sabato 12 marzo 2016

TERREMOTO E TSUNAMI IN GIAPPONE. IPOTESI CATTOLICA: LA VENDETTA DI DIO

Venerdì 11 marzo 2011 ore 14,46 il Giappone ha vissuto una delle pagine più drammatiche della sua storia. Oltre 12 mila morti, 15 mila dispersi, la rottura della centrale nucleare di Fukushima, 230 km a nord di Tokio. Incombente il pericolo per la sicurezza nazionale. La concentrazione dello iodio radioattivo in mare 4385 volte superiore alla media. In tanta tragedia che ha lasciato in eredità lutto, pianto, miseria c'è chi si è permesso di dire, di scrivere e di straparlare attraverso la Tv che questo è un intervento della giustizia divina. Colui che lancia una tale bestemmia chiamiamolo pure "cattolico doc", per intenderci, e non è un caso singolo, è il capofila, l'interprete di una abbastanza folta corrente di cattolici malati della cultura della morte e del sadismo. Si ricordi ad esempio l’intervento a Radio Maria (vero laboratorio delle vendette di Dio) da parte di R.Mattei, vicedirettore del Consiglio Nazionale ricerche, nei giorni seguenti. Per cui una considerazione in merito non è gettata al vento. Di fatto si sente spesso oggi di fronte ad una disgrazia, ad un incidente, ad una morte improvvisa: "hai visto, c'è un Dio per tutti. Dio non paga solo al sabato!" E avanti di questo passo. Come si vede, esiste anche, e spiace dirlo, un "sadismo cattolico", nonostante ci si stia faticosamente impegnando ad educare la nostra società verso una nuova sensibilità attenta ai sacrosanti diritti dell'uomo, sulla salute e solidarietà compassionevole verso tutti i colpiti dalla sventura. Certo molti si domanderanno da dove storicamente nasce questa mentalità di gente che rimane ancora megafono di formule rigide di un catechismo tonitruante e terribilista. Non esageriamo nell'affermare che dovremmo ritornare non al medioevo, ma alla preistoria. Il cattolico doc intanto dice di avere dalla sua la Parola di Dio, la Santa Bibbia. E ti cita il secondo dei 72 libri, l'Esodo, capo 20,5: "Perché io sono un Dio geloso che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e quarta generazione per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti". Allora tirate le somme: per il nostro cattolico doc a causa dei peccati dei suoi avi, dei suoi pro antenati, dei primi omuncoli sapiens dell'età della pietra il popolo giapponese del 2011 si è tirato addosso il conto: terremoto e tsunami. Giustizia (di Dio) è fatta.
Dio fa sorgere il suo sole sui giusti e sugli ingiusti
Non si vorrebbe lasciare il lettore desideroso di verità senza spiegazione. Il brano su citato rispecchia la mentalità del tempo antico, nel quale il capo­tribù o il re godeva sul suddito diritto di vita e di morte. Tempo antico nel quale il povero suddito per ingraziarsi il potente doveva tributargli onore, gloria, i migliori doni della terra, gli animali, e talvolta la vita umana delle persone più care. Questa mentalità l'uomo dell'antichità la trasferiva anche dal potente della terra alla divinità celeste, non importa se egiziana, persiana, azteca o ebrea. Anche quella aveva bisogno dei sacrifici tuoi, delle tue proprietà, delle tue persone care. E se ti rifiutavi vivendo una vita a tua misura e a tuo piacere, allora arrivava lui (il dio) e pareggiava il conto con disgrazie e con la stessa morte e perfino strage di popoli. Ma il nostro cattolico doc e i suoi adepti dimentica il messaggio fondamentale di Gesù che disse: "il Padre mio celeste fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi, e manda la sua pioggia sui giusti e sugli ingiusti". E così Gesù evolve e corregge la dottrina alquanto disumana contenuta nel brano su citato. Che probabilmente era di Mosè o di chi per lui, ma sempre specchio di tempi e civiltà superate. Però queste affermazioni di rottura con la precedente mentalità giustiziera e punitrice non è stata più di tanto recepita dai suoi contemporanei. In effetti anche Paolo dopo la morte di Gesù ci ritorna. E ci ritornano·pure gli evangelisti, che mandano per iscritto i loro testi, allorché talvolta mettono in bocca a Gesù espressioni di un credente che si dà alla morte per placare la giustizia di Dio e di evitarla in modo sostitutivo alla gente, quasi con patteggiamento contrattuale con Dio Padre stesso. Chi ha letto Paolo ai Romani può restare interdetto "Gesù è stato messo a morte a causa dei nostri peccati (4.24). Noi siamo riconciliati con Dio per mezzo della morte di suo Figlio (5, 10) Gesù morì per gli empi nel tempo stabilito (5, 6). Per l'opera di giustizia di uno solo (= Gesù) viene a tutti gli uomini la giustificazione (5, 18) E nella 2° lettera ai Corinti: ”Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccatore in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio(5,21)
                                Ma perfino Dio ha voluto la morte di Gesù in croce?
