lunedì 14 marzo 2016

SUL SACERDOZIO DELLE DONNE DISCORSO SUPERFLUO

Superfluo non nel senso che sia inutile rompersi il cervello, tanto si tratta di una decisione fissata dall'eterno. No, non si tratta di un dogma o di una volontà di Dio, ma semplicemente di una decisione della Chiesa cattolica, cioè di una prassi del tempo. Come prassi del tempo era il fatto che i 12 apostoli fossero tutti ebrei, nonostante in Palestina allora ci fossero già le seconde e terze generazioni di romani, di greci, egiziani, ecc.immigrati. Accusare Gesù di non essere stato multietnico, multiculturale, multilinguistico? Semplice, se Gesù avesse aggregato apostoli extracomunitari si sarebbe trovato di fronte ad un muro. Peggio ancora se si fosse messo in testa di aggregare donne preti in un mondo arrogantemente maschilista. Un buco nell'acqua. Vale la pena invece affrontare la realtà da un altro punto di vista. L'argomento principale che oggi la Gerarchia cattolica adduce per negare il sacerdozio alle donne è il seguente: " ci vuole l'accordo e l'unità di tutta la chiesa cattolica". Diremmo che questo è impossibile, è una scusa, una fuga per la tangenziale. Mentre si constata dalla storia che la Gerarchia ha concesso privilegi, eccezioni, esenzioni nelle esigenze delle diverse mentalità, anche se divergenti dal Vangelo. Il primo esempio lo si veda dal Catechismo della Chiesa cattolica (Autori Wojtyla-Ratzinger 11.10.1992). Al n. 2309 sì parla ancora di "guerra giusta" (quando tutte le guerre sono ingiuste e da condannarsi). Al n. 2266 si accetta la pena di morte (quando ad ogni criminale si dovrebbe dare la possibilità di recupero). Al n. 2315 si parla di regolamentazione nella produzione delle armi (quando ogni arma dovrebbe invece essere bandita). Perché non si condanna tout court guerra, pena di morte e uso delle armi? Non appartengono anche questi ai principi non negoziabili come non negoziabile sarebbe il rispetto della vita dal concepimento alla morte naturale (punti ossessionanti dell'attuale chiesa?). Una risposta possiamo trovarla risalendo al Concilio Ecumenico 1962-65. In una sessione l'episcopato Usa, con a capo il primate Cardinal Spellmann, si è opposto ad una condanna esplicita della guerra, della pena di morte, della costruzione di armi, bomba atomica inclusa. Il noto cardinale definì i soldati americani "Buoni samaritani", specie quelli che andranno a combattere poco dopo in Vietnam. Allora piuttosto che perdere l'America cattolica si introducono queste chiose, queste nuances nello stesso catechismo. Un secondo esempio è quello del vescovo cattolico melchita Zogby, che nello stesso Concilio ottenne la concessione del secondo matrimonio dei divorziati, aggirando la prassi della Sacra Rota. Ed anche qui per non perdere quella chiesa e seguaci si arrivò una eccezione. Per citare l'ultimo esempio: libero matrimonio ai preti cattolici di rito siriaco, armeno, copto, etiope, ecc. Nonché nel Sud Italia nelle Parrocchie di Castroregio, Firmo (CS) e San Paolo degli Albanesi(PZ) perché discendenti di Ucraini e Albanesi che nel 1596 da ortodossi si erano fatti cattolici a condizione che i loro preti potessero sposarsi. Come si vede, eccezioni e privilegi a gogò, un po’ come i buchi del formaggio Emmental. Allora. Unità di tutta la chiesa nei principi essenziali, libertà nella applicazioni legate a situazioni locali. Dipende dunque dalla gerarchia romana soltanto concedere il sacerdozio alle donne. Iniziando eventualmente a forma sperimentale in quelle nazioni in cui l'emancipazione femminile è ormai un dato normale ed acquisito. Non tiriamo sempre in ballo la volontà di Gesù che in quanto alla donna prete non ha mai posto nessun veto. E a proposito congratulazioni alla confessione cristiana vetero-cattolica per averci presentato la prima donna italiana sacerdote, nella persona della siciliana Vittoria Longhitano. Con l’augurio che costituisca un primo passo in questa direzione anche per la chiesa cattolica.

Autore:
Albino Michelin
02.01.2013

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