sabato 12 marzo 2016

MORALITÀ E MORALISMO.

Ovvero sul comportamento degli onesti (cristiani o meno) e dei sepolcri imbiancati. Il problema in questione riguarda il semplice cittadino come il costituito in autorità. Comunque dopo quasi un ventennio, specialmente negli ultimi mesi (siamo nel 2011) si è risvegliato attorno alla figura di Berlusconi un interrogativo, seguito da uno scollamento. Anzitutto non finiremo di ripetere che il berlusconismo è diventato una filosofia di vita, un modo di interpretarla. Prima in Italia abbiamo avuto il fascismo, il comunismo, in Germania il nazismo e nell'ultimo periodo appunto il berlusconismo. Anche se la persona Berlusconi è destinata al tramonto, sta rivelando piedi di argilla, però la sua interpretazione politica, sociale, economica ha lasciato il segno. E' un antivangelo che difficilmente verrà dimenticato e archiviato. Berlusconi, come tipo ha fatto impazzire la gente. Il popolo italiano l'ha votato e rivotato perché esso incarna i desideri della gente e la gente si sente identificata con lui, il suo successo, il suo carisma. L’allora vescovo di Caserta, Raffaele Nogaro, così scrive: "il vero cristiano è antiberlusconiano. Buona parte del nostro popolo pensa che la corruzione e il malcostume che oggi affliggono l'Italia vennero e vengono assecondati dall'attuale Governo. La Chiesa perciò non può tenere rapporti di amicizia con esso per incontri di convivialità tra cardinali e responsabili politici. Tutto ciò lascia gli onesti nello sconcerto”. Qualcuno definì Nogaro ingenuo e moralistico. L'eterna tentazione narcisistica che provano coloro che condannando gli altri finiscono per ritenere se stessi puri ed impeccabili. Questo è moralismo bello e buono, obbiettano a Nogaro i suoi accusatori, la morale è un'altra cosa. Ma allora che cos’è la morale, ce lo possiamo chiedere? Semplice, risponde Nogaro. Non giochiamo sulle parole: immorale è l’utilizzo di un ruolo pubblico a fini privati. Moralità allora è il rifiuto di tale utilizzo.
                                                         Cavaliere, Capitan Fracassa.
Altri però ampliano un po' il discorso e arrivano a dichiarare che Berlusconi non è immorale, è semplicemente un amorale, il che è peggio ancora. In effetti, la sua filosofia è questa: "pragmatismo, fare, fare tanti soldi, presto soldi, subito soldi, non importa in quale modo. Evitare gli ostacoli, evadere il fisco, farsi leggi ad personam e ad aziendam". Arrogante ed aggressivo contro chi lo contraddice e contrasta. Chi vota a sinistra è un senza cervello (un coglione, sic…). Si scaglia contro i magistrati e la classe dei giudici, cancro della nazione. Si atteggia a perseguitato, sbattendo fuori ad esempio con tre leggi certo G.C. Caselli dalla carica di procuratore nazionale antimafia. Buona parte della maggioranza in Parlamento e nell'esecutivo è abitata per una metà dalle favorite del presidente, e per l'altra metà dai suoi avvocati. Mal digerisce la Costituzione e considera la legge uguale per tutti eccetto che per se stesso. Gigolò con le donne che considera un ottimo prodotto da cui scegliere le sue gnocche (ancora sua l’espressione) per pubbliche poltrone, alla faccia di tante altre che reclamano meritocrazia. Emblematico il saluto ricevuto dalle bancherelle di Budapest (Ungheria) in occasione dell'escursione dell'Ascensione 2011: "Italiani Berlusconi bunga". Ci esportiamo una bella operetta: mignotte e zoccole. Gira il mondo facendo ironia sui vari capi di Stato e corna alle signore in foto di gruppo. E via di questo passo. Ovvio che l'italiano comune, quello dell'Isola dei Famosi e del Grande Fratello, dei modelli sociali di sottocultura, si butti a pesce a votare i suo leader carismatico. Con un però. Anche in Italia non tutti sono italiani "comuni", esistono molte persone che si permettono un giudizio critico. Queste, grazie a Dio e per fortuna, desiderano esemplarità nel pubblico e nel privato. Quando si ricoprono incarichi di responsabilità, si tratti di preti o di laici, il contegno è inseparabile dal ruolo. Si pretende un certo tipo di linguaggio, esercizio del potere rispettoso dell'avversario, un determinato stile di vita. Diversamente non vanno accettate cariche pubbliche. La stessa Costituzione italiana, sulla quale i nostri onorevoli ministri giurano, dichiara che chiunque accetta di assumere un incarico politico deve essere consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell'onore che esso comporta (art.54). Una Costituzione firmata il 27 dicembre 1947 dal presidente dell'assemblea Costituente Terracini, comunista inossidabile e con i contributi di Palmiro Togliatti, segretario del Partito Comunista dell'epoca. Come dire che non è indispensabile essere cattolici battezzati e vaccinati per testimoniare la pubblica onestà. Basta essere uomini, rispettosi della dignità dei propri simili.
                                                  Meno male che Silvio c’è.
