martedì 23 giugno 2015

ABUSO DELLA RELIGIONE A SCOPO POLITICO

In vista delle prossime elezioni politiche in Italia del 9-10 Aprile 2006 molti animi vanno infuocandosi, con i nervi a fior di pelle, con schieramenti e relativi leaders affrontarsi non risparmiandosi gags, battute, aggressioni, menzogne e financo livore. Da parte della chiesa cattolica c'era una volta la Democrazia Cristiana o DC a garantire mediazione fra la gerarchia e la base e così riusciva a salvare la propria mobilia. Oggi scomparsa la DC e caduto il muro di Piazza del Gesù, appollaiatisi i suoi militanti trasversalmente in altri nuovi partiti e partitelli, in campo è ritornata direttamente la chiesa cattolica, cioè quella dei suoi rappresentanti ufficiali. Questo ritorno con accenti più marcati o meno, che vanno dalla proposta di valori ad una eccessiva invadenza a  seconda dei punti di vista, può essere condiviso oppure no. Qui non ne va di mezzo né il Vangelo né la fede, è solo questione d'opportunità o meno. La situazione attuale: in Italia per la ragione su esposta da qualche anno la chiesa si comporta come una forza politica, lancia le sue campagne, stringe alleanze, attacca gli avversari sia pur con pallottole di carta, investe anche parte dell'8 per mille tasse del culto a   finanziare le sue campagne. Le conseguenze sono che gli attori veri della politica, i parlamentari, i senatori, i ministri e quanti altri fanno a gara per ricevere la sua approvazione e benedizione, sia di destra che di sinistra. Non soffermiamoci su Berlusconi che tira sempre in ballo sua zia suora impegnata tutto il giorno a recitare santi rosari per lui, che si batte strenuamente per la santità del matrimonio cristiano e per la sanità della coppia tradizionale (nonostante   egli sia ufficialmente   e felicemente divorziato con diritto di ricevere la comunione in mondovisione). Ma lasciamo Berlusconi. Però anche Piero Fassino, il tutto a sinistra dall’altra parte della barricata, si sente in obbligo di dichiarare via etere la sua novennale educazione in un istituto di Gesuiti a Torino, ciò che gli ha consentito di rafforzare la sua vita religiosa. Ma persino Fausto Bertinotti, comunista doc, quello che fa montare il sangue in testa al Cavaliere, gli fa vedere sorci verdi e fantasmi notturni, lui pure si dice sempre interessato alla chiesa del Concilio, ha tanti amici di chiesa, anche fra i cardinali. Da noi non esiste un dibattito TV in cui uomini politici, conduttori, divi del cinema, pornostar, prostitute dell'est non citino il Santo Padre, la tale eminenza e la tal'altra eccellenza. Tutto fa brodo, tutto serve ad arruolare consensi alla propria causa, ad illustrare il proprio prodotto, a giustificare il proprio modo di vivere. Eh sì, in Italia all’ombra del campanile non si trema, o si trema molto meno.  In tutta questa gara di ossequi meraviglia alquanto la recente elezione di   Niki Vendola alla presidenza della Regione Puglia: un tipo che si è pubblicamente dichiarato omosessuale e che al Vescovo di Lecce obbiettò: «come credente rispondo a Dio e non a Lei Mons. Francesco Ruppi». Fuori coro ci sembra anche il leader dell’opposizione Romano Prodi, cattolico serio con famiglia regolare e benedetta con l'acqua di un secchiello vescovile, cattolico adulto, ma che potrebbe rischiare grosso presso i praticanti tradizionalisti, perché si permise di dire già da anni che lui fa una politica di ispirazione cristiana, ma non necessariamente vaticana.  Non usare la religione come strumento populista per farsi propaganda: questo rifiuto gli potrebbe costare caro.
                                        “I frutti e l’albero”: vademecum per i cattolici.
Nella logica di questo argomento 25 mila parroci italiani hanno ricevuto negli ultimi giorni questo libretto di 1O pagine, redatto dal centrodestra, per illustrare i cinque anni del Governo Berlusconi alla luce della Dottrina sociale della Chiesa e in favore della Chiesa stessa. In elenco sommario estraiamo a caso: la battaglia per le radici cristiane dell'Europa, boicottaggio del referendum sulla 'procreazione assistita, l'obbligo del crocefisso nei luoghi pubblici, pari dignità all'ora di religione, parità fra questi insegnanti e quelli laici, legge in favore degli oratori parrocchiali, esenzione lci per i locali (supermercati compresi) gestiti dal clero, lotta contro la pedofilia, la  pornografia, contro l'aborto in  favore di «Sant'embrione », regolazione dei lavoratori immigrati (tacendo però sulle modalità d'asilo e di espulsione), ecc. Ovvio che un opuscolo del genere abbia dato la stura ad altri contro opuscoli e contro argomenti, ad opera dei cosiddetti «preti della strada». E questo non tanto perché i contenuti de «I frutti e l'albero» siano inaccettabili, ma per la loro evidente strumentalizzazione.
                                                      «La chiesa del silenzio»
