lunedì 7 marzo 2016

IL PARROCO DI AFFOLTERN a.A. (ZURIGO) LASCIA: “SCELGO LA FAMIGLIA.”

In data 19 febbraio 2011 il parroco cattolico di questa comunità, Pius Blaetter, scrive nel Forum, quindicinale della diocesi di Zurigo-Coira: "Cari parrocchiani, dal 2007 sono incaricato di questa porzione di chiesa. Devo con dispiacere comunicarvi che per la fine di febbraio 2011 dovrò lasciarvi. Sono diventato padre di un bambino, e voglio assumere la responsabilità di questo nuovo ruolo di capofamiglia. Purtroppo in base all'attuale diritto ecclesiastico non mi è consentito di esercitare la precedente professione di sacerdote. La decisione per me non è stata facile: sofferenza e lacrime. Il vescovo ha accettato le mie dimissioni, che comunicai pure all'amministrazione finanziaria della parrocchia e al team pastorale. E' mia preoccupazione darvi anche un commiato personale. L'occasione è fissata per domenica 27 febbraio alle ore 10 nella chiesa cattolica di Affoltern. Mantengo un buon ricordo di tutti e auguro che Dio vi accompagni sempre. Adios, goodbye, ufwiederluege" (Pius Blaetter). All'articolo l'amministrazione della chiesa aggiunge una nota: "Siamo rammaricati ma rispettiamo la
scelta. Pius è cresciuto con noi e ci ha fatto crescere come sacerdote e come uomo. Gli auguriamo ogni bene per il futuro della sua famiglia". Ugualmente in altro articolo il team pastorale (composto da 8 membri fra sacerdoti, teologhe, assistenti) lo ha ringraziato per il lavoro svolto nella comunità. La sua capacità di animazione e di comunicazione rimarrà nel cuore di tutti. La sua spontaneità e la sua improvvisazione musicale (Pius animava spesso le sue messe suonando il sassofono) rendevano vivaci le celebrazioni: una felice esperienza. Lo accompagniamo con la preghiera: "la mano del tuo Signore sia sempre sul tuo capo e la sua luce ti illumini ovunque andrai". (Team pastorale)
Per gli abitanti di questo comune è stata una notizia triste. Ma nessuno ha scagliato la pietra del linciaggio, nessun scandalo, nessun giudizio di tradimento. Anzi ci ha indotto tutti ad aprire (o a riaprire) il solito discorso sul perché di una legge di chiesa che rende impossibile ad un prete di esercitare il ministero anche se sposato.
Per completezza di cronaca diremmo che la stessa scelta anche se nel 1995 è stata fatta dal vescovo di Basilea H.J. Vogel, e attorno a noi dal parroco della città di Baden P. Wettstein, dal parroco di Bülach R.Haefliger, da J. Kuzar, parroco di Wollerau che pure annunciò di avere un figlio, e aveva dall’alto ricevuto il permesso di continuare a condizione di non convivere con il bambino stesso e con la madre di suo figlio.
                              Perché fra italiani non viene accettato un prete sposato?
Anzitutto una constatazione. In Italia, nei nostri paesi di origine un caso del genere avrebbe avuto strascichi penalizzanti, umilianti per l'interessato. Nessun prete mai intanto si sognerebbe di annunciare in pubblico la sua eventuale paternità. Ricordo che nel mio territorio d'infanzia recentemente un prete ha chiesto un anno sabbatico, cioè di ripensamento. Che vociferò la gente? Scomparso con una donna, s'è fatto un figlio con l'amante. In realtà poi nulla di tutto questo. Ma la fantasia e la pruderia popolare in Italia in tale settore è veramente disinformata, malevola, ipocrita. Per cui un prete che decide di farsi una famiglia deve fuggire alla macchia nottetempo, o nascondersi tra le foibe, o difendersi con polemiche plateali in TV. Nel caso nostro invece di Affoltem, di Pius Blaetter, va ammirata la sincerità e l'onestà. Si è rammaricato di non poter fare il prete come sposato e padre di famiglia e quindi si è attenuto alla legge della chiesa, anche se non condivisa, dimettendosi.
                                               L’ultima messa di commiato.
Domenica 27 febbraio la chiesa cattolica di Affoltern era stipata in ogni ordine di posti. Abolite tutte le messe di orario e della periferia, si visse in una grande ed unica comunità un'eccezionale esperienza di chiesa, un evento di forte emozione. Non si deve parlare di trionfo, perché queste sono occasioni di testimonianza e non di contestazione. Anche se, come conseguenza, questa può implicitamente scaturire da quella. Tutta la liturgia sviluppò lo stesso messaggio, sia attraverso gli interventi dei sacerdoti presenti, come dei vari gruppi di chiesa, come dell'animazione musicale. Le linee marcanti erano le seguenti: non possiamo più dare risposte antiche alle domande di oggi, il messaggio del Concilio Ecumenico del 1965 concernente il rinnovamento della Chiesa si è smarrito per strada, tutto è rientrato nel preconcilio, il Concilio deve ricominciare ogni giorno, anche oggi stesso. E per questa comunità il messaggio da dare è il seguente: nessun prete dovrebbe venire escluso