lunedì 14 marzo 2016

L'INFEDELE GAD LERNER VESTE I PANNI DEL FEDELE

Penosa la trasmissione di lunedì 8 ottobre 2012 "L’infedele" condotta da Gad Lermer e mandata in onda su Rai 3 con la sigla: Speciale La 7 "Di chi è la chiesa". Invitati il cardinal Scola di Milano con altri sette referenti. Un'ora di catechismo d’impronta assai clericale e poco ecclesiale. Con il prelato a mettere continuamente i punti sulle "i" e con uno staff di accompagnatori di marca tradizionalista, eccezion fatta per quel malcapitato prete bolognese, che all'esprimere il desiderio di una chiesa più francescana fu corretto e messo a tacere come un pesce fuor d'acqua. Meraviglia che Rai 3, definita culturale, si sia ingaggiata in una sviolinata elogiativa della gerarchia, facendo passare l'idea che la chiesa prima di tutto non è di tutti, ma in primis appartiene alla casta clericale. E questa sarebbe l'inaugurazione del 50° anniversario del Concilio Ecumenico Vaticano 2°. Meraviglia che un Gad Lerner, riconosciuto e noto per il suo pluralismo, abbia invitato solo referenti appartenenti a movimenti cattolici per nulla innovatori: Comunione e Liberazione, Opus Dei, Legionari di Cristo, Focolarini, Carismatici, Nuovi Orizzonti, ignorando gruppi base, come "Noi siamo chiesa" e tanti altri, dando l'impressione di una trasmissione parziale, se non settaria. Inoltre esclusi tutti i teologi studiosi cattolici di altro pensiero all’interno della chiesa, tipo R. La Valle, M. Vigli, O. Da Spinetoli, F. Scalia, P. Sorge, D. Menozzi, V. Mancuso, V. Bellavite, P. Ricca, G. Franzoni, le teologhe L. Sebastiani, A. Valerio ed altri di statura mondiale come H. Küng. Oppure vescovi benemeriti come Bettazzi, Casale, Nogaro, non sempre allineati e preconciliari. Meraviglia che un Gad Lemer, di estrazione ebraica apertamente conclamata, non abbia aperto l'incontro a rappresentanti di altre confessioni: protestanti, ortodossi, valdesi, ebrei. Lontano da noi l'idea che anche Lerner per amor di carriera si sia rivestito della pelle del camaleonte. Dubita per caso che la Televisione Italiana sia in mano al Vaticano? Comunque una trasmissione più che ossequiante: chiaramente servile. Evitiamo l'espressione "cortigiana". Certamente osannante ai palazzi della Chiesa. Però con i destinatari rimasti sulla loro fame. Il popolo di Dio dopo 50 anni, ancora una volta gregge di pecore che va nutrito fra nuvole d'incenso e retorica autocelebrativa. Se questa è informazione, formazione, cultura religiosa per l'Italia di oggi, deprivati della nostra sete di sapere e di verità non ci resta che rassegnarci. Chi scrive non è un ateo, né un laicista, ma un semplice credente.

Autore:
Albino Michelin
17.10.2012

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