giovedì 9 luglio 2015

BEATI 498 SPAGNOLI, UNA MEMORIA DI PARTE

Domenica 28 ottobre 07 in Piazza S. Pietro vennero beatificati 498 spagnoli uccisi dai repubblicani durante la guerra civile del 1931-39. Si sa che la Spagna si costituì in Repubblica nel 1931 ma particolarmente fra il 34-36 divenne un vero scenario di guerra fratricida, con persecuzione anticattolica fra le più violente del secolo ad opera dei rivoluzionari: una miscela di comunismo, socialismo, anarchia, laicismo. Già in precedenza Papa Wojtyla ne aveva beatificati altrettanti fra cui 11 sacerdoti sicché si arriva al numero di 977. Aggiungiamoci le 12.700 cause di   beatificazione attualmente pendenti in vaticano. Il numero totale delle vittime fra clero e laici si aggira su 6-7 mila. Nel 1936 il Generale Francisco Franco abbatté la Repubblica, nel 39 divenne Caudillo di Spagna e vi rimase dittatore fino al 1975. Sepolto poi a Valle de lo Caidos, nel mausoleo da lui fatto costruire ad onore dei martiri "per la chiesa e per la Patria". Il mausoleo è un complesso monumentale più grande della Basilica di S. Pietro ma non deve confondere il nostro spirito critico. Non si pensi cioè che il regime di Franco non abbia compiuto altrettanti misfatti, crimini, giustizie sommarie. Egli non fu certo un angioletto calato dal cielo. Due giorni dopo la beatificazione, precisamente martedì 30 ottobre, il Parlamento di Madrid approvò la Legge della Memoria, fortemente voluto dalla generazione dei nipoti delle vittime, con la decisione di abolire tutte le targhe dedicate a Franco e ai suoi falangisti.  Nelle fosse comuni furono trovati sepolti 130 mila cadaveri, fra cui donne e bambini fucilati e fatti sparire nel nulla. Ad opera di chi? Ad opera dì entrambe le fazioni cioè dei rivoluzionari anarco-comunisti e dei reazionari falange-franchisti. Certo le atrocità dei repubblicani furono indescrivibili e sempre fortemente conservate nella memoria della chiesa che attendeva il momento propizio per glorificare la fede dei suoi in una rivalsa politica contro il socialismo e i suoi governi seguiti alla morte del Caudillo. Qualcuno ipotizza pure che il triste periodo venga riproposto oggi per fronteggiare uno Zapatero sempre più ateo in vista delle prossime elezioni spagnole del 9 marzo 08. Così Io spargimento di altrettanto sangue a causa del dittatore Franco, del suo falangismo fascista viene rimosso, e messo a tacere. Per cui il popolo spagnolo si è trovato oggi di fronte ad una palese ingiustizia e spaccato in due da una discriminazione inaccettabile.
                                   Lista delle “buone” opere di Francisco Franco
Dovremmo fare una lista delle "buone” opere di Francisco Franco negli anni della Rivoluzione civile? Eh sì, ce lo impone la par condicio. Diecimila figli di donne recluse per motivi politici furono sottratti alle loro madri. Destinazione massiccia per prigionieri repubblicani ai lavori forzati, 80 mila a costo zero, in condizione di vera e propria schiavitù. Fra il confino in Siberia da parte del comunista Stalin e quello nelle miniere del supercattolico Franco non esiste molta differenza. I dittatori sono diversi nel vestito, nel colore, nella religione. Cambiano cioè pelo ma non vizio, sadismo, oppressione, eliminazione, sangue. Fra i 498 beati del 28 ottobre 07 è incluso anche certo Gabino Olasa Cabala; prete missionario, torturatore. E anche certo prete Saturnino Ortega, fanatico di Franco, che predicava ai suoi avversari rassegnazione per le ingiustizie costretti a subire. Anche questi come tanti altri fatti beati nel mucchio dei 498 Mentre d'altra parte nessuna menzione in Piazza S. Pietro per Jeroni Alomar, prete di Maiorca; fucilato nel 1937 dai falangisti di Franco per aver posto in salvo diverse persone innocenti e indifese. Grande sconcerto ha destato il silenzio su altri 16 sacerdoti baschi caduti sotto i plotoni di esecuzione sempre delle stesse truppe del dittatore. Perché i morti a causa della rivoluzione vanno sugli altari e quelli della reazione franchista vengono intenzionalmente ignorati?  