sabato 6 giugno 2015

I CORPI DEI SANTI NELLE URNE, I CORPI DEI PROFUGHI IN FONDO AL MARE



Spesso si viene a conoscenza della profanazione di tombe, occultamento di cadaveri (una prassi frequente nella mafia), di trafugamenti per ottenere un eventuale riscatto (ricorda quello di Mike Bongiorno 25.1.2011), sfruttamento di ossa eccellenti a scopo sacro o a scopo commerciale, e relativi contenziosi. Esempio di contenzioso si è avuto anche e continua ad esserci a Friburgo in Svizzera per quanto riguarda una reliquia femore di S. Nicola, figura un po’ leggendaria(270-345?), vescovo di Myra in Turchia, il Babbo Natale e la gioia dei bambini. Recentemente un archeologo turco N. Celik ha esigito la restituzione dell’arto ai legittimi proprietari per esporlo al Museo nazionale di Ankara. I cattolici di Friburgo, devoti al santo patrono della loro cattedrale, sostengono che dal punto di vista giuridico è subentrata la prescrizione e quindi quel sacro arto deve rimanere nella loro città. O conteziosi o tradizioni, in Italia il turismo religioso fa circolare spesso diverse urne per i paesi e per le città, con prostrazioni e baci di popolo che potrebbero pure mettere in pericolo la sanità pubblica, con trasmissioni di virus e di batteri. Un viaggio continentale si è organizzato per il trasporto dei resti di P. L. Frassati (1901-25) beatificato nel 1990 da Torino in Australia in occasione di una delle ultime giornata mondiali della gioventù. Qualche anno fa l’urna di S. Bernardetta di Lourdes fece il giro di tutto il Veneto con migliaia di curiosi. Classico invece Il caso di P. Pio, la cui tomba è stata riesumata il 3.3.2008, a S. Giovanni Rotondo di Foggia, 40 anni dopo la sua morte. Ricognizione canonica, stato di conservazione, maschera di silicone, collocazione in una teca di vetro, esposizione pubblica e permanente dal 1 giugno 2013. Si parla di 5-7 milioni di visitatori pellegrini all’anno. Non si dimentichi che l’ultima volontà del frate era quella di venire sepolto in un tranquillo cantuccio di terra e che certo non avrebbe apprezzato la guerra a colpi di reliquie consumata sul suo corpo: a S. Giovanni Rotondo la salma, a Pietrelcina dov’era nato un osso della gola. Ad un certo punto si scatenò la lotta perché i sanniti volevano il cuore. Si disse che quello era un atto di fede coerente con la vita del santo. Ma di altro avviso era l’associazione P. Pio di Torino (rondine non fece primavera) che richiese il sequestro preventivo del sepolcro del frate per impedire l’esposizione ai fedeli, in quanto la riesumazione sarebbe stata un oltraggio ai normali sentimenti di ogni uomo: cattivo gusto esibire cadaveri e circolare con l’urna nelle Piazze. D’accordo che a volerci fare della psicanalisi risulterebbe che la venerazione, l’adorazione, l’idolatria dei resti umani avrebbe anche un risvolto magico religioso: le antiche civiltà conoscevano due riti, il cannibalismo e la necromanzia. Allorché moriva un eroe del proprio gruppo oppure un eroe catturato dal gruppo avversario lo si faceva a pezzi e lo si mangiava allo scopo di riappropriarsi delle virtu’ e delle forze divine del defunto stesso. Un rito similare esiste ancor oggi in qualche tribù esquimese che si ciba del cadavere del padre per continuarne le virtu’. Ma al di là di queste considerazioni un po’ antropologiche adesso ci risiamo: si vorrebbe il trasporto dell’urna di P. Pio a Roma in occasione dell’anno santo indetto da papa Bergoglio dall’8 dicembre a fine novembre 2016. Questo, che per riffa o per raffa si realizzerà, è chiaramente fuori contesto nella chiesa di Papa Francesco. Era stato lo stesso Bergoglio a frenare gli entusiasmi di chi guardava all’anno santo come alla cuccagna del sacro, del profano, del business. Niente mega eventi, niente grandi opere. E’ una basilica di S. Pietro itinerante, ovvero l’apertura di porte sante nelle periferie del mondo con una chiesa che va al popolo dei poveri e degli sfruttati e non viceversa. Allora che cosa c’entrano le spoglie di P. Pio con tutto questo? Non si dimentichi che il Giubileo “della Misericordia” porta il titolo di “Misericordiae vultus”, il volto della misericordia, cioè la necessità di cambiare ciascuno il volto di fronte ai bisogni del mondo. Fondamentale ma riduttivo sarebbe identificare l’anno santo solo come misericordia di Dio verso l’uomo. Una messetta, una indulgenza, una confessione e chi s’è visto s’è visto. Queste riflessioni sembrano un po’ peregrine ma si ricollegano logicamente ad altri corpi, cioè a quelli dei profughi, rifugiati politici, povera gente dei barconi che in tanti viaggi della speranza affondano nel mare. In riferimento alla tragedia del 18-19 aprile u. s. quando perirono 800 persone, uomini, donne, bambini, il Presidente del Governo Italiano Renzi (ogni riferimento politico qui non interessa) disse: ”Noi andremo in fondo al mare a ricuperare quel barcone. Costerà 15-20 milioni che spero paghi l’Europa, altrimenti paga l’Italia. E’ giusto che tutto il mondo veda quello che è successo. Andiamo sotto nel fondale perché sono persone che hanno diritto ad una sepoltura dignitosa. E dire all’ Europa che nessun uomo, nessuna nazione può nascondere la sua coscienza in fondo al mare”. E’ il grido di un uomo a tutti gli uomini, per tutti gli uomini. E’ vergognoso che l’Europa discuta di quote di bisognosi da assumersi, anzi che qualche stato membro addirittura rifiuti. Dopo che l’Europa dalle radici cristiane, dall’Inghilterra, alla Francia, all’Olanda, al Belgio, all’Italia ha colonizzato questa gente per secoli, li ha sfruttati fino all’osso è doveroso restituisca loro almeno un riconoscimento dopo la morte. Una specie di monumento al “Profugo Ignoto.” Tombe e mausolei oggi si costruiscono anche per cani e gatti, doveroso almeno una fossa comune di fratellanza: nigeriani, congolesi, eritrei, somali, tunisini e tutti gli altri senza volto. In Italia si scatenerà la solita caciara: dove si vanno a prendere questi milioni quando la nostra gente non arriva a fine mese? Semplice, una colletta straordinaria: istituti, parrocchie, santuari proprietari delle urne, reliquie, sarcofaghi dei santi utilizzino nei loro ambienti l’anno santo, indetto da Papa Francesco, per riunire e destinare i loro fondi, introiti, elemosine ad un ricupero e a una degna sepoltura di questi morti. Sarebbe un mostrare il volto della misericordia a chi il volto non ce l’ha più. E cosi pure accomunerebbe senza discriminazione i corpi dei santi onorati dalle folle fra nuvole d’incenso e i corpi dei profughi, i nuovi martiri della civiltà del benessere e dell’indifferenza rubatici dai flutti del mare.

Autore:
Albino Michelin
31.05.2015

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