venerdì 10 luglio 2015

CON PAPA FRANCESCO È SCOMPARSO IL PECCATO?

Un carteggio inusuale e vivace è apparso verso la fine di dicembre 2013 fra due articoli di E. Scalfari su “Repubblica” da una parte e alcuni rappresentanti della stampa cattolica dall’altra. In effetti E. Scalfari che si definisce ateo non credente inizia con un titolo ” La rivoluzione di Francesco”, in cui sembra sostenere che questo papa abbia abolito il peccato, dal momento che non ne parla mai o raramente. L’affermazione non è provocatoria perché una parte di verità certamente la contiene. Fuori dubbio che tutta l’umanità di ieri e di oggi a modo suo al peccato ha sempre creduto. Infatti c’è una politica buona e una no, una finanza buona e una corrotta, una cronaca vera e una manipolata, un’informazione esatta ed una diffamatoria, ecc. Un senso del bene e del male(=peccato), di peccato e reato è insito in tutti. Non c’è tradizione spirituale che non conosca il concetto di peccato .Ma che fin’ora nel cattolicesimo e nella chiesa si sia parlato sempre e troppo di peccato è innegabile .Quando si cita  Papa Bergoglio molti si soffermano ammirati sul suo rifiuto ai simboli del potere  e alla  vacua  pompa dei dignitari ,alla sua passione per gli umili e per i poveri ,ma la rivoluzione citata da Scalfari va in profondità’, alla radice stessa della nostra identità’ .Questo Papa non mette in discussione i dogmi della chiesa, o i tanto strumentalizzati valori non negoziabili, soltanto che non se ne fa una malattia. Nel suo ospedale da campo non li considera prioritari. Non è il peccato ad avere un ruolo centrale, ad occupare tutti gli spazi della nostra fede, ma la misericordia di Dio. Qui un accenno storico è d’obbligo. La nostra storia comincia con il peccato originale di Adamo ed Eva: tutti i discendenti, noi compresi, condannati alla morte e alla sofferenza. Gli abitanti di Babele commisero il peccato di costruire una torre per arrivare al cielo: dispersi e confusi. Sodoma e Gomorra incendiate dallo zolfo del cielo: una lezione contro i peccati di omosessualità. Ai tempi di Noè diluvio universale: non si trovava uomo senza peccato. Il profeta Mosè fece una costituzione-legge con i dieci comandamenti, ordini e divieti per non commettere peccati. Un Dio che puniva i peccati del suo popolo schiattando contro la roccia i neonati ebrei. Venne Gesu’ e con lui ebbe inizio la prima vera rivoluzione: amore e misericordia al posto della giustizia e della vendetta. Diede la vita per restituire ad ogni uomo dignità e fiducia in se stesso, anche se più tardi si ritornò a rimarcare che la sua morte fu voluta da Dio Padre per cancellare i peccati del mondo. La tentazione alla psicosi del peccato, dopo tre secoli di ottimismo, ritornò al quarto secolo, con la caduta dell’impero romano e con l’assunzione dello stesso da parte della chiesa. Da allora il tam-tam sul peccato non ebbe più remore. Monasteri, frati, teologi riempierono biblioteche sui trattati riguardanti il peccato e tuti i suoi dettagli: attuale, abituale, veniale, mortale, leggero, grave. Obbligo di battezzare i bambini, subito al primo giorno, perché nati nel peccato di Adamo. Obbligo della messa festiva sotto pena di peccato. Quella che per Gesù fu una cena –banchetto divenne un rito propiziatorio per espiare i peccati del mondo. Basta esaminare anche oggi la sua struttura portante: ”confesso a Dio onnipotente perché ho molto peccato…mia colpa, mia massima colpa…Signore pietà…Tu che togli i peccati del mondo abbia pietà’”…In pratica oltre una decina di volte ci si piega verso i propri peccati. Aggiungi l’obbligo della confessione dei peccati, quando già la messa lo sarebbe più che a sufficienza. Non sarà forse anche per questo motivo che quando si va alla messa la gente sembra un po’ troppo moscia e cupa? Le preghiere private poi abbondano di peccato: ”Ave Maria prega per noi peccatori….O Signore perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno…” Per non citare le interpretazioni che si danno alle vari disgrazie di questo mondo. Un terremoto? Una catastrofe? Una inondazione? Una strage con morti di bambini innocenti? Troppo spesso gente che le interpreta ancora come castighi di Dio per i nostri peccati e per la conversione dei peccatori. Francamente non se ne esce più. Ma ecco, finalmente dopo 17 secoli, la rivoluzione di Papa Francesco: il ritorno al Vangelo. Non più il peccato al centro della storia, della società e della persona umana, ma la misericordia di Dio. E così ti restituisce anche l’autostima ad ogni persona: il valore di se stessi attraverso cui possiamo affrontare ogni tipo di difficoltà. ’Cosi’ la fede ti fa del bene, è curativa, se no arrischia anche di ammalarti e di moltiplicare i malati. Dice Papa Francesco ai preti: ”predicate il vangelo non con i bastone, ma con dolcezza” E sulla confessione: ”non fatela passare come una tortura”. Il 21 novembre 2013 pubblicò la sua prima Esortazione dal titolo “Evangelii Gaudium”, cioè dal Vangelo fate scaturire la gioia. Questa è la vera rivoluzione di Papa Francesco

Autore:
Albino Michelin
15.01.2014

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