martedì 16 giugno 2015

PACE SULLA TERRA: LA RISPOSTA È DENTRO DI NOI

Questo Natale 2002 si chiude su dei scenari poco promettenti. Ci riferiamo ovviamente ai progetti e minacce di guerra molto più incombenti degli anni passati. Comunque c'è sempre il rischio di cadere nella solita retorica della pace nel mondo portata dagli angeli, riferendola solo alla cessazione di belligeranze e ostilità armate, presenti in ogni angolo della terra.  Con il rischio di delegare il compito di costruire la pace ai seggi dei vari parlamenti e dell’'Onu. Senza minimizzare tale ruolo dovremmo comunque fare attenzione che la pace inizia anzitutto dalle nostre mura domestiche, nonché dalla nostra stessa coscienza. Cose risapute, date sempre per scontate, ma puntualmente evase. Il Natale 2002 porta a fare questa riflessione sottolineando che la risposta ad ogni tipo di pace e di guerre è dentro di noi. Il male di tutto sta alla radice e si chiama abuso di potere. La tentazione di sottomettere gli altri tutti alla nostra volontà.  Non si vorrebbe essere troppo teorici e astratti, né fare psicologismo culturale, ma sia permesso per la circostanza di analizzare le varie forme di potere attraverso cui noi abusiamo del prossimo, della famiglia, della società ponendo le premesse per ogni conflitto più o meno armato, circoscritto o planetario.
                                                            L’autoritarismo
Alla base vi è l’istinto di dominio, quindi la paura che questo ci venga tolto o ci scappi di mano. Molti fra di noi sono costituiti in autorità (anche i genitori per esempio). Essa viene esercitata talvolta per diritto, riferimento al posto che occupo. Tal altra per influenza, dato un certo carisma di cui sono dotato, anche se non costituito giuridicamente in un ruolo d'autorità. Ma ecco che per qualcuno l’autorità diventa un'occasione per limitare la libertà degli altri. Mio figlio vuole portare i capelli lunghi? Straccione, non sia mai. Un mio dipendente potrebbe anche lavorare seduto per prendere fiato? No, deve restare in piedi. L'altro avrebbe bisogno di un attimo di respiro? No, deve terminare una commissione senza concedersi pausa. Ovvio che questo è il germe o meglio il virus della dittatura, abuso di potere.
                                                              La violenza
Un altro tipo invece si sente o s'immagina di essere sempre minacciato. Inconsciamente si scatena in lui il bisogno di vendetta. Mette tutti sotto stress, immobilizza, urla, tira gli orecchi, mena le mani. Capita anche in famiglia, persino la cosiddetta violenza sessuale è una forma di vendetta, in ogni caso abuso di potere.
                                                             L’umiliazione
Umiliare è un'altra forma propria di chi non si sente né bravo né importante. Tenta di difendersi da questo stato grigio e impersonale imponendosi di essere perfetto, o almeno di apparire tale. Quindi deve fare sentire ad un altro, a tutti gli altri che lui o loro sono un niente. Altezzoso sguardo imperiale, commisera ognuno che gli capita a tiro: "ah, quello fa la pipì a letto, quello ha un cervello da gallina, quello è uno sfigato, quello è un buono a nulla, quello è un montato di testa“. Insomma morte tua, vita mia. Percepisce il proprio potere umiliando gli altri. Ci si potrebbe chiedere magari se le varie colonizzazioni del passato o i diversi sfruttamenti verso i popoli di colore non obbediscano a questa strana logica: abuso di potere.
                                                           La colpevolizzazione
Il gusto sadico di far sempre sentire l'altro in colpa. Magari le espressioni non sono maligne, tipo: “è questo il mondo di ringraziarmi? Mi deludi. Sono questi gli esempi da dare?” L'altro tenterà di adeguarsi a me, può arrivare fino ad autodistruggersi pur di non perdermi. Questo meccanismo è frequente nel matrimonio e nel rapporto di coppia, Ma slitta anche nel sociale e nei rapporti di lavoro. Telefonate anonime, logoramenti, lettere indesiderate, pedinamento della persona presa di mira. Abuso di potere verso coloro che io immobilizzo nella mia ragnatela.
                                                              L’infantilismo
A due facce però. La prima è il bisogno di far sentire sempre eterno bambino una persona od un gruppo. Quindi in me la necessità di sentirmi utile, indispensabile. Devo controllare l'altro. Non gli do fiducia, gli nascondo la verità perché non la capirebbe o non ne sarebbe degno, voglio proteggerlo, evitargli dei dispiaceri. Decido al suo posto, anzi faccio io al suo posto con la scusa di aiutarlo. A mio figlio gli regalo anche la casa in Italia per evitargli pensieri sul futuro, lui magari mi ha già ripetuto cento volte che della casa non gliene importa un bel niente. E' il complesso chioccia che mette l'altro nella situazione di non diventare mai né uomo né responsabile. Abuso di potere molto sottile, assai camuffato nelle pieghe dello spirito. Ma poi c'è altra faccia dell'infantilismo. Propria di chi vuole lui stesso rimanere sempre un bambino, come Peter Pan, la paura di crescere. E' il tipo sottoresponsabile. Gli piace essere obbedito, asservito a qualcun altro. Si lascia vivere non solo ma esige attenzione: centro del mondo. Come bimbo che sbraita non perché ha mal di pancia ma perché lo si tenga in braccio. Per farsi notare si assenta quando c'è bisogno della sua presenza, lui rompe e l’altro deve raccogliere i cocci. Fa prendere ad un altro decisioni che lo riguardano: Si ammala, cosi l'altro si premura a curarlo. Ruffiano, arriva persino a ringraziare qualcuno per sfruttarlo di più. Insomma l'altro è suo prigioniero. Si’, anche questo è un abuso di potere, all'apparenza molto inusuale, ma frequente perché mi consente di assoggettare tutti al mio egoismo.
                                                           La trasgressione
Questa infine rappresenta il tentativo di dominare grazie a comportamenti contestatari, amorali e spesso immorali, tipo la delinquenza. Risulta ad esempio come certi ragazzi si drogano per obbligare la famiglia ad accorgersi di loro. Attraverso schedature sociali, terapie sanitarie ecc. tengono la società in ostaggio e ai loro piedi. Convinti di avere in mano un potere immenso lo usano in questo modo. Ma anch'esso è come i precedenti un abuso di potere, strumento per sottomettere gli altri alla propria volontà, al proprio arbitrio. Che a Natale angeli e cherubini scendano dal cielo attorno alla capanna di Betlemme a cantare "Pace sulla terra" fa sempre dolce poesia, se non altro per un giorno. Ma pace sulla terra difficilmente potrà fiorire se noi non si incomincia ad instaurare la pace domestica e della coscienza, rifiutando ogni abuso di potere. E' questa infatti, la pericolosa malattia della volontà, dei sentimenti, dello spirito umano. In un mondo di conflitti dunque, fra minacce nucleari ed apocalissi imminenti, la risposta è dentro a ciascuno di noi.

Autore:
Albino Michelin
20.12.2002

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