domenica 28 giugno 2015

LA SINISTRA AL POTERE: CLERICARISMO DI RITORNO?

Le elezioni del 9-10 aprile 2006 hanno visto un capovolgimento di fronte e in Italia le sinistre o per diritto per storto si sono acchiappate: la presidenza della Camera con    Fausto Bertinotti, del Senato con Franco Marini, della Repubblica Giorgio Napolitano.   Meglio limitare la riflessione sul piano religioso Stato-Chiesa. Però da premettere che la paventata minaccia comunista si presenta meno pericolosa di quanto dalle destre preannunciato. La delusione principale è che nessuno del nuovo Governo mette a bollire in pentola i bambini come i cinesi. Per di più c'è meno stalinismo di quanto si supponesse. In effetti, il 2 giugno festa   della Repubblica alcuni ex comunisti si sono presentati alla sfilata della Forze armate, altri come Pecoraro Scanio sono andati ad inaugurare una   baita ecologica su per gli Appennini, altri hanno organizzato la contromanifestazione dei pacifisti con Marco Rizzo a 100 metri di distanza dalla parata ufficiale. C'è chi l'ha vista male, dissenso foriero di governo traballante e di breve durata. Ad altri invece sembrò un dissenso positivo: non c’è nessuna dittatura bolscevica, nessuno è stato confinato in Siberia, come avveniva al tempo di Lenin e successori: importante essere uniti nelle questioni di fondo e sentirsi liberi in quelle marginali. Anche in una coalizione di governo ognuno ha la libertà di essere se stesso. E qui pure Bertinotti non se l’è cavata male. Come uomo delle istituzioni si è seduto al palco d’onore, come cuore pacifista si è infilato la spilla dell’arcobaleno sul taschino della giacca. Chi pensava che la sinistra al potere togliesse la libertà di pensiero e di manifestarlo ci è rimasto un po' deluso. Ma deluso soprattutto chi era convinto che con la sinistra al potere si ritornasse dall'ateismo teorico a quello pratico, e all'anticlericalismo di piazza. Anzi questa potrebbe essere un'ottima occasione per aiutare la Chiesa ad essere tale e a ricuperare il suo ruolo, che non è quello   di gestire le tecnica della politica o di una certa politica come è avvenuto in parte in un recente passato. Chi ha seguito la stampa cattolica subito dopo le elezioni e prima dell’insediamento dei tre rappresentanti ufficiali su citati, avrà notato sia l’opposizione dell’Osservatore Romano, organo del Vaticano, sia dell’Avvenire d’Italia, organo dei vescovi contro la candidatura di D’Alema a presidente della Repubblica. Un diessino ex comunista politico di punta e spigoloso. Come se la Costituzione obbligasse ad esibire il certificato di battesimo per un incarico del genere. Persino Cossiga, cattolico tradizionista dallo zoccolo duro, perse un po' di pazienza l'8 maggio scrivendo sul Corriere della Sera:” mi meraviglia e mi preoccupa chi con tanta violenza si intromette impropriamente nelle vicende della nostra Repubblica”. Il quotidiano 'Avvenire' si chiama 'Passato', con qualche nostalgia per alcuni vescovi allorché in un periodo doloroso della nostra storia recavano il saluto fascista ai gagliardetti di Mussolini. Bene, al posto di D’Alema parlamentari e senatori hanno eletto Giorgio Napolitano, (ex) comunista, rampollo dell'Unione Sovietica, un'altra vera caduta del muro di Berlino. Molto gentilmente è andato a salutare il Papa, certo senza corona del rosario, ma anche senza libretto di Mao. Educato e rispettoso.  Persino la «Civiltà Cattolica» rivista ufficiale dei gesuiti e quindi della segreteria di Stato Vaticano, si complimentò con il nuovo Presidente definendolo super partes e augurandogli di favorire l'unità del Paese e difendere i sani principi della Costituzione.
                                        La pretesa di dare lezioni di catechismo al Papa       
Si sa che in Italia il chiodo fisso di certo cattolicesimo sono le coppie di fatto, i Pacs, i gay, ecc. Altro genere di malcostume, trufferie, frodi, tangentopoli, calciopoli sono bazzecole.  Citiamo calciopoli, perché è la punta dell'iceberg di una disonestà di vita. Chi non sa giocare, non sa nemmeno vivere con gli altri. Ma torniamo al chiodo fisso. Nella trasmissione «Porta a Porta» del 16 maggio 2006 il neo presidente della Camera affermò: «Sui Pacs la reazione del Pontefice mi sembra sbagliata, perché restauratrice, non vede che le unioni di fatto sono un arricchimento di quei valori che il Papa teme vengano distrutti dalla   modernizzazione». Inserita nel contesto l'affermazione è stata pronunciata con rispetto, in quanto si muoveva da un argomento più ampio. Si aggiunga a questo anche un intervento del ministro Rosy Bindi a riguardo della procreazione assistita ed eventuale revisione di alcuni passi di quella legge. Stampa cattolica e destre in coro all'unisono: «Ecco il ritorno degli atei, vogliono persino insegnare il catechismo al Papa». La Bindi che come Prodi ebbe a  suo tempo definirsi «cattolica adulta» puntualizzò: «Vaticano e Conferenza episcopale italiana hanno tutto il diritto di esprimere le loro valutazioni, così come la politica ha il diritto di fare le proprie scelte. Fedeli al papa, e prima di tutto al Vangelo e a Gesù Cristo per la fede, ma fedeli allo Stato per lo statuto». La verità è che nel precedente Governo di centrodestra si blandiva la Chiesa per difendere i propri interessi, qui invece si ha l’onestà di non confondere i piani, e di dare a ciascuna istanza il suo ambito, non   manipolando continuamente il religioso col politico e il sacro col profano. Lo si è visto anche nella su citata Festa della Repubblica. Le maggiori autorità della chiesa, in grande pompa, il Cardinal Ruini e il Vescovo militare, intronizzati con i tre presidenti comunisti, in bella vista. Bianco e rosso per me pari sono importante è la visibilità. Forse sarebbe stato più opportuno che noi fossimo rimasti lontano da discutibili onori mondani e dal, tintinnio delle armi da guerra. La sinistra per cultura e tradizione è più laica della destra, cioè nel rispetto degli ambiti, con libertà di dissenso. Mentre invece la destra sarebbe più laicista, cioè intollerante per una sola verità, quella della conservazione, da imporre a tutti anche con le leggi dello Stato. Se in Italia prima delle elezioni recenti la chiesa si era schierata sia pure velatamente nel linguaggio per la vittoria delle destre è perché’ serpeggia sempre anche in lei la tentazione di apparentarsi con i poteri forti. E viceversa. Dà da pensare quanto successo a Milazzo domenica 7 maggio alla processione della festa patronale di S. Francesco di Paola. Totò Caffaro, candidato    presidente della Regione, e il   parroco Damiano La Rosa arrestarono la processione, entrambi salirono sul poggiolo di un palazzo lungo il corso, e il nostro onorevole «vasa madonne», terrorizzato dal fantasma di Rita Borsellino, ebbe modo e santa benedizione per presentare il suo Vangelo politico. Certo, atteggiamenti amorosi che le sinistre non accetteranno mai, lo speriamo! Il sunto di questo articolo sembra chiaro: l'invito ad una sana laicità. I credenti hanno tutto da guadagnare se il loro messaggio sarà trasparente, privo d'ogni inquinamento di parte, mirato a formare le coscienze. Nella vita poi ognuno   si puo’ adoperare per migliorare D’assetto sociale e di conseguenza anche quello politico. 

Autore:
Albino Michelin
08.06.2006

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