Anche in queste espressioni va detto che Paolo rispecchia un po' la mentalità del tempo e va interpretato. In effetti considerando con uno sguardo globale e non parziale, non a frasi estra­polate, la figura e la missione di Gesù, si tira la conclusione che egli non presentò mai suo Padre come un Dio che chiedeva da lui la morte perché il proprio onore offeso dal peccato di Adamo, degli uomini o di chi sia venisse restituito, e così Dio potesse poi per questo sacrificio perdonare gli esseri umani. Non lo si vede mai offrire la propria vita come un'umiliazione al Padre allo scopo di ottenere clemenza per il mondo. Gesù è morto perché lui ha scelto di essere un testimone di Dio, per essere coerente con la sua vocazione, convinto che per l'affermare proprie idee giuste e sacrosante si deve essere disposti anche a dare la propria vita. Per questa coerenza Gesù è finito in Croce, non tanto per soddisfare l'ira divina e fermare la mano vendicativa o giustiziera di Dio verso gli uomini. Al limite Dio noi uomini ci avrebbe sempre amati con o senza Gesù Cristo. Il discorso è estremizzato, ma rende. Il nostro cattolico doc, che parla di esigenza della giustizia di Dio nel terremoto e nel tsunami avvenuti in Giappone, è proprio fuori strada, ma non va colpevolizzato. Anche lui come tanti cattolici siamo stati abbeverati a questa educazione. Si sa, l'intimidazione e la paura tengono la gente più suddita che non l'amore verso Dio. Al mio paese si dice che i carabinieri con lo schioppo e i preti con i castighi di Dio e l'inferno tengono il mondo fermo. Anche la rima ci hanno fatto. L'altra espressione poi complementare alla prima, e cioè che si tratta di "un battesimo di sofferenza per i bambini innocenti morti nella catastrofe" fa proprio gelare il sangue. Il nostro cattolico doc è convinto che per questi piccini morti nel grembo materno, la disgrazia del terremoto ha costituito il prezzo del perdono dal peccato di Adamo e l'ingresso al paradiso. Dunque lo tsunami per loro è stata una grazia di Dio, un'espiazione allo stato inconscio del peccato originale. Soggiace in fondo al nostro DNA il concetto sacrificale ed spiatorio del Cristianesimo: Dio si placa solo con la croce di Gesù e con la nostra. Dio si tacita con i nostri sacrifici e con le nostre sofferenza. Diversamente Egli si compenserà mandandoci i suoi castighi. Il fatto anche di sopravalutare la messa solo come sacrificio redentivo di Cristo e sottovalutare eccessivamente il suo significato di banchetto in cui si divide il pane e la vita con tutti gli esseri del mondo rafforza questa mentalità.
          L’educazione cattolica ha costruito l’adesione alla chiesa attraverso il dolorismo.
Noi in Italia abbiamo una dovizia di media cattolici. Non solo Radio, come Radio Maria, Radio Oreb, Radio Mater ma pure anche diversi satellitari: TV 2000, Telepace, Tele P. Pio, TBNE, TRSP, Sender neu Jerusalem, Telenova, ecc. Una potenza da divulgare ogni tipo di informazione, di cultura religiosa, etica, morale. Occasione d'oro per aprire la mente anche a certi cattolici volutamente imbranati, fanatici e fanatizzati: Ed invece è occasione gettata al vento, potenza effimera. Tutti questi media convengono ancora nell'inculcare il dolore e il sacrificio allo scopo di consolare il cuore di Gesù sofferente, e di Maria addolorata, di riparare i peccati dell'umanità, allontanare le disgrazie e la giustizia divina e ottenere copiose grazie e benedizioni. Ancora Vecchio Testamento su tutta la linea. E culto del dolorismo. A fronte di tanto astio del cattolico doc si potrebbe ribaltare questo tipo di impianto. E cioè perché una volta tanto non ci mettiamo anche a ringraziare il buon Dio misericordioso che ci ha regalato l'intelligenza, l'ingegno che, ad esempio con i progressi della medicina, cura e guarisce tante sofferenze e con la tecnica costruisce ponti, dighe, abitazioni antisismiche. E quant'altro. Perché non ringraziare Dio che nei secoli ha pure suscitato la sollecitudine dei cristiani o degli uomini sensibili (non malati sadomaso) che hanno messo in piedi ospedali, ostelli, ricoveri, ospizi, orfanotrofi onde alleviare le sofferenza di tanta gente.
                                                  Il benessere divide, la disgrazia unisce.
Ma abbandonando i profeti di sventura vorremmo anche sottolineare il positivo emerso dopo la tragedia giapponese. Non dobbiamo dimenticare momenti importanti: templi di ogni religione, moschee, pagode, chiese trasformate in centri profughi. Gruppi religiosi di ogni ceto, islamici, cattolici, buddisti, scintoisti uniti nell'aiutare chi ha perso tutto, in piena crisi nucleare·. Una mobilitazione religiosa di massa! La catastrofe nipponica non ha risparmiato le religioni: molti templi sono andati distrutti, molti monaci, iman, sacerdoti sono morti o dispersi. Le comunità di fede avrebbero potuto ripiegarsi nel dolore. Invece hanno assolto con prontezza la loro funzione sociale, spirituale, rituale. Soprattutto hanno soccorso. I centri religiosi sono diventati alloggi, magazzini, snodi di informazione. Il benessere divide, il dolore unisce. In un paese dove solo il 10% degli universitari si dice religioso, ma dove le tradizioni e i riti pesano ancora, i credenti hanno scoperto l'impegno comune, l'etica dell'amore verso l'uomo. Quando il governatore di Tokio, pure lui ha parlato di punizione divina, è stato subito isolato e ha dovuto scusarsi. Anche le rivalità fra religioni e interessi di gruppo hanno dovuto cedere il passo. Gli altri invece, come il nostro cattolico doc e suoi fans, quelli dello tsunami giustizia di Dio, sguazzino pure nel brodo del loro rancore.

Autore:
Albino Michelin
29.04.2011

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