martedì 15 marzo 2016

CIVILTÀ DI CAMBIAMENTO

Oggi molti si sentono smarriti per la velocità con cui cambiano le tradizioni, i costumi, le ideologie, la morale, le religioni, le comunicazioni via internet e tutto il resto. Non si sa se ci troviamo di fronte ad una civiltà in cambiamento o ad un cambiamento di civiltà. Altri al contrario si sentono orgogliosi perché sembra loro che l'uomo sia diventato il padrone del mondo, del suo destino, capace di forgiare e di rendere attuale attraverso la scienza quanto di utopico e di sognato nel passato. Gli stessi pensatori cattolici parlano di teologia assiale, cioè con spostamento dell'asse di riferimento, di rottura con il passato. Una civiltà è scomparsa o al tramonto, un'altra si è instaurata o sta affacciandosi. Un'esperienza del genere per esempio si è verificata la prima volta nel sesto-quinto secolo avanti Cristo, quando in tutto l'arco dall'Asia, alla Persia, al Medioriente, alla Palestina, alla Grecia, a Roma fece irruzione una grande mole di nuove religioni, culture, filosofie, libri sacri, ed altro. Pensiamo a Budda, Zaratustra, la formazione della Bibbia, filosofi come Platone e Aristotele, la configurazione dell'impero romano. E possiamo dare qualche esempio. Per semplificare chiamiamo cambiamento d'epoca anche se di evoluzione potrebbe in qualche caso trattarsi. E premettendo che l'analisi dei fenomeni non significa sempre giustificazione o accettazione acritica degli stessi da parte nostra.
                                                   1) Fine del geocentrismo
Un tempo si sosteneva il geocentrismo e l'antropocentrismo. Cioè la terra al centro dell'universo, l'uomo al centro di tutto. Con due pilastri a sostenere la terra stessa: uno situato allo stretto di Gibilterra, l'altro verso il sorgere del sole. Un mondo creato direttamente da Dio, secondo la Bibbia, circa sette mila anni or sono. Oggi invece siamo passati al cosmo centrismo, al centro vi sta il creato, l'universo, in cui la terra è un granellino, e l'uomo un pulviscolo di stelle. Un mondo che risale a 15 miliardi di anni fa, la vita a 4 miliardi. Cento miliardi di galassie con miliardi di stelle ciascuna, non si sa quante lune e quanti pianeti. Inoltre non si dimentichi che la creazione non è ancora terminata, ma in continuo processo. Sta esplodendo in forma accelerata, ogni giorno muoiono migliaia di astri e altrettanti ne arrivano. Il 70% dell'universo è costituito da energia oscura, di esso conosciamo solo il 4%. Cambiamento d'epoca: l'uomo non è più il padrone del mondo, ma solo il suo inquilino, cui si impone il rispetto della natura e dell'ecosistema.
                                                2) Dal monogenismo al poligenismo.
Monogenismo significa che l'umanità avrebbe origine da una sola coppia di capostipiti (Adamo ed Eva) e questa direttamente creata da Dio. Col fango della terra il maschio, dalla costola di quest'ultimo la femmina. Oggi invece si sostiene il poligenismo, cioè l'umanità proverrebbe da diversi ceppi, in Asia i gialli, in Africa i neri, in Europa i bianchi. Teoria questa condannata nel 1943 da Pio XII, perché verrebbe a negare il dogma del peccato originale compiuto dalla prima coppia. Il poligenismo è un cambiamento d'epoca.
                                                       3) Il peccato originale.
Disubbidienza di Adamo ed Eva che mangiarono il frutto proibito e che Dio condannò alla morte e alla sofferenza con tutti i loro discendenti, quindi noi compresi. Oggi si ritiene che il peccato originale sia una descrizione mitica metaforica della Bibbia. Tentativo di spiegazione dei mali nel mondo. Metafora dell'egoismo umano persistente. Anche qui cambiamento d'epoca.
                                                        4) Altri mondi abitati
Per la dottrina della chiesa impossibile la vita umana negli altri mondi. Perché se Gesù è venuto sulla terra a salvare i discendenti di Adamo, è impossibile che sia sceso o salito anche altrove in altri mondi. Una sola incarnazione di Gesù, una sola salvezza, una sola religione. Questa teoria era stata ritenuta possibile da Giordano Bruno (1600), ma come eretico mandato al rogo. Oggi scienza e teologia sono possibiliste, anche altri umani possono esistere fra galassie e pianeti. Anche qui cambiamento di pensiero, di modelli.