dal suo ufficio perché sceglie il matrimonio. La chiesa è ritornata ad una inerzia istituzionale: cambia qualche dettaglio e mantiene la struttura. Pone dei principi e non tira le conseguenze. Indubbiamente si è trattato di messaggio caldo e avvincente, non certo piatto e bolso. Come coinvolgimento pratico è stata lanciata una petizione per l'abolizione dell'obbligo del celibato sacerdotale. Al termine della messa sono state raccolte 150 firme, e distribuite 250 schede per eventuali persone interessate, non presenti. Il tutto verrà inviato alla conferenza episcopale tedesca entro il 14 marzo, data in cui si aprirà la sessione di primavera. La celebrazione è terminata con il saluto eseguito al sassofono dal parroco dimissionario e da un aperitivo familiare con una partecipazione totale.
                    Perché un buon padre di famiglia non può essere un buon prete?
Qui non si vorrebbe ripetere le solite obbiezioni e le solite risposte. Però dispiace allorché le risposte che vengono date non rispondono a realtà e continuano a confondere la gente. Tutti abbiamo diritto alla verità e se, ignoranti, abbiamo diritto alla pazienza che ci venga spiegata e non occultata. Ad esempio: che Gesù non era sposato, quindi il prete deve seguirlo per la stessa strada. Il primo aspetto è esatto, il secondo no. Gesù ha accettato pure apostoli (cioè preti) sposati, e Paolo, organizzatore della chiesa delle origini, dopo la morte di Gesù ha raccomandato ai vescovi di tenersi una sola donna per moglie. Altra obbiezione: il celibato dei preti è sorto con la chiesa. Calma, questa è una bufala, spacciata persino recentemente in TV da Missori, scrittore cattolico dell'Opus Dei. La prima norma sul celibato data nel 1139, Concilio Laterano II. Altra obbiezione: nel matrimonio gli sposi si giurano fedeltà in eterno, così ha da essere anche per i preti nel celibato. Vita natura durante. Adagio per favore, il paragone non calza. Due persone si sposano per esercitare un diritto di natura, il prete invece assume il celibato come eccezione al diritto di natura. Sui diritti di natura si può giurare fedeltà, sulle eccezioni al diritto di natura il discorso cambia. Essendo ogni uomo fatto di carne e di cuore può anche subire nella vita non solo deterioramento morale, ma anche evoluzione e maturazione. Altra obbiezione: il libero celibato dei preti va introdotto per una decisione universale di tutta la chiesa. Non si danno eccezioni. Anche qui ci si consenta: eccezioni ce ne sono e da secoli e un po' dovunque a macchia di leopardo. Esempi: i preti "cattolici" di rito orientale sono sposati. I preti "cattolici" di Romania sono sposati. Non intendiamo ortodossi. Si vada alla loro messa anche oggi nelle comunità in Italia.
I preti "cattolici" di Calabria (Firmo, Castroregio, S. Polo Albanese) sono sposati. Sarà come premio per il fatto che i loro antenati alla fine del 500 si sono convertiti dagli ortodossi, di fatto sono parroci sposati. I preti anglicani che oggi passano a "cattolici" possono convivere con moglie, figli e famiglia. Permetteteci di non continuare nell'elenco delle eccezioni. E' come un vestito pieno di sbreghi. Con il Card. Martini e diversi altri membri influenti della gerarchia siamo dell'opinione che si dovrebbe oggi offrire un ventaglio di soluzioni a condurre le parrocchie cattoliche: preti celibi per scelta, preti sposati con figli e famiglia, diaconi coniugati. Niente di sovversivo se pensiamo che nel 1969 Il Cardinal Ratzinger scrisse: ”la Chiesa del futuro sarà piccola, conoscerà anche nuove forme di ministero e ordinerà sacerdoti cristiani sperimentati anche se esercitano una loro propria professione”. Per oggettività di cronaca dobbiamo aggiungere che una volta diventato Papa scrisse nel 2005: ”Il celibato dei preti è una grande benedizione per la chiesa. Io sono per mantenere questo vincolo”. E’ un’affermazione di carattere funzionale alla struttura chiesa, ma non può escludere quella precedente più consona al vangelo di Gesù.
                                      Dal corpo delle donne ai diritti delle donne.
E poi perché non ristudiare in futuro il sacerdozio anche delle donne? Non buttiamola sulle quote rosa, però una sensibilità femminile accanto ad un ossessionante potere maschile ci regalerebbe un tocco materno, di cui questa società prosciugata e pragmatica avrebbe tanto bisogno. E' così forse che la chiesa potrà avere semi di speranza. Diversamente si continuerà a piangersi addosso per le "defezioni" del clero maschile, e lo sparuto gregge dei praticanti continuerà a scandalizzarsi per il ''tradimento" dei preti che si sposano. Ci auguriamo tutti che la chiesa possa così riprogettarsi: qui né Gesù né l'apostolo Paolo glielo impedirebbero.

Autore:
Albino Michelin
11.03.2011

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