sabato 12 marzo 2016

CELENTANO CANTANTE E PREDICATORE

Celentano, il cantante è un mestiere che Va alla grande. Canta da Dio. Ma se si mette a fare il predicatore in pubblico, il benefattore dei poveri suscita un vespaio, un mondo di indignazioni. Butta la pietra nello stagno e divide l'Italia in due schieramenti: gli uni contro gli altri chiaramente distinti. È successo al Festival di S. Remo 2012 in occasione delle serate dal 14 al 18 febbraio. La Rai l’ha ingaggiato a ragion veduta. Con il molleggiato, successo e share di ascolti sono garantiti. Infatti il picco di ascolti con lui è arrivato ai 14 milioni. Mai avvenuto. Con l'ingaggio ovvero il maxingaggio di 350 mila euro la serata, il che significa 700 mila euro per la manifestazione in toto. Ma due episodi hanno sollevato una bufera di piazza: l'annuncio che egli destinò l'ammontare in beneficenza: 200 mila a Emergency, e 400 mila da distribuirsi a 25 famiglie povere di sette città, individuate dai rispettivi sindaci. Milano Pisapia, Verona Tosi, Firenze Renzi, Roma Alemanno, Napoli De Magistris, Bari Emiliano, Cagliari Zedda, ribattezzati dal nostro "i magnifici 7". Di sua tasca vi aggiunse la relativa tassa fiscale. Qui dovremmo prendere il toro per le corna, ma un corno per volta. Diamo la priorità a quello della beneficenza conclamata e divulgata. E qui esce la schiera di moralisti, anche per vendicarsi di questo predicatore che ci ha messi tutti a nudo. Costoro ti infilano anche una serie di citazioni evangeliche, dal momento che, fra l'altro, Celentano si definisce un credente adulto. Ne elenchiamo alcune: "Guardate dal praticare le vostre opere buone davanti agli uomini per essere da loro ammirati. Quando dunque fai l'elemosina non suonare la tromba davanti a te come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere dagli uomini lodato ... Quando invece tu fai l'elemosina non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra" (Mt. 6,1-5). Qui un chiaro elogio della privacy. Oppure ancora: "quando tu preghi entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo che è nel segreto" (Mt 16,6). Oppure: "Ciò che è esaltato davanti agli uomini è detestabile davanti a Dio" (Lc 16-15).
        Quando parlare e quando tacere nei gesti di altruismo e della propria fede religiosa.
Citando e controcitando passi della Bibbia ci si potrebbe anche divertire a suon di quiz, ma non si va molto lontano. In effetti, ecco qui alcuni altri brani che sembrano provare tutto l'opposto. "Voi siete la luce del mondo. Non si accende una lampada per metterla sotto il moggio. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre Vostro che è nei cieli” (Mt. 5, 14). Ed ancora: mentre Gesù, stava a mensa giunse una donna con dell'olio profumato e lo versò sul capo del Maestro. Ed egli disse: "Essa ha fatto ciò che era in suo potere. Dovunque in tutto il mondo sarà annunziato il Vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che essa ha fatto” (Mc.14,3-10). Ed ancora: un uomo ricco di nome Zaccheo arrampicatosi su di una pianta cercava di vedere Gesù e riuscì ad invitarlo a casa sua. E Zaccheo: "Ecco, Signore io do la metà dei miei beni ai poveri, e se ho frodato qualcuno restituisco quattro volte tanto". Ed ancora: "quanto detto all'orecchio sarà annunziato sui tetti" (Lc. 12,3). Ed infine un brano di Paolo: "in mezzo ad una generazione maligna e perversa, voi risplendete come astri nel cielo" (Fil.2,15). In queste sentenze si passa dalla privacy alla pubblicità. Per non confondere il lettore qui necessita una parentesi. Ogni dato della Bibbia va interpretato nel suo insieme. Volendolo estrapolare ed assolutizzare si può finire in confusione mentale. Bisogna vedere "Chi" ha fatto quella determinata affermazione (Gesù oppure lo scrittore 50 anni dopo la morta di Gesù?). Ed ancora vedere "per chi" l'ha fatta, e "a chi", e in "quale circostanza" (i tedeschi chiamano quest'ultimo: "Sitz im Leben"), cioè contestualizzazione nell'ambiente del tempo degli uditori. E poi altro aspetto: se l'affermazione è rivelazione storica (cioè valida per un certo periodo storico in quanto ne rispecchia usi e costumi) oppure se è rivelazione universale e perenne. Uno fra i tanti esempi: la purificazione delle puerpere, cioè delle donne che avevano partorito e dovevano presentarsi al tempio per liberarsi dall'impurità (Lc. 2,22) oggi non esiste più. Un controsenso pensare ad una madre che dà alla luce un figlio sia sporca ed immorale. Quella era una rivelazione di Dio storica disciplinare, cioè legata a quel pezzo di storia umana. Mentre invece l'amore del prossimo è rivelazione di un messaggio universale, non legato ad un periodo storico, ma trasversale nel tempo e nelle diverse civiltà.
                                              Da Celentano un segnale forte.
