, della salute, del benessere mentale, di ciò che lo favorisce, lo condiziona e di ciò che lo compromette. Si occupa perciò anche dei disturbi, delle sofferenze, delle malattie della mente. Alcuni studiosi di psicologia dicono che unico oggetto di questa scienza dovrebbero essere i comportamenti, cioè l'agire visibile, sperimentabile dell'uomo e le tecniche per modificarli dall'esterno. Questa visione appare a molti troppo povera perché sembra escluda la meravigliosa realtà sconfinata dell'interiorità dell'uomo e lo riduca ad una specie di robot o, nel migliore dei casi, ad un animale ammaestrabile. Ci sono scuole psicologiche che si interessano a come la mente umana arriva a formulare pensieri, idee fondate sulla realtà, creative, capaci di trasformare la realtà stessa, il mondo delle cose nel quale viviamo in un mondo più ordinato, più sano, meno faticoso. Ci sono altri psicologi e scuole psicologiche molto interessati al rapporto fra la mente e il sistema nervoso, a come lavorano insieme. Alcuni pensano che la mente sia solo una parola che sta per cervello e basta; altri, invece, sono convinti che il cervello sia uno strumento necessario da non identificare e confondere con la mente. Certo è che gli affetti, le emozioni, i sentimenti che occupano ed animano la mente sono strettamente legati, oltre che alle condizioni generali di salute fisica della persona, anche alle relazioni che la persona ha stabilito con le figure importanti della sua vita e all'ambiente culturale, sociale, economico nel quale è vissuta e vive. Allo psicologo, quindi, interessa capire come è fatta e come funziona la mente, che cosa contiene: come si formano le idee, i pensieri, come nascono, in che cosa consistono, come si esprimono o si mascherano le emozioni, gli impulsi, i sentimenti, cos'è l'attenzione, come funziona la memoria, ecc. Lo psicologo "clinico" è particolarmente interessato alla salute mentale e si preoccupa di sapere come si fa a mantenere sana la mente, perché una persona si ammala a livello mentale, quali forme di sofferenza possono disturbare la mente, come si riconoscono, si curano e si possono guarire. Lo psicologo non è un mago; sa e conosce solo ciò che le persone gli dicono e gli mostrano di loro stesse. Tanto più sarà bravo quanto più permetterà alle persone di manifestare, di ricordare, di sperimentare di sé, di prendere consapevolezza dei propri sentimenti, affetti, emozioni e pensieri. Lo psicologo deve essere capace di rendere più ordinate e più chiare le realtà che le persone vivono in maniera confusa ed inconsapevole. Non è suo mestiere né assolvere, né condannare, né giudicare . Egli impara questo anche con gli studi cui si dedica e sotto la guida di una persona più sperimentata di lui che lo aiuta a conoscere il proprio mondo mentale profondo. Ma se è vero che il compito più importante dell'uomo è quello di conoscere sé stesso, soprattutto se vuol conoscere il suo prossimo, e che nessuno riesce a conoscersi sul serio da solo, allora è chiaro che l'uomo impara a conoscersi solo nella relazione con un altro. Psicologo compreso e talvolta in primis. Soprattutto in passato la società affidava a psichiatri (veri e propri medici della psiche), psicologi, infermieri e poliziotti la custodia delle persone che manifestavano comportamenti strani rispetto alla maggioranza. Tale custodia avveniva in luoghi chiusi simili a prigioni (manicomi, ospedali psichiatrici) e cessava magari con la morte dell'internato. Il paziente guariva raramente; nella migliore delle ipotesi attraverso delle tecniche ritenute a torto curative veniva ridotto ad una larva umana, senza interessi né volontà, né passioni, né gusto per la vita. Le cose, in Italia ed in altri paesi civili, sono cambiate in meglio in questi ultimi tempi, anche se non mancano le lentezze e i disagi. La legislazione italiana prevede la cura dei pazienti all'interno del loro ambiente naturale di vita e di affetti. Le persone disturbate mentalmente, che in talune civiltà venivano temute e rispettate come oracoli della divinità e in talaltre tormentate e bandite perché ritenute abitate da spiriti cattivi, possono sperare oggi di trovare un sollievo alle loro ineguagliabili ed indicibili sofferenze.

Autore:
Albino Michelin
09.09.1995

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