Spesso
si viene a conoscenza della profanazione di tombe, occultamento di cadaveri (una
prassi frequente nella mafia), di trafugamenti per ottenere un eventuale riscatto
(ricorda quello di Mike Bongiorno 25.1.2011), sfruttamento di ossa eccellenti a
scopo sacro o a scopo commerciale, e relativi contenziosi. Esempio di contenzioso
si è avuto anche e continua ad esserci a Friburgo in Svizzera per quanto riguarda
una reliquia femore di S. Nicola, figura un po’ leggendaria(270-345?), vescovo
di Myra in Turchia, il Babbo Natale e la gioia dei bambini. Recentemente un
archeologo turco N. Celik ha esigito la restituzione dell’arto ai legittimi
proprietari per esporlo al Museo nazionale di Ankara. I cattolici di Friburgo,
devoti al santo patrono della loro cattedrale, sostengono che dal punto di
vista giuridico è subentrata la prescrizione e quindi quel sacro arto deve
rimanere nella loro città. O conteziosi o tradizioni, in Italia il turismo
religioso fa circolare spesso diverse urne per i paesi e per le città, con
prostrazioni e baci di popolo che potrebbero pure mettere in pericolo la sanità
pubblica, con trasmissioni di virus e di batteri. Un viaggio continentale si è organizzato
per il trasporto dei resti di P. L. Frassati (1901-25) beatificato nel 1990 da
Torino in Australia in occasione di una delle ultime giornata mondiali della
gioventù. Qualche anno fa l’urna di S. Bernardetta di Lourdes fece il giro di
tutto il Veneto con migliaia di curiosi. Classico invece Il caso di P. Pio, la
cui tomba è stata riesumata il 3.3.2008, a S. Giovanni Rotondo di Foggia, 40
anni dopo la sua morte. Ricognizione canonica, stato di conservazione, maschera
di silicone, collocazione in una teca di vetro, esposizione pubblica e
permanente dal 1 giugno 2013. Si parla di 5-7 milioni di visitatori pellegrini
all’anno. Non si dimentichi che l’ultima volontà del frate era quella di venire
sepolto in un tranquillo cantuccio di terra e che certo non avrebbe apprezzato
la guerra a colpi di reliquie consumata sul suo corpo: a S. Giovanni Rotondo la
salma, a Pietrelcina dov’era nato un osso della gola. Ad un certo punto si scatenò
la lotta perché i sanniti volevano il cuore. Si disse che quello era un atto di
fede coerente con la vita del santo. Ma di altro avviso era l’associazione P. Pio
di Torino (rondine non fece primavera) che richiese il sequestro preventivo del
sepolcro del frate per impedire l’esposizione ai fedeli, in quanto la
riesumazione sarebbe stata un oltraggio ai normali sentimenti di ogni uomo: cattivo
gusto esibire cadaveri e circolare con l’urna nelle Piazze. D’accordo che a
volerci fare della psicanalisi risulterebbe che la venerazione, l’adorazione, l’idolatria
dei resti umani avrebbe anche un risvolto magico religioso: le antiche civiltà
conoscevano due riti, il cannibalismo e la necromanzia. Allorché moriva un eroe
del proprio gruppo oppure un eroe catturato dal gruppo avversario lo si faceva
a pezzi e lo si mangiava allo scopo di riappropriarsi delle virtu’ e delle
forze divine del defunto stesso. Un rito similare esiste ancor oggi in qualche
tribù esquimese che si ciba del cadavere del padre per continuarne le virtu’.
Ma al di là di queste considerazioni un po’ antropologiche adesso ci risiamo: si
vorrebbe il trasporto dell’urna di P. Pio a Roma in occasione dell’anno santo
indetto da papa Bergoglio dall’8 dicembre a fine novembre 2016. Questo, che per
riffa o per raffa si realizzerà, è chiaramente fuori contesto nella chiesa di
Papa Francesco. Era stato lo stesso Bergoglio a frenare gli entusiasmi di chi
guardava all’anno santo come alla cuccagna del sacro, del profano, del
business. Niente mega eventi, niente grandi opere. E’ una basilica di S. Pietro
itinerante, ovvero l’apertura di porte sante nelle periferie del mondo con una
chiesa che va al popolo dei poveri e degli sfruttati e non viceversa. Allora
che cosa c’entrano le spoglie di P. Pio con tutto questo? Non si dimentichi che
il Giubileo “della Misericordia” porta il titolo di “Misericordiae vultus”, il
volto della misericordia, cioè la necessità di cambiare ciascuno il volto di
fronte ai bisogni del mondo. Fondamentale ma riduttivo sarebbe identificare
l’anno santo solo come misericordia di Dio verso l’uomo. Una messetta, una
indulgenza, una confessione e chi s’è visto s’è visto. Queste riflessioni sembrano
un po’ peregrine ma si ricollegano logicamente ad altri corpi, cioè a quelli
dei profughi, rifugiati politici, povera gente dei barconi che in tanti viaggi
della speranza affondano nel mare. In riferimento alla tragedia del 18-19 aprile
u. s. quando perirono 800 persone, uomini, donne, bambini, il Presidente del Governo
Italiano Renzi (ogni riferimento politico qui non interessa) disse: ”Noi andremo
in fondo al mare a ricuperare quel barcone. Costerà 15-20 milioni che spero
paghi l’Europa, altrimenti paga l’Italia. E’ giusto che tutto il mondo veda
quello che è successo. Andiamo sotto nel fondale perché sono persone che hanno
diritto ad una sepoltura dignitosa. E dire all’ Europa che nessun uomo, nessuna
nazione può nascondere la sua coscienza in fondo al mare”. E’ il grido di un
uomo a tutti gli uomini, per tutti gli uomini. E’ vergognoso che l’Europa
discuta di quote di bisognosi da assumersi, anzi che qualche stato membro
addirittura rifiuti. Dopo che l’Europa dalle radici cristiane, dall’Inghilterra,
alla Francia, all’Olanda, al Belgio, all’Italia ha colonizzato questa gente per
secoli, li ha sfruttati fino all’osso è doveroso restituisca loro almeno un
riconoscimento dopo la morte. Una specie di monumento al “Profugo Ignoto.” Tombe
e mausolei oggi si costruiscono anche per cani e gatti, doveroso almeno una
fossa comune di fratellanza: nigeriani, congolesi, eritrei, somali, tunisini e
tutti gli altri senza volto. In Italia si scatenerà la solita caciara: dove si
vanno a prendere questi milioni quando la nostra gente non arriva a fine mese?
Semplice, una colletta straordinaria: istituti, parrocchie, santuari
proprietari delle urne, reliquie, sarcofaghi dei santi utilizzino nei loro
ambienti l’anno santo, indetto da Papa Francesco, per riunire e destinare i
loro fondi, introiti, elemosine ad un ricupero e a una degna sepoltura di
questi morti. Sarebbe un mostrare il volto della misericordia a chi il volto
non ce l’ha più. E cosi pure accomunerebbe senza discriminazione i corpi dei
santi onorati dalle folle fra nuvole d’incenso e i corpi dei profughi, i nuovi
martiri della civiltà del benessere e dell’indifferenza rubatici dai flutti del
mare.
Autore:
Albino Michelin
31.05.2015
Nessun commento:
Posta un commento