mercoledì 24 giugno 2015

I MIRACOLI? LI FANNO ANCHE I COMUNI MORTALI

Da che mondo è mondo l’uomo è stato sempre assetato di miracoli. In parte per appagare il suo desiderio di curiosità innata del numinoso, dell'eccezionale, del non scontato. In parte perché egli stesso molte volte si sente oppresso da malattie irreversibili, da rovesci familiari, da disagi economici e ricerca in qualche modo l'intervento di un essere superiore sia esso il Dio dei cristiani oppure una divinità di qualsiasi appartenenza.  Oggi gli studi sui fenomeni paranaturali (fuori della natura da noi conosciuti) o soprannaturali (al di sopra di essa) si sono molto sviluppati come anche si sono sempre più analizzati i meccanismi e le componenti della nostra psiche. Per cui circolano le espressioni tipiche: come psichismo personale, psichismo collettivo, psichismo inconscio, innato, indotto, psicosi, allucinazioni, ecc. Quando poi si va a parlare degli autori dei miracoli, noi cattolici in genere ci riferiamo ai santi.  Solo i santi possono compiere interventi prodigiosi, o solo fedeli appartenenti alla religione cattolica.   Perché sarebbero una dimostrazione che Dio pone il suo sigillo timbro di certificazione unicamente sµ questa religione rivelata. Mentre eventuali prodigi compiuti da santoni o guru non appartenenti alla nostra religione vengono definiti opera del diavolo, trucchi da ciarlatani, gesti di prestigio di falsi imbonitori.  L'occasione a questa riflessione ci viene offerta da qualche settimana da certo Domenico Fiume, abate ortodosso (ex prete cattolico) di origine calabrese, comune di Sperato, 29 anni residente al Centro culturale S. Charbel nella periferia di Udine. Lì celebra la sua liturgia con 5 ore di messa, canti, preghiere, orazioni. E soprattutto Padre Gabriele, così battezzato dai suoi innumerevoli devoti, compie prodigi o miracoli. Lenisce mali del nostro tempo, in particolare quelli di natura fisica, guarisce malati gravi.  All'ingresso del Centro è appostata una macchinetta come negli uffici bancari e postali per organizzare la coda dei visitatori. La media di 300 tagliandi al giorno. Per questo la gente lo chiama anche "il prete dei miracoli".  Soprattutto rilevante è recepire e registrare le osservazioni del numeroso pubblico: "in lui si trova quelle consolazione che la chiesa tradizionale non riesce più a dare". Ci sia consentito di aggiungere che questo è un pesante ritornello circolante sempre di più in molte parrocchie e in tante coscienze, indipendentemente da questo abate del Friuli. Posizione dell'autorità religiosa? Scontata, non è un prete cattolico, ma un ex giratosi verso un'altra religione, il suo metropolita l'ha sospeso dall'ufficio inerente al ministero da lui professato, quindi non può permettersi l'esercizio delle guarigioni. Inoltre il gruppo dei vescovi friulani ha proibito ai fedeli di bazzicare con tale personaggio. Per tutti questi motivi lo Spirito del Signore non dovrebbe esprimersi attraverso questo semiscomunicato essendo privato dei carismi e del mandato della legittima chiesa.
                                                      Non solo i santi fanno miracoli
 E qui passiamo subito ad un'affermazione che difficilmente trova smentita nella realtà. I miracoli, gli operatori di miracoli, i beneficiari di miracoli li possiamo trovare in tutte e realtà umane, prima ancora· oppure senza conoscere e aderire ad una religione. Dentro o fuori della chiesa, da parte di persone indifferenti, di agnostici, atei miscredenti. Gelosi in merito se ne riscontrano a iosa lungo la storia.  Anche nella Bibbia (Numeri 11,29) si parla dello Spirito del Signore che si posò sugli ebrei raccolti dentro nell’accampamento i quali cominciarono a profetare. Ma qualcuno andò a riferire a Mosè che anche fuori del recinto vi erano persone che profetavano e lo pregò di impedirglielo loro. Ma Mosè rispose: "Sei tu geloso? Fossero tutti profeti, volesse il Signore dare a tutti il suo spirito". Dunque i miracoli non dipendono dalle fede, o almeno non sempre dipendono dalla fede o meno di chi li fa o di chi li riceve. Non vi sono limiti alla natura umana: ogni uomo può compiere dei miracoli. Che poi questo non avvenga o avvenga solo raramente, dipende da tanti fattori. Ma non se ne può fare dottrina esclusivista per la veridicità di una religione. Chi è appassionato della storia greca antica si sarà incontrato con un celebre nome: Esculapio o Asclepiade, divinità protettrice della medicina. Dunque siamo prima di Cristo e presso una religione pagana. Ed avremo pure letto di una località chiamata Epidauro, una specie di Lourdes. Orbene in questa zona ogni 5 anni si radunavano folle di oranti provenienti da tutte le zone del globo allora conosciuto per pregare ed impetrare l'intercessione di Asclepio.  