sabato 12 marzo 2016

UN VATICANO PER CHI E PER CHE COSA? CORVI E FUGA DI DOCUMENTI

Questa faccenda dalla fine gennaio 2012 si è talmente infuocata da occupare ogni giorno i primi spazi nei Media e TV. Il discorso va affrontato evitando gli estremismi. Da una parte i crociati, fondamentalisti cattolici per i quali la chiesa gerarchica ha sempre ragione, va difesa e omaggiata d'incenso. Dall'altra gli anticlericali, per i quali la chiesa va sempre denigrata. Ci sono degli scandali? Si analizzi chi li fa, chi li subisce, chi li sfrutta. Vi sono degli errori? Ebbene, gli errori possono puzzare di fogna o profumare di bucato. Ma inscenare una canea da entrambe le parti non serve alla verità. Non ci interessa qui discutere i fatti e gli eventuali sviluppi, fermiamo le lancette dell'orologio. Facciamo invece qualche considerazione a tutto campo. Con uno spirito di disagio e di mortificazione interiore, perché la mia e la nostra chiesa gerarchica tende ad affrontare questi problemi con supponenza, sorrisi di superiorità, lasciandoci in una rassegnazione cronica nella vita quotidiana di credenti. Ma dobbiamo anche avvalerci del canone 212,3 del diritto ecclesiastico che suona: "è diritto e dovere di notificare il proprio pensiero nella chiesa e di renderlo pubblico". In sintesi: qualche mese fa Mons. Viganò, autorità del Governatorato vaticano scrive una documentazione al Papa e al segretario di Stato Cardinal Bertone denunciando corruzione e malaffare all'interno dei sacri Palazzi, e che fare pulizia è urgente. La notizia esce con tutti i suoi dettagli e fatta pervenire ai Media. Il Prelato viene trasferito a Washington nel lontano Usa. Una domanda: se parlò bene perché non trattenerlo a bonificare l'ambiente, se parlò male perché promuoverlo ad una sede in capo al mondo? Il tsunami non si arresta. Il 24 maggio Gotti Tedeschi, presidente dello Jor (Istituto Opere Religione), banca vaticana, viene sfiduciato e licenziato su due piedi, proprio come un ladro da pollaio. Due anni fa era stato voluto a quella sede da J. Ratzinger e da T. Bertone. Ultimamente perdette cotanta protezione perché intendeva, secondo le direttive europee, allineare la banca alle regole della trasparenza ed inserirla nella lista dei paesi virtuosi. Il giorno seguente il maggiordomo, cameriere del Papa, Paolo Gabriele detto "Paoletto", trafuga i documenti privati della segreteria di Stato e li divulga pure lui ai giornalisti. Mentre Gotti confessa di temere per Ia sua vita, il Gabriele sconta la pena del furto nelle galere pontificie. Tutti questi casi, ed altri innumerevoli, vengono raccolti da G.L. Nuzzi, che ne fa oggetto di dibattito negli "Intoccabili", e pubblica un libro dal titolo "Sua Santità", al primo posto nel settore saggistica del tempo. Personalmente non ho letto il volume e non intendo leggerlo in quanto la vicenda è stata dibattuta in tutti i salotti televisivi e perché la parabola ascendente o discendente vaticana (dipende dal punto di vista), dopo il Concilio Ecumenico terminatosi nel 1965, la si può conoscere attraverso diverse pubblicazioni laiche uscite negli ultimi 50 anni. Esse dimostrano purtroppo come questa assemblea mondiale dei cattolici sia stata una bella iniziativa di Papa Giovanni nel 1962, ma con il tempo finita negli annali dell'archeologia. Se qualche lettore desiderasse ampia documentazione in materia, che pure a me ha dato sufficienti informazioni, consulti: A) I Mercanti del Tempio 1998 autore M. Guerino. B) Via col vento, 1999, autore "I millenari", (gruppo di prelati all'interno del vaticano. C) G. Galli, 2004 "Finanza bianca". D) G. Ballardini 2011 "Gesù e i saldi di fine stagione". E) M. Politi, 2011, "J. Ratzinger e la crisi di un Papato".
