giovedì 18 giugno 2015

QUALE DIGIUNO PER LA PACE?

Nell'ultimo numero del settimanale “Rinascita” (nr.300 del 7.3.2003) riscuoteva estremo interesse l'articolo di  Moni Ovadia "Il digiuno e i mali del mondo". Ci sia concessa l'occasione non tanto di replica o di contestazione  (ci mancherebbe altro), quanto di considerare l'argomento da un altro punto di vista. La mia educazione seminaristica mi ha sempre insegnato la Pia pratica dei fioretti (preghiera, penitenza, digiuno) per piacere al Signore e conquistarmi un alto posto in paradiso. Nemmeno questo voglio mettere in discussione dal momento che tutto ciò s'inseriva in un certo contesto di pedagogia religiosa, cioè un tempo  in cui tutti si pensava e si faceva così. Se non altro ha avuto il vantaggio di esercitare l'adolescente all'autodisciplina.
La domanda che mi pongo e che molti praticanti possono porre è la seguente: a che serve un digiuno in uno  specifico giorno, esempio delle Ceneri, e soprattutto come può tale gesto, indicato dal papa e da effettuarsi  privatamente  senza  tante marce trionfali , diventare significativo e muovere la pace, in questo particolare  contesto  della  guerra  Usa-Iraq, Occidente-Medioriente?
Sulla prima domanda: il digiuno all'inizio e nel tempo di quaresima è antica usanza nella chiesa già dal terzo secolo e si basa su di un'esigenza spirituale, a sua volta già ribadita da Gesù nel deserto, che non di solo pane vive l'uomo. Che cioè un'adeguata temporanea privazione  del pane potrebbe  far  riemergere in noi la fame di Dio. Usanza poi che negli ultimi decenni, nei quali gli occidentali muoiono più per eccesso cha  non  per  difetto  di  nutrizione, ha assunto giustamente un altro significato: privazione di alcune realtà materiali in  favore  della  solidarietà  dei  meno abbienti: pure chiamato "Pane per i fratelli". Orbene il mercoledì delle ceneri con le sue finalità non è stato inventato da questo papa, ma da lui ricordato. Però nessuna delle due varianti, afferma
più di qualcuno, produce oggi l'effetto di fermare eserciti, bande armate, invasioni militari. Ci vuole ben altro per portare a più miti consigli certi capi di stato e instaurare la pace. In parte è vero. Comunque un'iniziativa del genere lanciata dal Pontefice ha sortito l'effetto di accorpare verso un comune obiettivo· credenti e agnostici, preti e mangiapreti, che magari non amano sfilare in piazza o andare a girotondi. Però anche qui, fatta la legge cioè lanciata la proposta, trovato l'inganno. In effetti a Napoli, ma un po' dovunque, con bella fantasia si sono preparati gustosi menù "pacifisti", con pregiati pesci di mare e gelati vegetariani a frutti di bosco. Da non dimenticare l'astuta soluzione escogitata al Festival di S. Remo dove ogni sera la provincia di Cagliari offriva degustazioni e dolci tipici sardi, distribuiti anche il mercoledì notte delle ceneri rispettosamente in busta chiusa.
E qui cadono a pennello alcune osservazioni provenienti da movimenti cristiani di base i quali si sono espressi solidali con l'iniziativa papale, ma non con il senso della stessa. Quel digiuno per la pace, secondo loro era e rimane un segnale molto debole. E' vero che Gesù pure raccomandò a chi digiuna di non fare il cascamorto, di non darsi arie da morto di fame, ma ritirarsi nel privato affinché lo sappia solo il Padre celeste che ne darà la ricompensa. Però è anche vero che lo stesso Gesù consigliò di non nascondere la lampada sotto scala, ma di porla sopra il monte affinché si vedano le opere buone e si glorifichi il Signore. Ed ancora il Maestro di Nazareth insegnò di predicare sui tetti i segreti che egli aveva confidato all'orecchio. Cioè o determinati gesti hanno una certa visibilità per un appropriato scopo oppure finiscono sprecati. Ovviamente nel suo dire apparentemente contraddittorio Gesù si riferisce a due situazioni e intenzioni diverse. C'è chi fa del bene per pubblicità e chi lo fa per visibilità, ovvero per testimonianza. Al primo caso vanno ascritti tutti coloro che fanno opere buone a scopo di lanciare i propri interessi, per una patacca, un riconoscimento, per aumentare il capitale. Ma qui tutto è guasto già alla radice. Al secondo caso si riferiscono gesti positivi e corretti, affinché vengano da tutti osservati e il bene si propaghi a macchia d'olio, di benefico contagio. Solo così giuste rivendicazioni arrivano al palazzo dei potenti. Quindi che il mercoledì delle ceneri ci si limiti a rinunciare ad un piatto di rigatoni o ad una fetta di prosciutto Parma, il tutto fra le pareti domestiche, cambia poco il nostro mondo posto in assetto di guerra. Un'azione invece collettiva a livello mondiale potrebbe far riflettere (caso nostro) la pregiata ditta Bush-Saddam o se non altro isolarla dal consorzio umano quale portatrice di morte.
Un'alternativa più originale ed attuale avrebbe potuto essere, o lo potrà essere in un eventuale futuro, il cosiddetto digiuno televisivo. Un determinato giorno o una determinata domenica tutti invitati a lasciar spenta la TV, dalle ore 24 alle 24. Le conseguenze sarebbero incalcolabili: calo a picco dell'auditel, nevrosi dei media, sospensione della pubblicità, deficit alle fonti energetiche, blocco dei consumi. Tutto il mondo prenderebbe coscienza del macroscopico buco finanziario con notevoli ripercussioni nella psicologia dell’Onu, del Consiglio di Sicurezza, dei due potentati America-Iraq. Non facciamo rosee previsioni, ma se non altro l'obbiettivo varrebbe la candela.
Allo scopo andrebbe ovviamente concertata un'azione comune fra tutte le chiese e le varie religioni, evitando il riaffiorante protagonismo vaticano. Si continua il solito vizio inveterato nella stragrande maggioranza dei mass media italiani di celebrare con toni magniloquenti e acritici le iniziative pur lodevoli del nostro papato, trascurando con regolarità di dare almeno notizia di tutte quelle intraprese dalle altre chiese di Cristo nel mondo, nonché dei capi religiosi di altre religioni. Un esempio fra i tanti: chi fra di noi sa che il Consiglio nazionale delle chiese Usa, comprendente 36 diverse denominazioni di tradizione protestante anglicana e ortodossa per un totale di circa 50 milioni di persone, ha affermato che la guerra preventiva è immorale e illegale? Solo se i vari "digiuni" delle singole religioni verranno collegati fra di loro con dei grandi segni a livello planetario si potranno avere risultati di pace soddisfacenti. E in conclusione ci si permetta una domanda alquanto provocatoria: che non si siano per caso inceppati tutti i nostri veggenti Mariani che nel passato hanno manifestato vari messaggi di Fatima e Mediugorje: "pregate e fate penitenza e la Russia si convertirà"? Come mai che questi veggenti oggi non c’inducono anche alla penitenza per la conversione dell’America o dell’Iraq, quando a rischio non sono 60 milioni di cattolici, ma qualche miliardo di persone umane? O che la Madonna di costoro oltre che antisovietica non sia anche per caso filoamericana? Madonna è tutto questo political correct?

Autore:
Albino Michelin
14.03.2003

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