giovedì 4 giugno 2015

COSTITUZIONE EUROPEA: RADICI NON SOLO CRISTIANE

Venerdì 18 luglio 2004 ore 22.30 data e momento storico per l‘Europa. A Bruxelles 25 stati,455 milioni di abitanti attraverso il voto unanime dei loro leaders firmano la nuova Costituzione europea. Fra i 460 articoli forse vale qui la pena di soffermarsi soltanto sul preambolo. In esso si dichiara che l'Europa si fonda su di un patrimonio di valori ispirati da un’eredità culturale, religiosa umanistica. Chiusa quindi definitivamente la discussione apertasi da due anni sulle "radici cristiane” del nostro continente. Cioè radici religiose si, giudaico-cristiane no. Accontentiamoci dei nostri patroni S. Benedetto, S. Cirillo e Metodio, posti dalla chiesa cattolica, ma come affare e devozione privata. Le pressioni di alcuni paesi come L’Italia, doverosamente ossequiente al Vaticano e della Polonia, patria dell’attuale pontefice Woityla, non hanno avuto esito. Probabilmente la formula "radici religiose" non ha una grande forza evocativa però è sobria, esaustiva e soprattutto inclusiva. Nel senso che cosi’ vi sono incluse tutte le eventuali componenti senza distinzione, dal cattolicesimo all'animismo, mentre l'espressione "radici cristiane" sarebbe stata esclusiva, cioè avrebbe escluso religioni che non si rifanno al nostro credo. Affermazione che sarebbe tornata inopportuna soprattutto per l'lslam. Nonostante le tensioni attuali non va dimenticato che alla fine del primo millennio l'Europa ha maturato un debito verso l'lslam che i successivi secoli di conflitto non hanno potuto cancellare. La Spagna, l’Italia meridionale, i Balcani conservano ancora splendide tracce della civiltà musulmana per scienza, cultura, arte. Porre sotto silenzio questa religione sarebbe stato miope ed ingeneroso. Sbagliato soprattutto in questo periodo in cui è sempre in agguato il rischio di uno scontro fra civiltà, mentre si avvicina l’ingresso della Turchia islamica nell'Unione Europea. O riconoscerle tutte, come sostiene il comitato ebraico di Roma, per il quale fondamentale è stato il contributo ebraico nella formazione della coscienza europea, o non citarne nessuna. Ma anche all'interno dello stesso Cristianesimo, eccezione per la componente cattolica, la formula avrebbe incontrato resistenza. In effetti, riformati protestanti e ortodossi l'avrebbero considerata uno strumento in mano alla chiesa cattolica pigliatutto per attribuire a se stessa il merito anche dei contributi altrui. Preteso riconoscimento di superiorità da parte di un'istituzione che si ritiene garante quasi esclusiva dei valori cristiani. Indicativa per tutti ci sembra l'affermazione di Giulio Andreotti, cattolico doc politico di indiscussa cultura e intelligenza, che al Congresso di Comunione e Liberazione di Rimini il 28.8.03 ebbe a dire: "il termine radici cristiane avrebbe creato difficoltà nel dialogo con le altre culture".
                                Innegabile il contributo cristiano nella storia d’Europa
Certo, ma quale cristianesimo andrebbe preso come punto di riferimento se si vuole risalire alle radici? Quello delle crociate, delle guerre di religione, delle persecuzioni contro gli ebrei fino al recente olocausto, dell'inquisizione, della scomunica a Lutero, del rogo alle streghe, del Sillabo di Pio IX che pone il veto alle scienze moderne, del potere temporale del papa, del concordato con il regime dittatoriale fascista (1929) e nazista (1933), del militarismo anticristiano confortato dall'aspersorio? Ed ancora, quello contemporaneo del consolidamento delle invasioni coloniali, dell'economia libero mercato, dei monopoli multinazionali, della vendita d'armi, del debito-cappio al collo verso i paesi poveri, della legislazione sugli immigrati e rifugiati, del permanente danno inferto all’ambiente? E’ stato e sarà questo il Dio dell'Europa? Oppure facciamo riferimento all’altro cristianesimo? Cioè a quello disarmato di S. Francesco d'Assisi, di Pietro Valdo, degli ospedali, delle confraternite assistenziali del 500, della letteratura, poesia, arti figurative, delle giuste rivendicazioni operaie dell'800, del movimento emancipazione femminile, della libertà di coscienza patrocinata da Giovanni XXIII, della ricerca fra religioni di ciò che unisce anziché di ciò che divide, della teologia della liberazione e della terra nel Sudamerica,  delle  istanze delle comunità di base, della non violenza  contro le potenze e le prepotenze di turno, dello spendersi per i Poveri stile madre Teresa  di Calcutta e tanti altri missionari, dei preti della strada ,dei volontari laici nel terzo Mondo, ecc.? E' importante anche capirsi a quale cristianesimo Intendiamo riferirci, distinguere ombre luci, il bello dal brutto.