E’ questo un titolo dei più significativi volumi alternativi al precedente libretto, autore Aldo Antonelli, parroco di Antrosano (L'Aquila), che raccoglie svariate lettere di adesione ad un suo articolo apparso su Repubblica del 3-10- 2005.  In esso il sacerdote denuncia le leggi foraggio a favore della chiesa cattolica, la cui «immoralità» devastante   nel fare   incetta di regali e privilegi (parole sue) l'ha resa colpevolmente silente rispetto ai sacrifici e rinunce cui tanti cittadini italiani sono stati obbligati in questi anni.  Contenute nella pubblicazione pesanti dettagliate   critiche al precedente Governo di questo quinquennio. Aver ridotto alla fame enti locali, diminuito gli assistenti di sostegno agli istituti per disabili, aver sottovalutata   l'educazione al senso civico e al rispetto della roba. In effetti fra 33 parlamentari, condannati in via definitiva, 13 (55%) fanno parte di questa coalizione al potere. Leggi che gridano vendetta al cospetto di Dio come quella sull'immigrazione con licenza di sparare nel mucchio ai miserabili che bussano alla porta dell'occidente opulento. Come l'altra sulla «illegittima» difesa con facoltà di uccidere chi ti ruba le mele nell'orto. Il «fai da te» insomma in nome di una malintesa sicurezza per mascherare l'assenza dello Stato. Ed ancora riserve nei confronti di un leader che negli ultimi cinque anni ha quadruplicato o triplicato il suo patrimonio, mentre le aziende del Paese andavano in crisi. Solo l'elettromeccanica nell'ultimo quadrimestre ha perso il 7,1% del suo fatturato. I pensionati poi devono ricorrere ai loro risicati risparmi. Si è difesa la propria libertà, mentre il nostro Paese rotolava al 41° posto quanto a libertà di stampa   e   pluralismo   d'informazione, dopo l'Angola. Insomma questo prete abruzzese invita le parrocchie a non svendere la loro coscienza.  E qui giova fermarsi, altrimenti l'analisi del fascicolo di Antonelli arrischia di diventare propaganda elettorale contro l'altro schieramento, il che non è intento del presente articolo. Che invece è un altro e giova ripeterlo: evitare l'uso politico della religione facendosi paladini del Sommo Pontefice, dei prelati, della gerarchia, del clero.
                               Prete Farinella come Tomaso Aniello, detto Masaniello.
E' da tempo noto che il 30-31 marzo 2006 il Partito Popolare Europeo organizza il suo Congresso a Roma, alla conclusione del quale è programmata l’udienza dal    Papa.  A detta Confederazione sono aggregati pure i partiti di Berlusconi, Casini, Mastella.  Ma qui salta fuori certo prete Farinella, siciliano, laureato in Bibbia a Gerusalemme, residente a Genova, impegnato in una comunità di ricupero tossicodipendenti. Convinti, come tutti, che il Papa fa il suo dovere nell'accogliere ogni richiedente a titolo personale, da Pera a Oriana Fallaci, da Casini a D'Alema, ecc. Nulla da eccepire in tempi normali e non sospetti, ma una settimana prima delle votazioni questa visita può inquinare la competizione elettorale e prestarsi ad equivoci.  Non si può usare il Papa a fini di bottega politica. Prete Farinella parte proprio come Masaniello, quel pescivendolo napoletano che nel 1647 si proclamò capopopolo contrò gli spagnoli, colpevoli di avere imposto una sopratassa sulla frutta. Provocò un'insurrezione generale, finì fra la giustizia dei sicari, ma la tassa venne abolita. Cosi il nostro, firmandosi Prete Paolo, il 15 febbraio 2006 scrive una lettera aperta al Papa per indurlo ad annullare questa udienza. Il proclama finisce on line su internet e in qualche giorno raccoglie 6.759 adesioni. Gente di tutti i tipi, casalinghe, professori, operai, designer. Ottiene ciò che voleva, in barba a tutti gli scettici che lo definivano velleitario utopista. Berlusconi che spasimava per questa udienza ad personam dovette rientrare. Probabilmente Ratzinger gli avrà detto: "Siate Voi a rinunciarvi, cosi’ non ci rimettete la faccia". Veramente però bisogna dare atto all'intuizione di questo Papa, difficilmente negoziabile e commerciabile in fatto di certa politica all'italiana. No al principio machiavellico che il fine giustifichi i mezzi. Un po' diverso in questo campo dal suo predecessore. Molti cattolici oggi continuano ad importunarci, vittime del complesso Woityla-Ratzinger a confronto. Altra scuola, altro mondo, altra concezione di chiesa. A Woityla stava bene una chiesa «Repubblica cristiana», dalle folle oceaniche, planetarie, festose e festanti, ammucchiata globale. Egli ramazzava tutto, quindi avrebbe ben gradito questa udienza europea del Partito Popolare. Ratzinger invece è di un'altra pasta: una chiesa con il suo diritto di parlare, di esprimere il proprio messaggio sì, ma che cerca di dare più motivazioni che emozioni, più visibilità che ostentazione. Più interesse alla qualità che non alla quantità. Dice in effetti nella sua enciclica «Dio è amore» del 25.1.06 al nr. 28: «La chiesa non può e non deve prendere nelle sue mani le battaglie politiche». E qui è già implicita anche una frenata al Cardinal Ruini che sognerebbe un'Italia ridiventata Stato Pontificio. Complimenti prete Farinella, con te sono ritornate a rifiorir le rose. Sana laicità, con libera Chiesa in libero Stato.   

Autore:
Albino Michelin
07.03.2006

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