Per realizzare questa moralità pubblica i parlamentari della maggioranza centrodestra nel 2011 non contestano più di tanto il loro Premier, anzi Io assolvono e lo incoraggiano. Una lettera aperta di R. Formigoni, presidente Regione Lombardia, di M. Lupi, di M. Mauro, tutti militanti indefessi della cattolicissima Comunione e Liberazione, in data 21.1.11 attaccano quelli dell'opposizione, la sinistra "comunista", che si lascia strumentalizzare da un moralismo interessato ed intermittente, che emerge solo quando c'è di mezzo il presidente Berlusconi. Questi onorevoli per di più sono spesso sostenuti anche da una parte della gerarchia cattolica italiana. Per loro è un andare a nozze. Ad esempio il Vescovo di S. Marino, Mons. Negri, ovviamente di Comunione e Liberazione predica: "la difesa dei valori sociali va distinta dal comportamento personale". Come dire è importante che Berlusconi difenda la legge sulla famiglia, il sacramento, fondato sull'amore eterno fra un solo uomo e una sola donna. Quindi non importa poi se Io stesso è uno sfasciafamiglie, lui personalmente può sguazzare nella poligamia, importa che per legge difenda la monogamia. Oppure sempre lo stesso Vescovo che ripete il ritornello: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Si deve condannare il peccato, non il peccatore". In questo contesto non si riesce più a capire che cosa significa "testimonianza cristiana" cioè comportamento coerente con ciò che si professa, sia in privato come in pubblico. Aggiungiamo qui l'altro intervento di Mons. Fisichella che nell'autunno dello scorso anno diede l'assoluzione ad una volgare bestemmia di Berlusconi, sputata in TV, sostenendo che questa va contestualizzata, cioè va capita nel contesto e nell'ambiente. E qui due pesi e due misure, una per i poveri mortali, l'altra benevola per gli uomini di potere. Ed ancora: il discorso del Cardinale A.Scola, davanti a 10 mila persone, all'indirizzo di certi giornalisti cattolici (leggi Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana) che non avevano nulla risparmiato sul comportamento pubblico di Berlusconi e Co. Costoro sarebbero moralisti, ipocriti, gente che cerca protagonismo. Fortuna che non tutti i cattolici sono Scola e che una base consistente di laici cattolici la pensa molto diversamente da sua eminenza e da sua emittenza. Certo, fra tanto appoggio della gerarchia alla politica dell'attuale Premier, non va dimenticato l'intervento di Bagnasco, presidente dei Vescovi italiani che parla di degrado della vita pubblica e di "disastro antropologico". Ma si tratta di un intervento vago e timido che non ha svegliato can che dorme. Cioè rivela il timore di rompere certi equilibri, con il pericolo di mettere a repentaglio privilegi e finanziamenti vari, da Berlusconi elargiti a piene mani alla chiesa. Ma oggi la Chiesa deve uscire allo scoperto e assumere il suo ruolo profetico. Non limitarsi solo a picchiare contro la bioetica, la procreazione assistita, e quanto concerne la sfera sessuale, ma esporsi in modo coerente e continuativo a favore della legalità, del senso civico, della pubblica onestà.
                                                                “Io sono Dio”.
Con tutto rispetto, ai nostri governanti si potrebbe consigliare di apprende quanto avviene nei paesi protestanti, dove l'uomo pubblico anche solo sospettato di illegalità si dimette, senza fare tanto circo. I gesti esemplari sono molti. Ricordiamo il fatto della Kopp, ministro dell'Interno svizzera che per il sospetto di aver sostenuto silenziosamente il marito banchiere nel riciclaggio sporco, si dimette. Più vicino ai nostri giorni Jacqui Smith, ministra degli esteri inglese, lascia la carica perché il marito, approfittando della norme sui rimborsi ministeriali, si era fatto pagare il noleggio di due film porno (2009). Mariano Fernandez Barme, febbraio 2009, ministro della Giustizia spagnola, si dimette per essere andato a caccia con il giudice B.Garzon, che indagava sulle tangenti di oppositori del Governo. Recentemente in Giappone il ministro degli Esteri Seiji Marchar, lascia il governo per aver ricevuto in 5 anni illegalmente la somma totale di 2.180 euro da cittadini stranieri. E dichiara: "mi scuso per aver contribuito ad accrescere la sfiducia pubblica in merito al rapporto fra politica e denaro". Inizio marzo 2011 Karl Theodor zu Guttenberg, ministro della difesa tedesco, dà le dimissione perché si viene a sapere che in gioventù all'università copiò la tesi di laurea. Una lezione a tutti i nostri furbetti. In effetti, egli dichiara: "chiedo scusa a tutti quelli che ho offeso". In maggio 2011 Strauss-Kahn, presidente del Fondo monetario internazionale, si dimette, accusato (non condannato) di violenza carnale nei confronti di una cameriera dell'albergo. Ed ancora, Chris Hukne, ministro inglese dell'ambiente, traballa e sta per dimettersi, travolto da una vecchia furbata. Beccato a suo tempo dall'autovelox, aveva scaricato la colpa sulla moglie. Si dirà, altri mondi, altre mentalità. No! Altra moralità, moralità che nasce dalla coscienza. Ci si confessa in pubblico, e per penitenza riparatrice si va a casa. In Italia? Ci si va a confessare dal prete e per penitenza un'Ave Maria. Dopo di che si ritorna a trescare. Questo è il berlusconismo, la nostra filosofia di vita. Le vicende recenti pare comunque ci aprano ad un avvenire diverso. La sconfitta del carisma Berlusconi nelle elezioni amministrative del maggio 2011, l'interesse trasversale verso uomini nuovi meno arroganti e meno assetati di potere, il ritorno ai valori pubblici, come la difesa dell'acqua bene comune, la crescente reazione contro il nucleare, minaccia del pianeta e delle generazioni future. Una nuova spiritualità della terra promossa dai gruppi cattolici e laici, credenti e no: forse la speranza che un periodo più riflessivo e più legale stia maturando. Riconosciuti in parte i malanni del moralismo, c’è da augurarsi una maggiore “moralità’” nel pubblico e nel privato.

Autore:
Albino Michelin
10.06.2011

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