                                       Non identificare il vaticano con la chiesa
Vaticano deriva da "Vaticinium" e risale al periodo dell'impero romano allorché i sacerdoti pagani esprimevano i loro vaticini o presagi leggendo il volo degli uccelli o le viscere degli animali. E ciò avveniva su di un colle accanto ad un piccolo tempio che all'avvento del cristianesimo fu abbattuto e sostituito da una cappellina cristiana. Si dice, ma non è documentato che lì sia stato sepolto l'apostolo Pietro. E così ebbe inizio la permanenza del papato in Roma. Ma non è dogma di fede che la sede del pontefice debba essere quella, può venire trasferita anche altrove. In effetti, sappiamo che dal 1309 al 1376 la residenza della curia papale fu Avignone, città della Francia di proprietà del Papa stesso. Allorché S. Caterina da Siena scrisse una lettera a Gregorio Xl ingiungendogli di tornare a Roma, pensava ad una corte papale paradisiaca invece "si percepiscono fetori di vizi dell'inferno". Parole della santa. Certo se il Papa fosse rimasto all'estero, la nostra storia avrebbe avuto altro sviluppo. Ma nulla vieta che oggi la curia vaticana possa trasferirsi al terzo mondo, o nell'America Latina, dove esiste la concentrazione più alta dei cattolici, supponiamo a S. Paolo del Brasile. Certo un'utopia, ma pure continuando la permanenza in Italia, dovrebbe sempre restare valido il principio di Gesù: "essere in questo mondo, ma non di questo mondo". Cioè di questo mondo non condividere la logica, la brama del denaro, la sete di potere, gli intrighi di carriera. Invece a Roma il Vaticano rischia di cedere alla tentazione del patteggiamento politico, privilegi, esenzioni, invadenza, teocrazia, cioè imporre il catechismo come legge dello stato. II contenitore di una chiesa che dovrebbe essere universale, rappresentativa, in ascolto di tutte le voci ed istanze, rimane invece una chiesa all'italiana, anzi alla romana. Quindi vi alloggiano prelati di color nero, giallo, olivastro, con l'obbligo anticipato però di studiarsi l'italiano e lentamente "ragionare" all'italiana. Ma tutto ciò porta alla lunga a conflitti latenti nel suo interno. Che poi la stampa, i talk show, i media parlino di guerra dei coltelli, di cricche, di caste, di intrallazzi, di congiure, di bande, di faide è loro mestiere. Ma il nostro compito non sarebbe quello di perdere tempo a rispondere con le stesse armi, quanto piuttosto di riformarci al nostro interno.
E veniamo al primo punto: il Vaticano è uno Stato. Esatto. La chiesa invece è la comunità universale dei credenti, la cui leadership abbisogna di un territorio e di edifici ad hoc. Ovvio che la chiesa di Gesù esisterebbe anche se vi mancasse la leadership. Ricorda lo scisma d'occidente del 1378-1415, trentasette anni senza papi. Ma spesso noi per comodità di linguaggio identifichiamo vaticano con chiesa. Lo stato del vaticano è sorto nel 1929 con il concordato Pio XI-Benito Mussolini, 44 km quadrati, e circa un migliaio di residenti o poco più. Si chiama Stato, ma è una fictio juris, cioè facciamo finta che sia uno stato. Dipende dalle "convenienze". L'ambiguità fra Stato Vaticano e chiesa andrebbe riformata, se esso vuole essere uno stato deve soggiacere alle leggi di tutti gli altri stati, non fuggire per la tangente con la prerogativa che la chiesa altra legge non ha, se non quella di Dio. E se l'Europa chiede che la banca Jor del Vaticano deve rendere trasparenti i suoi conti, non riciclare denaro sporco o mafioso, esso ha da attenersi. Gotti è stato sfiduciato per questo. Allora la gerarchia faccia un esame di coscienza e metta in ordine conti, bilanci, transazioni ecc. E probabilmente i corvi spariranno. C'è stato quel buon uomo di Papa Luciani, vissuto in Vaticano solo un mese, che aveva intenzione di riformare la situazione finanziaria, perciò Il 28.9.1978 decide di destituire Marcinkus da segretario dello Jor. Il mattino seguente il pontefice viene trovato cadavere. II successore Papa Wojtyla ripromuove Marcinkus a cardinale. II 18.6.1982 Calvi, direttore del Banco Ambrosiano, viene trovato impiccato sotto il ponte di Londra. L'Italia vuole processare Marcinkus, ma il Vaticano non glielo consegna. Finché il 19.6.1989, (dopo 10 anni di intrighi), Wojtyla lo spedisce negli Usa. Perché tanto ritardo? L'articolo 14 del Concordato del 18.2.1984 (Governo Craxi-Vaticano) dice testualmente: ”Lo Stato italiano non può decidere nessuna modifica ai patti (= privilegi finanziari) senza l'approvazione del Vaticano”. Dunque la prima riforma da fare, a tanti anni dal Concilio è abolire questa clausola e lo spirito che le fa da supporto.
                                       Clima di carrierismo nella corte papale.