E allora quei messaggi, più impropri che tali, pervenuti sul web a biasimo di Celentano che si sarebbe fatto solo pubblicità, che la beneficenza si fa in silenzio, che la carità non va esibita, che della generosità non si fa uno show, vanno tutti analizzati. Perché un aspetto morale è chiaro: inaccettabile l'esibizione della preghiera, della elemosina, del digiuno dettata da un intento promozionale mondano. Ma chi può giudicare se l'intenzione di Celentano fosse quella di farsi propaganda? E ne avrebbe bisogno, proprio lui che già intasca milioni di euro con la vendita delle sue produzioni musicali? Ci sarebbero tanti altri fatti pubblici di cui dubitare a maggior ragione. Magdi Allan che la notte di Pasqua del 22.4.08 si fa battezzare dal Papa in S. Pietro: un giornalista musulmano che si converte in mondo visione, che prima denigrava i cattolici con astio incontenibile ed ora convertitosi al cattolicesimo denigra con altrettanto astio i suoi ex correligionari? Sacramento o autocelebrazione? E Paolo Brosio, folgorato eccellente a Medjugorje, da ateo dello spettacolo che diventa paladino del turismo devozionale mariano sempre con la cinepresa alle calcagna? Questi, o solo questi sarebbero i "testimoni" della fede? Perché quello di Celentano non potrebbe essere un segnale forte in questa società che pensa solo ad evadere il fisco, ai falsi in bilancio, alle bancarotte e quant'altro? Questo gesto brucia il fondoschiena dei nostri politicanti, manager, ministri, parlamentari, qualcuno dei quali arriva a 7 milioni di reddito annui, mentre tanti Lazzari cercano delle briciole sotto la tavola dei loro ricchi epuloni. Facciano anche loro gesti eclatanti in favore dei disoccupati e dei giovani precari. La beneficenza di Celentano ha avuto sì qualche pubblico riconoscimento e giova citarlo. M. Renzi, sindaco di Firenze: "credo che il suo gesto sia molto bello. Firenze ringrazia". Anche Dario Fo, uomo d'arte di estrazione marxista che ha devoluto il premio in denaro del Nobel per sostenere persone con handicap, ha espresso il suo encomio: "conosco l'umanità e la buona fede di Celentano, è l'unica cosa che conta. Il resto lo lascio ai pessimisti, sono gli stessi che non muovono un dito per nessuno". Pensiamo in definitiva che in tutta questa ridda di opinioni rimanga la sostanza, ciò che conta. Il modo poi, se compiuto per apparire o per indurre altri a seguirne l'esempio, qui non ci interessa più di tanto.
                          Un po’ show quando Celentano si mette a predicare
Nel festival di S. Remo 2012 non abbiamo assistito soltanto alla diatriba sulla beneficenza di Celentano ma anche al suo predicozzo contro la chiesa. E tanto per restare all'intento sopra citato di prendere il toro per le corna, questo sarebbe il secondo corno. I suoi strascichi però forse sono destinati a lasciare il segno per diverso tempo. Con lunghe pause, non si sa se studiate per creare suspense ad arte o perché in apnea di pensiero, black out di memoria, così sentenziò il buon Adriano: "La chiesa oggi non parla più del valori della vita, del senso della vita. Ripete solo che siamo nati per morire. Pensa troppo al denaro, al potere, alla politica. E poi ha due giornali cattolici: "Avvenire" dei vescovi e il settimanale "Famiglia Cristiana" che dovrebbero essere chiusi o cambiare testata. Perché fanno la politica dei loro interessi e non la politica di Gesù". Apriti o cielo. In Italia toccare la chiesa è come toccare i fili ad alta tensione. Si resta fulminati. E subito alla riscossa un altro battaglione di opinionisti cattolici "Celentano a S. Remo? Una selva di baggianate, colossali idiozie. Fesserie celentanesche. Predicatore demenziale. Da che pulpito viene la predica. Fa del suo analfabetismo la sua forza". L'agenzia dei vescovi e la Redazione di Famiglia Cristiana protestano alla dirigenza Rai. "Ci attendiamo scuse. Celentano ha dimostrato il vuoto che è dentro di lui. Fine esegeta della morale cristiana, che sfrutta la Tv per esercitare le sue vendette private”. La prima fila dei papaveri a S. Remo alla fine del vaniloquio avrebbero dovuto tirargli addosso ortaggi invece che alzarsi in piedi ad applaudirlo. Capito? Solo la chiesa ha l'incarico di predicare alla gente, ma non la gente viceversa alla chiesa. Perché in questo caso, e specie in questi tempi, qualche osservazione alla chiesa alta, al suo Governatorato vaticano, alla fuga di documenti e contro documenti, alla convivenza di talpe e corvi nel suo seno, alla sua politica di privilegi economici, qualche consiglio le si potrebbe pure dare. La chiesa, secondo Gesù, non è solo maestra ma anche discepola. I suoi prelati non sono intoccabili. Certo conosciamo la solita citazione fondante: "Chi ascolta voi ascolta me"(Lc. 10, 16), rivolta da Gesù agli apostoli. Allora per restare in tema tiriamo fuori un'altra controcitazione Gesù disse: "Ti ringrazio o Padre che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli" (Lc. 10,21 ). Qui Gesù fa intendere che nella chiesa esiste anche un magistero carismatico, di pensiero e di buon senso accanto a quello di governo. E che perciò anche la gente del popolo, non teologa, non laureata in diritto canonico, sente nel profondo del cuore la verità. Se la sente ha anche il dovere di esprimerla. Così cresce la chiesa, cresce l'onestà nel mondo. Celentano cantante, eroe, furbo, farneticante, anticlericale, solidale con i poveri? Ciò che resta del baraccone di S. Remo 2012 è quest'ultimo aspetto: Emergency, e il gruppo di 25 famiglie che, grazie al gesto donazione di 700 mila euro, si sono sentite non solo simbolicamente, ma anche realmente sollevate dalla loro povertà.

Autore:
Albino Michelin
09.03.2012

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