I malati venivano guariti, gli zoppi camminavano, i ciechi riprendevano la vista. E persino dei morti venivano risuscitati. Indubbiamente qualcosa come genere letterario ci sta pure, come ci sta anche del favoloso. Ma questo modo di raccontare era il palinsesto mediatico del tempo. Non si può tutto negare, ma qualcosa di oggettivo e reale ci resta sempre.  Un tale palinsesto mediatico, cioè genere letterario, è stato utilizzato pure per Gesù, raccontato dagli evangelisti. Indubbiamente non si possono mettere sullo stesso piano, stante il significato diverso da lui conferito ai suoi prodigi. Alcuni certamente sono stati compiuti. Ma per la maggioranza si è utilizzato un collage letterario.  Ad esempio: nel Vecchio Testamento si narra di Eliseo e di Elia che risuscitavano i morti. Orbene, si è pensato, Gesù è un profeta maggiore di costoro, quindi attribuiamo anche a lui la risurrezione di qualche defunto. Così puo’ spiegarsi quella del figlio della vedova di Naim, quella di Lazzaro. Da prendersi seriamente più per il loro valore simbolico che non effettivo.  Ma anche al riguardo ritorniamo al nostro asserto: Miracoli ne hanno compiuti Gesù e i profeti in nome del Dio in cui credevano, miracoli ne hanno compiuto guru e sciamani in nome del loro Dio, anche se non per fede rivelata. E così avverrà anche in futuro.  Certo si dovrebbe o potrebbe concludere che ovunque in fondo c'è il dito di Dio. Che cioè lo Spirito del Signore o attraverso la fede in lui, o attraverso la volontà forte e profonda del richiedente, induce a compiere qua e là in determinate circostanze e in persone particolari dei fatti inspiegabili, al momento almeno, da parte della scienza. 
                                      L’importanza dell’energia per compiere miracoli
 Il mondo dei guaritori è molto più ampio di quanto si creda. Spesso fa meraviglia come da parte cattolica ad esempio si faccia dell'ironia nei confronti di Milingo, perché ex cardinale, perché sposato con la "cinese" trasgredendo le leggi della sua chiesa cattolica. Giriamola come vogliamo: ma Milingo guaritore era allorché faceva il religioso ossequiente o vestito di porpora cardinalizia, e guaritore resta ancor oggi anche se "traditore".  Il miracolo e la capacità di compierlo dipende soprattutto (anche se non solo) dalla propria energia interiore, un dono, un carisma, ma anche realtà in molti non sfruttata. La prassi orientale (riflessologia) e la tradizione africana qui ci possono aiutare, non inventano nulla ma utilizzano ciò che ognuno di noi possiede: l'energia, sia quella naturale sia quella assorbita dal mondo esteriore. Con questa si accoppia o si identifica l'altra componente essenziale per il miracolo: la forza di volontà. Lo sta a dimostrare anche qualche caso tipico di persone, senza nessuna fede, senza l'educazione alla preghiera guariti improvvisamente e inspiegabilmente da un tumore.  Allora andare o non andare da Padre Gabriele in Friuli per ottenere grazia e miracolo di cui una persona sente profondo bisogno?  I vescovi hanno proibito ad accostarvisi. Timidamente però si potrebbe rammentare ai vescovi la parola di Gesù. Allorché il Vangelo ci racconta di Giovanni che indispettito andò da lui riferendogli che un tizio scacciava i demoni, non essendo dei suoi: gli apostoli glielo hanno proibito. Ma Gesù rispose: "non impedirlo, perché chi non è contro di noi è per noi (Mc. 9,40). Chi non è contro di noi significa "chi opera la giustizia, la pace, la concordia, l'amore, la cura degli infermi, ecc. Tutti costoro sono per Gesù anche se non ne conoscono il nome e l'esistenza".  Assodato che non vi sia da parte di questi profeti, predicatori, guru, guaritori, ecc. l'abuso della credulità popolate e il gioco sporco del denaro a nessuno si può impedire di andare a Fatima, Lourdes, Mediugorje, da Milingo, dal Cervo Bianco (il taumaturgo induista in riva al Gange) o da Padre Gabriele in Friuli. "Volesse il cielo che tutti fossimo profeti" disse Mosè nell'accampamento sotto il Monte Sinai.

Autore:
Albino Michelin
05.12.2008 

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