Altra importante riforma sarebbe quella della curia romana, sia nel reclutamento del personale, sia nella nomina dei vescovi alle singole diocesi. Top segret, il ruolo dei credenti è solo quello di pregare lo Spirito Santo affinché illumini gli alti dicasteri addetti. Anzitutto non viene rappresentata l'universalità della chiesa. (Cattolica significa universale). Risultato alla resa dei conti: troppe cordate, cioè promozioni per via di amicizie. 50 anni fa, forte era la cordata romana: ricorda i cardinali Traglia, Ottaviani, Giobbe, Fumasoni, Biondi ... Più tardi segue la cordata romagnola: Cicognani, Silvestrini, Monguzzi, De Nicolò, Minelli ... Recentemente la cordata piacentina (Nord Italia): Rossi, Casaroli, Oddi, Samoré, Poggi, Tonini. Il 18 febbraio 2012 nel Concistoro, assemblea addetta alle elezioni, abbiamo avuto 22 cardinali di cui 3 possiamo definire della cordata piemontese sull'onda lunga di Mensa, insegnante dell'attuale Cardinal Bertone: si tratta di Calcagno, Bertello, Versali. Su 22 gli italiani sono 7, un 30%, quando i cattolici italiani rappresentano nel mondo il 5-7%. Sempre tendenza verso una chiesa italiana, con metodi italioti. Ovvio che possano emergere conflittualità, come quelle che stanno evidenziandosi: un gruppo di curiali sarebbe per un Ratzinger bis, alla morte dell'attuale, un altro per aprire le finestre al nuovo mondo globalizzato e sempre più internazionale. Sul modello Onu. E per quanto riguarda la scelta dei vescovi delle diocesi: d'onde si raccolgono informazioni? Attraverso canali politici, i cosiddetti Nunzi apostolici, e mai attraverso le parrocchie di base. Nel 1829, ormai due secoli fa, su 646 vescovi diocesani solo 24 erano nominati dalla santa Sede, gli altri dai gruppi dei vescovi della nazione di appartenenza. Come fa un Papa a conoscere e nominare gli attuali 4 mila vescovi del mondo? Di qui si possono capire le reazioni dei fedeli, vedi il caso del vescovo Zurigo-Coira, tuttora soggetto ad infinite discussioni e divisioni. Vedi anche i fischi dei cattolici tedeschi nel Katholikentag di Mannheim 2012, indirizzati verso i vescovi che si limitavano a scuse superficiali in risposta alle penose situazioni attuali. Ed ancora, la scelta dei vescovi non può restare solo nelle mani di qualche gruppo di cattolici tradizionalisti e conservatori. Tutti conosciamo la potenza dell'Opus Dei e di Comunione e Liberazione, sorte per essere presenza cristiana e invece diventati potere e invadenza finanziaria. Nel libro di F. Pinotti, edito nel 2010 "La Lobby di Dio" (Cioè Comunione e Fatturazione, anziché Liberazione) si anticipano le manovre per portare l'arcivescovo di Venezia a Milano, in attesa di lanciarlo nel Conclave come futuro Papa. Ebbene Angelo Scola, ciellino, a Milano ci è arrivato. Ed ora dagli stessi suoi sostenitori si traffica affinché Formigoni, Presidente Regione Lombardia, arrivi alla Presidenza del Governo. Forse con questo non ci arriveranno, stante la sua situazione di indagato, come d'altronde altri di Comunione e Liberazione. Il Concilio Ecumenico del 1965 mirava alla collegialità nella chiesa, invece si è ritornati ad un esercizio monarchico,quasi fra amici degli amici.
                                        E’ questa la chiesa fondata sulla roccia?
Spesso noi cattolici ci ancoriamo dietro ad alcune affermazioni del Vangelo che andrebbero analizzate con un certo distinguo. Per esempio: "Chiesa e Cristianesimo fondati sulla roccia, quindi indistruttibili". Qualcuno potrebbe rispondere: l'induismo è religione più antica del Cristianesimo, 2500 anni, senza mai parlare di roccia fondamento viaggia verso il miliardo di adepti, poco meno del Cristianesimo, eppure anch'esso è indistruttibile. Senza mai nemmeno una crociata od una guerra di conquista. Annoverando anch'esso pure uomini di buona volontà, che non abbia pure questa religione l'assistenza dello Spirito Santo, dal momento che tutti gli uomini sono immagine di Dio? Che ne pensa in definitiva Papa Ratzinger di questo travagliato periodo? Senza identificarlo con la chiesa, non potrebbe questo Vaticano essere fondato sulla sabbia? Al di là dell'entourage che descrive Ratzinger addolorato, affranto, dolente, da sostenere con la preghiera, ecco delle precise inattese affermazioni. Il Venerdì Santo del 2005 Benedetto XVI lamentò: "quanta sporcizia nella chiesa”. Il 18.2.2012 ai neo cardinali fece la predica: ”No ad una chiesa mondana del potere e della gelosia". Il 24.2.2012 ai preti di Roma: "questa vanagloria alla fine è contro di me e non mi rende felice". Ovviamente qui si riferisce ai veleni serpeggianti in curia. Il 27.5.2012: "no alla babele". Tre giorni dopo invece: "ringrazio e dò fiducia incondizionata ai miei collaboratori". Insomma sembra che neanche il Papa oggi sappia da che parte voltarsi. Ostaggio del Vaticano. Per le riforme urgenti forse non sente più il coraggio e le forze. Un augurio sincero comunque gli viene dal suo compagno di studi, di università, di dottorato, di insegnamento universitario, di consultore al Concilio Ecumenico, Hans Küng con il suo ultimo libro del 2011 ''Salviamo la Chiesa". Un invito a leggerlo.

Autore:
Albino Michelin
29.06.2012

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