                                      L’Europa ha radici piu’ antiche di quelle cristiane
 L'obbiezione è nota e ci viene ripetuta in modo ossessionante:” le radici cristiane d'Europa sono un fatto storico e cancellare la Storia è un suicidio". Vista corta, perché le radici cristiane ne hanno altre di più antiche e precedenti cui sono in gran parte debitrici. Provengono dal pensiero orientale, dalla filosofia e scienza greca, dal diritto e dal costume romano in modo congiunto. Ad esempio la massima del Vangelo "fate agli altri ciò che desiderate gli altri facciano a voi". Antica di 2.000 anni già stata divulgata dal cinese Confucio 550 anni prima di Cristo. Con ciò non accusiamo qui di plagiato e di dipendenza di Gesù da Confucio.Se ne deduce solo che l’unico Dio lancia sempre gli stessi messaggi sia attraverso Gesù suo figlio, sia attraverso i vari profeti e fondatori di religioni, sia attraverso tutti gli illuminati che si pongono all'ascolto del suo Spirito.  Citiamo qualche altro esempio: il Cristianesimo ha portato i diritti dell'uomo e la democrazia? No, il primo fondatore della democrazia è stato il greco ateniese Clistene 509 prima di Cristo. Il cristianesimo ha portato scienza e sviluppo tecnico? No, dalle analisi sull’acqua alle cellule staminali odierne il fondatore è stato Talete, 600 anni prima di Gesù. E ci scoprì anche l’eclisse di Luna, per cui tutte le invenzioni degli astronomi cristiani Keplero, Galilei, ecc., altro non sono che sviluppo delle sue intuizioni. Il Cristianesimo ha portato la cultura? Cultura come dialogo con i discepoli (e non semplicemente come passivo indottrinamento e lavaggio del cervello del cliente) va attribuita a Socrate greco, 469 anni prima di Cristo. Il Cristianesimo ha portato filosofia e teologia? No, il padre di queste speculazioni è greco, Aristotele 348 anni prima di Cristo. Anzi è lui il padre dei nostri Sant’Agostino (4° secolo d.C.) e S. Tommaso (12° secolo) il cui impianto di pensiero è tutto ellenico. Anche le formulazioni dei nostri dogmi come la Trinità di Dio (3 persone, una natura), l’identità di Gesù (una persona, due nature), la transustanziazione nella messa (tutta la sostanza del pane si trasforma nella sostanza del Corpo del Signore, di quello restano solo gli accidenti). Gesù certo non avrebbe parlato cosi complicato. Ma la sua semplicità è stata schematizzata e ingabbiata nel pensiero cristiano, frutto della filosofia greca, da cui in questo caso sarebbe anche giusto liberarsi. Alla Roma precristiana, e non al Cristianesimo tout-court, L’Europa deve la propria organizzazione politica, giuridica, amministrativa. Il nostro attuale diritto civile, penale, commerciale, di famiglia erano già nelle leggi romane. Lo stesso abbigliamento della chiesa cattolica oggi nella messa e fuori di essa nelle vesti della gerarchia, la mitra-cilindro in testa ai vescovi, cardinali, titoli eminenti come vicario di Dio, tutto materiale usato dagli imperatori romani. Diciamo piuttosto che il pensiero cristiano si innesta in queste radici, cresce insieme, le influenza e ne è influenzato, magari attraverso lotte di potere, guerre impero-papato, arresti, ripartenze. Gli ordini monastici poco crearono di nuovo, ma salvarono filosofia e letteratura orientale, greca, romana dalle invasioni barbariche. Di qui la constatazione: l'Europa ha anche radici cristiane, ma soprattutto precristiane. Le radici cristiane esistono, ma come Cristo spesso sono cresciute e crescono fuori del tempio.
                                         Non nominare il nome di Dio invano.
 L'articolo 2° della Costituzione europea afferma che l’Unione si fonda sui valori del rispetto, della dignità umana, della democrazia.  Ecco un risultato positivo di mille anni di guerre, la prova evidente della reciproca integrazione fra valori laici e valori cristiani. E' Grazie a ciò l’Europa è progredita. Al Vaticano angosciato e a Papa Wojtyla comprensibilmente deluso, dopo che il 28.6.03 nella sua "Ecclesia in Europa" aveva ribadito che le radici cristiane hanno plasmato   nostro continente, basti l'articolo 51 in cui si dichiara dialogo aperto e trasparente con le chiese e organizzazioni religiose. Il Dio che protegge l’Europa del futuro non deve essere di parte. Dio lasciamolo in pace. Da 2.000 anni è stato strattonato da ogni dove, tirato in ballo per interessi di parte. Nome usato e abusato più per dividere che per unire. Lasciamo che egli viva di riflesso nel dettato di una Costituzione terrena senza la presunzione di sostenerne lo sguardo: non lo poterono né Mosè il grande profeta, né Dante il sommo poeta.

Autore:
Albino Michelin
25.06.2004

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