                                                        5) Bibbia e scienza
A differenza della religione la scienza è più umile. Per secoli la rivelazione di Dio era il libro sacro: Bibbia, Veda, Corano. La Bibbia veniva considerata parola di Dio, uscita dalla sua stessa bocca, trascritta dall'autore sacro come dettata da Dio. Miti, leggende, episodi epici, generi letterari, tutto veniva preso alla lettera. Giosuè gridò "fermati o sole" per prolungare alla luce del giorno la sua battaglia? Allora significa che è il sole a girare attorno alla terra. Parola di Dio. E nel caso la scienza (astronomia) dica il contrario, che la terra gira attorno al sole? Galileo va imprigionato quale eretico. Oggi invece si osserva che la prima vera rivelazione di Dio è la natura, la creazione, e quindi la scienza come loro interpretazione. Certo la scienza può sbagliare, non perché Dio la inganna, ma perché l'uomo ne comprende le scoperte attraverso tentativi. Per cui oggi anche senza libri sacri, senza chiesa, ma con telescopio e microscopio l'uomo può dichiararsi "credente", anche solo attraverso le scoperte della scienza. Che poi l'uomo ne faccia cattivo utilizzo, colpa sua e disgraziatamente peggio per lui. Anche in questo caso abbiamo un cambiamento d'epoca.
                                      6) Interventismo e silenzio di Dio nella storia.
Ieri si diceva: "non cade foglia che Dio non voglia". E si aggiungeva che Dio non è solo creatore, ma anche programmatore del mondo. Dio può operare con interventi puntuali, con gesti più o meno miracolosi e mirabolanti. Dio può far piovere e darci il sole anche contro le previsioni meteo. Può fermare un asteroide affinché non piombi sulla terra, sulla testa della gente. Basta la fede e la preghiera. Oggi si è maturato un altro concetto. Dio è sì il creatore del mondo, ma il programmatore ne è l'uomo. Dio sostiene l'evoluzione del cosmo dall'interno di esso, verso un orientamento globale, sostenuto dal suo spirito, cieli nuovi e terre nuove. Dio non programma tutti i dettagli, questi sono in mano alle creature secondo le loro potenzialità. Quindi tsunami, terremoti, inondazioni sono fenomeni di natura, delle sue leggi, sulle quali Dio non interviene. Non fa il tappabuchi. Non salta sul convoglio in corsa a sostituire il manovratore. Anche qui cambiamento d'epoca, altro piano di idee.
                            7) La morte di Gesù in Croce, come espiazione dei nostri peccati.
Il nostro Dio veniva presentato come adirato con l'umanità a causa del peccato di Adamo. Manda suo figlio sulla terra, a morire sulla croce, per redimere l'umanità, e da questo sangue versato sentirsi risarcito e riconciliato con noi. Come dire, non è stato Giuda o Pilato a mandare Gesù in croce, ma Dio Padre. La descrizione sembra blasfema, ma basta leggere la lettera di Paolo ai Romani e agli Ebrei. D'altronde anche la Messa è sempre stata presentata come la rinnovazione del sacrificio di Gesù sulla croce. Vittima immacolata, offerta ancora ogni giorno e ogni domenica in remissione dei nostri peccati. L'azione di Cristo sostitutiva di quella degli eventuali colpevoli, che siamo noi. La predicazione cristiana ha insistito sempre su aspetti espiatori e sacrificali. Ma oggi si obbietta: la mentalità di Paolo rispecchia quella del suo tempo e delle antiche civiltà. Era abitudine acquistare le grazie del sovrano con donazioni, sacrifici di animali e talora di persone umane, figli inclusi. Ricorda il mito di Abramo che immola il figlio Isacco. Tutto ciò contraddice anche al comportamento di Gesù che curò ogni dolore umano e disse: "misericordia voglio e non sacrifici". Anche qui altro cambiamento di modelli.
                                                        8) I morti e la morte
Il culto dei morti è sempre esistito fin dai primordi dell'umanità. Ma un tempo lo si faceva per difendersi da un loro ritorno e dalle loro minacce, più tardi con il Cristianesimo venivano ricordati con il suffragio affinché potessero riposare in pace. Oggi invece si ha paura non del dopo morte, ma della morte. Perciò si tende a rimandarla più tardi possibile con accanito giovanilismo, fitness, sport, escursioni, crociere. Altro cambio di modelli.
                                                    9) Matrimonio e sessualità
Nel 1139 al Concilio Laterano lI il matrimonio venne incluso come settimo nella lista dei sacramenti. Sacerdoti celebranti erano i due contraenti con un rito di famiglia e tra famiglie. Ogni popolo vi aveva portato il suo contributo: i romani il consenso, i franconi il contratto. Ma in fondo una realtà sempre di gestione maschilista e a scopo procreativo. La numerosa prole era simbolo di potere e di benedizione divina. La coppia sterile veniva considerata con disprezzo. Il divorzio metteva sulla strada la donna e quindi essa si guardava bene dall'alzare la testa. Ogni atto sessuale veniva permesso solo a scopo dei figli. Sant'Agostino consigliava ai coniugi la preghiera: "Signore non fo faccio per amor mio, ma per amor di Dio". Oggi invece assistiamo ad un enorme spostamento di accenti. L'idea è: meglio l'amore senza matrimonio che il matrimonio senza amore. Da legittimare anche l'unione fra coppie dello stesso sesso perché anche se non si fonda sul matrimonio, si fonda sempre sull'amore. Diminuiscono le unioni dal prete con la stola, e dal sindaco con la fascia tricolore o rossocrociata, aumentano le coppie di fatto. Anche qui un cambio di modello.
