martedì 8 settembre 2015

TUTTI ABBIAMO UNA COSCIENZA SPORCA

L'espressione è uscita di bocca ad un nostro connazionale in una riflessione di gruppo sull'argomento "coscienza". La discussione sul tema aveva raccolto aspetti interessanti: se oggi esiste ancora una coscienza, con la sua voce romantica o accusatrice, d'onde nasce la coscienza, se va formata, educata, confrontata, controllata. Se la coscienza deve rispettare una legge politica vigente o può contestarla. Che vuole dire obbiezione di coscienza, coscienza alternativa, coscienza critica. Se per dannata ipotesi esistesse anche una coscienza falsa, errata, serva dei propri interessi, giustificazione del proprio libero arbitrio, volta ad ogni vento di fronda. Come si vede l'argomento è di attualità, forse da porsi al primo posto nella scaletta delle priorità del nostro tempo. Le conclusioni provenienti da diversi gruppi di riflessione sono all’incirca le seguenti: tutti abbiamo una coscienza, ognuno deve seguire la propria coscienza, ognuno deve rispettare la coscienza degli altri.
E fino a qui siamo in perfetta sintonia con lo spirito del nostro tempo fondamentalmente soggettivista e democratico. Quel tale cui scappò di bocca 'Tutti abbiamo una coscienza sporca" si mise chiaramente controcorrente, fece il bastian contrario, ma affermò la verità più semplice di questo mondo. Il punto dolente è che nessuno di noi ammetterà mai di avere una coscienza sporca. Parlare di coscienza per noi italiani sembra ovvio, ma non lo è. Anche perché dopo l'avvento del protestantesimo (cioè dal 1517, da 500 anni), più che formazione ad una coscienza personale è valsa fra di noi l'obbedienza all'autorità della chiesa. La chiesa diffidava sempre della gente che parlava in nome della propria coscienza, lei sola era la coscienza del mondo. Il popolino doveva accettare un'autorità forte, seguirla come legge: più sicura, meno fluttuante, l'unica deputata a spiegare, illustrare, dirimere, sanzionare. E a tutela di tutto questo la confessione privata con relative sanzioni per i peccati commessi.
Nei paesi anglosassoni invece dove si propagò il protestantesimo si curò maggiormente la formazione della propria coscienza, basandola meno sull'autorità di una chiesa esteriore e più sulla parola dì Dio scritta nella Bibbia. Senza troppe scappatoie verso la confessione al prete; in effetti dal prete si può raccontare e fuggire, dalla propria coscienza, occhio profondo di Dio, voce del Creatore, no. Di qui si può spiegare in parte il fenomeno della "coscienza" civica italiana sul piano pubblico. Da noi agire con coscienza significa agire con furbizia. Nella mentalità protestante invece agire con furbizia è agire contro coscienza. Un piccolo esempio? Un giocatore del pallone che simulando una carica dell'avversario si getta a terra per invocare il rigore. Il protestante inglese Hodgson, al tempo allenatore dell'Inter, riferendosi ad un episodio concreto disse: "qui in Italia manca la cultura sportiva. Per voi italiani, furbo è un complimento, in Inghilterra è un insulto. Quando un giocatore cerca la furbata e la cosa gli riesce, io al termine della partita gli do una strigliata". L'altro esempio di grande attualità: la generale evasione fiscale. Si sa che una maggiore onestà (coscienza) in materia servirebbe a risolvere quasi tutti i problemi, bilancio dello Stato, mantenimento dello stato sociale, occupazione, permanenza in Europa, ecc. Si sa che tutti gli altri strumenti antievasione, polizia, magistratura, controlli, anche se perfettibili sono insufficienti. Chi infatti controllerà i controllori? Unica diga: la voce della coscienza. Potrebbe essere, ma non lo è. Solo perché a noi la coscienza manca, pardon, ce l'abbiamo sporca, opaca. Mi sono intenzionalmente corretto "la coscienza ce l'abbiamo tutti". Sì, perché anche Hitler aveva una coscienza quando ha sterminato milioni di ebrei, anche i mafiosi hanno una coscienza allorché tolgono ai ricchi per darlo ai poveri e sciolgono un bambino di un’altra cosca nell’acido, pure Piero Maso aveva una coscienza allorché massacrò nel 1992 i suoi genitori per averne l'eredità. Anche i ragazzi del cavalcavia di Tortona avevano una coscienza allorché il 27.12.96 spaccarono la testa a Maria Letizia Berdini. E chi non ha la coscienza a questo mondo? E chi non agisce secondo la propria coscienza? Dipende dal principio cui essa si mette al servizio: la superiorità della razza per Hitler, il denaro per Maso, il brivido per la Banda del cavalcavia. E per il cristiano quale sarebbe il principio di coscienza? "Dio ha fatto l'uomo a sua immagine e somiglianza". L'amore di Dio nella dignità dell'uomo, di se stessi e degli altri. Su questo la nostra coscienza dovrebbe confrontarsi, e per questo obbiettivo sempre mantenersi inquieta. Ma a questo mondo purtroppo c'è qualcosa di peggio che avere una coscienza sporca, o farsi una cattiva coscienza. È avere una coscienza bella e fatta a propria misura, a proprio uso e consumo.

Autore:
Albino Michelin
25.01.1995

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