E' accettabile questa memoria selettiva e di parte?  E poi, sinceramente, le vittime della prima fazione sono tutte morte per la causa del Vangelo   e in nome di Gesù o per ragioni di carattere politico? E quelle della seconda fazione tutte trucidate per motivi di sovversione politica e non pure per motivi di carattere evangelico ed umanitario? Indubbiamente va preso atto che già l’allora Papa Pio XI nel 1932 non mancò di riconoscere che nella Spagna di Franco si eliminavano preti e religiosi; come nel campo avversario, cioè nella Spagna repubblica. Con la stessa ferocia! Ad opporsi a questa beatificazione vi furono tuttavia persone eminenti anche nella chiesa iberica, come il Card. Tarancon. Nonostante ciò pure Papa Wojtyla, come detto sopra, la concesse a suo tempo al primo stock di vittime (chiamate genericamente martiri) nel numero di 471, anche qui passando sottò silenzio le vittime di parte repubblicana. Ma pure oggi questa beatificazione faraonica di Piazza S. Pietro lascia perplesso il clero spagnolo nonché il popolo. In effetti si sono chiaramente sentite due opinioni contrastanti.
                               Auspicabile una moratoria di beatificazioni del genere?
Una parte della gerarchia schiera con il franchismo perché avrebbe difeso la chiesa dall'odio comunista, deciso di chiudere con essa una volta per tutte. Invece un secondo settore è di tutt'altro sentire. In effetti il presidente dei  vescovi  Ricardo  Blasquez di Bilbao  all'apertura  dell'assemblea annuale 19  novembre 07 citando Papa Wojtyla invitò tutti a chiedere perdono per le  colpe  della  stessa chiesa nella guerra civile, per essersi essa   schierata a difesa del regime  di Franco, per le reciproche complicità e per  una esplicita  lettera  pastorale(1.7.37) che ha dipinto la Repubblica spagnola come agente del  comunismo e nemica della chiesa, e i rivoltosi  franchisti come difensori della cristianità. Scrive e sintetizza bene a proposito lo spagnolo Javier Cercas: "la chiesa di allora avallò il colpo di Stato e trasformò un golpe originariamente comprensibile in una crociata. Anche se non si può giustificare e rendere accettabile le atrocità commesse contro i migliaia di preti e laici, tuttavia fu un errore da parte della chiesa del tempo appoggiare una dittatura che altro non fu se non un ossequio formale e pubblicitario di Franco ai valori cristiani per garantirsi il potere vita natural durante. Le cause di tutta questa triste vicenda chiamata guerra civile sono molte, partono da lontano e non è qui il luogo di analizzarle. A noi basta per il momento citarne una: l’anticlericalismo violento spesso è la conseguenza di clericalismo ossessivo. Non si dimentichi che la cattolicissima Spagna per secoli è stata il territorio privilegiato dell’inquisizione cioè quell'Istituto rigido della chiesa che mandava valdesi, eretici, ebrei al rogo e minacciava chiunque mettesse in discussione i dogmi della fede. A chi usciva dalle righe incombeva la forca. In Spagna, a differenza di altrove, l'inquisizione ebbe carattere giuridico, civile, statale. Era la Polizia di Stato. Anche se abolita nel 182l questo spettro rimase impresso nella psicologia e nell'inconscio popolare per decenni ed ebbe sicuramente il suo peso nel pareggio dei conti sfociato nella reazione della guerra civile. Riconoscere in parte i propri errori e riunificare il popolo spagnolo, pure con una moratoria delle beatificazioni è questo oggi un compitò urgente della chiesa cattolica di Spagna.

Autore:
Albino Michelin
14.02.2008

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