                                                 10) Schiavitù e libertà dell’uomo.
La schiavitù è esistita da sempre. Presso i romani il padrone aveva sugli schiavi diritto di vita e di morte. Si vendevano al mercato come forza lavoro. Utilizzati per costruire opere faraoniche in Egitto, la Roma imperiale, la Roma dei papi. Anche nel Cristianesimo la schiavitù era legittimata, tant'è che S. Agostino sostiene che gli schiavi sono necessari per l'equilibrio sociale. Il tutto fino al 1926 quando la schiavitù venne abolita dalla Convenzione di Ginevra, anche se continua a resistere qua e là come residuato sociale. Oggi dopo la Carta dell'Onu del 1948 è sancita la dignità dell'uomo, indipendentemente dalla razza, colore, censo, religione. Diritto primo ed inviolabile, sino al punto che se un genitore si permette di dare una sberla al figlioletto, questi può anche denunciarlo alla polizia. Anche qui cambiamento di un'epoca, di un modello. Se volete chiamatela evoluzione e non rottura assiale, ma siamo lì.
                                                        11) Bioetica e fine vita
Bioetica significa etica comportamentale o morale nei confronti di certi passaggi obbligati della vita. La nascita, la generazione dei figli, il testamento di fine vita. Si sosteneva che la vita umana era sacra indipendentemente fosse cosciente, incosciente, terminale, vegetativa. Per cui l'aborto veniva considerato omicidio (ancorché S. Tommaso sosteneva che l'embrione riceveva l'anima dopo 40 giorni circa), che la maternità non era un diritto in quanto dipendeva dalle possibilità generative della coppia, che la malattia andava accettata fino alla fine se non altro come espiazione dei propri peccati. Celebre l'intervento di papa Gregorio XVI (1832): "grave disordine morale ricorrere al vaccino per curarsi una malattia infettiva". Oggi più della vita e del rispetto ad essa dovuto, si parla della "qualità" della vita. Perciò se un concepito è malformato, indesiderato o inaccettabile si ricorre all'aborto. Se una coppia sterile desidera un figlio ricorre alla fecondazione in vitro, al seme eterologo, utero in affitto. Se una persona si considera fuori uso, in coma irreversibile, in stato vegetativo permanente, può mettere fine alla sua esistenza o per testamento biologico, o per stacco di spina o per suicidio assistito. Anche qui cambio di modello, di un'epoca.
                                                12) Dogmi e libertà di ricerca.
I dogmi sono dei principi, religiosi o morali, eterni, immutabili validi per tutti gli uomini e per sempre. Quindi religione e scienza si basavano su questi. Estratti dalla Bibbia o dal libro sacro, spesso imposti pure sotto pena di morte. Ogni chiesa ha i suoi dogmi che si sosteneva provenissero da Dio, per esempio la Trinità: "Dio, una natura e tre persone. Gesù una persona due nature (umana e divina). Chiesa società perfetta. La legge di natura è eterna. Paradiso, purgatorio, inferno". Per cui fonte di verità è l'autorità della chiesa. Se essa ti impone di credere che il sole gira attorno alla terra (come citato sopra) la verità è quella e tu sei obbligato ad aderirvi. La verità viene dall'alto. Oggi invece le nuove religioni sono senza dogmi, considerate proposizioni provvisorie, rispecchianti la mentalità dei tempi passati. Nonché anche la filosofia del mondo degli antichi. La verità oggi nasce dal basso, dalla realtà, dal di dentro del mondo. Per cui se essa realtà si permette una discussione nei confronti dell’autorità di un dogma, ad essa si deve la precedenza, facendo ovviamente seguire (non anticipare) un giudizio etico o meno sulle conclusioni. Celebre e incomprensibile l'espressione di S. Ignazio: "se l'autorità della chiesa mi dice che quest'oggetto è bianco, io devo aderirvi anche se in realtà fosse nero." Per questo le religioni hanno causato ritardi e sofferenze. Intelligenza, scienza, coscienza sono oggi in pool position, mentre l'autorità viene posta in seconda fila a discernere Le nuove religioni oggi preferiscono ricercare il senso della vita, anziché precise verità astratte e prefabbricate, provenienti dall'alto e dall'esterno. Oggi non si rifiutano a priori i principi ma si sostiene che i principi, molti o pochi, vanno evoluti e sostituiti con altri principi. Cioè sono modificabili. Anche qui un cambiamento di modelli.
Ho su elencato dodici esempi fra molteplici altri in cui si sono verificati dei cambiamenti di pensiero, di civiltà: due epoche diverse. Fra le due vi può essere un'evoluzione oppure una rottura. Qui non c'interessa il modo. La realtà è che non ci si deve né spaventare, né perdere la fede, né entrare in stato confusionale. A domande diverse, risposte diverse, ma indubbiamente sensate e motivate.

Autore:
Albino Michelin
19.04.2013

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