lunedì 22 giugno 2015

IN MEMORIA DI GIORDANO BRUNO

Negli ultimi tempi sta aumentando nella nostra società la sensibilità verso il giorno della memoria. Come ad esempio il 27 gennaio di ogni anno dedicato alla commemorazione dell'olocausto degli ebrei nella shoah dei lager nazisti durante la guerra del 1940-45. Ricordare per non dimenticare, non dimenticare per non ripetere. Una data che a molti di noi solitamente sfugge è il 17 febbraio, nella quale si ricorda la morte al rogo di Giordano Bruno, originario di Nola in quel di Napoli, avvenuta 414 anni or sono ad opera del tribunale ecclesiastico dell'inquisizione, pagando così con la vita la sua battaglia in favore della laicità e libertà di pensiero. Nella città partenopea l'assessorato della cultura ha organizzato un ciclo di conferenze dal titolo "I'orgoglio di un Pensiero". A Roma l'associazione G. Bruno "Libero pensiero" convocò ad un convegno sui diritti umani, questione di civile convivenza, con la partecipazione di una rappresentanza della capitale. Su G. Bruno fu fatto anche un film nel 1973, regista Giuliano Montalto, interprete principale Gian Maria Volonté. Ma chi è questo personaggio cui si vuole dedicare tanto spazio? Nato nel 1548, come tutte le persone amanti della cultura, entrò nel ceto ecclesiastico, si fece frate domenicano, come un secolo prima il Savonarola, cambiando il nome da Filippo a Giordano. ll nostro era un tipo fantasioso, irrequieto e avventuroso. Girò tutta l'Europa mettendosi a contatto con i luminari della scienza del tempo. Così divenne un grande filosofo, scrittore e pensatore. Spirito libero. ll punto centrale della sua dottrina, fra gli altri, era l’infinità dei mondi. Cioè sosteneva che nelle stelle e nei pianeti poteva esistere la vita umana o altri uomini capaci di pensiero ed intelligenza. Non si doveva mettere limiti alla creatività e alla sapienza di Dio. Ovvio che tutto ciò suscitò subito la reazione del magistero cattolico il quale si pose la domanda: e come? Anche nelle stelle e nei pianeti esisterebbero altre vergini Maria, altri Gesù Bambino, altri Figli di Dio, altri Redentori? Empio, o abiura o finisce al rogo costui. Altre posizioni minori erano viciniori a quelle di Copernico e Galileo, secondo i quali non era il sole a girare attorno alla terra, ma al contrario. Con la differenza che Galileo nel 1633 fu incarcerato, dovette rinnegare la sua astronomia, rinunciare alla verità per salvare la pelle. Bruno invece era più lineare, convinto di sé, ostinato. Si accumularono tensioni perché in modo particolare sosteneva la distinzione fra scienza e fede, che la fede, la Bibbia e la Chiesa non potevano intralciare la libera ricerca. Ipotesi blasfema per il magistero del tempo. Inoltre vi aggiungeva anche rimproveri pesanti alla chiesa stessa, schiava del potere e del suo orgoglio. Il processo era invitabile. Essendo Papa regnante Clemente VIII, il tribunale dell'Inquisizione venne istituito e diretto dal gesuita cardinale Roberto Bellarmino, (fatto santo nel 1930, dottore della chiesa nel 1931, patrono dei catechisti), e Bruno all’età di 52 anni venne condannato al rogo il 17.2.1600. Prima della sentenza puntò il dito contro i giudici: "forse tremate più voi nel pronunciarla che non io nell'ascoltarla“. Fu condotto al Campo dei Fiori al centro della città, denudato, legato ad un palo, mentre la confraternita dei chierici cantava le litanie dei santi. Scrive una specie di verbale del tempo: "così arrostito miseramente morì, andando ad annunciare agli uomini degli altri mondi da lui immaginati in che modo gli empi hanno da essere trattati. "l’autorità' papale fece apporre un epitaffio pubblico: "la mia spada sottomise gli spiriti superbi". Nel 1889 fu eretto nel Campo dei Fiori un monumento con una iscrizione un po' latinizzata:" A Bruno il secolo da lui divinato, qui dove il corpo arse.” Fra alterne vicende il tempo si evolve e lo Spirito di Dio matura la chiesa. Un detto degli antichi padri affermava:"iI sangue dei martiri è seme di cristiani". Anche la chiesa ha fatto dei martiri al suo interno. In effetti nel 1992 Papa Wojtyla (359 anni dopo) chiese perdono per gli errori e per gli orrori compiuti nella storia non solo nei confronti di Galileo ma di tutti gli uomini della scienza e della fede. E nel 2008 Papa Ratzinger espresse la sua gratitudine perché gli uomini di scienza scoprendo le leggi delia natura rendono visibili le opere del Signore. E recentemente J.G.Funes, capo della specola astronomica vaticana, affermò la possibilità che negli altri pianeti e stelle possa esistere anche la vita umana, rivalutando così la dottrina di Giordano Bruno e la sua persona. Certo molti si potranno anche chiedere come mai la chiesa arriva solo dopo quattro secoli a riconoscere verità acquisite. Indubbiamente una rilettura dei suoi dogmi è urgente. Perciò tutti pongono speranza nel nuovo corso inaugurato da Papa Francesco, iI quale nella sua esortazione "Evangelii Gaudium" del novembre 2013 consiglia di accogliere gli apporti delle diverse scienze, perché la verità è una sinfonia di contributi e non di un assolo. Da congratularsi dunque con l'assessorato cultura di Napoli e altre associazioni del "Libero Pensiero" che hanno riservato e riserveranno per il futuro il 17 febbraio come giornata in memoria di Giordano
Bruno. Ricordare per non ripetere.

Autore:
Albino Michelin
05.03.2014

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