martedì 7 luglio 2015

IGIENE MENTALE: DAL ROSARIO AL MANTRA

Chi ha viaggiato in Oriente dalla Cina all'Indonesia avrà notato una maggiore distensione fra la gente, si direbbe serenità e sorriso. Gente magari più povera di noi occidentali e che dovrebbe soffrire molta più ansia preoccupata come potrebbero essere della loro sopravvivenza. Le motivazioni sono tante e una delle più scontate è il loro senso d'interiorità, maggiore rapporto con la loro spiritualità mediante la meditazione, da loro chiamata trascendentale. Allo scopo conoscono anche e da sempre una tecnica che li aiuta a ciò. Si chiama "mantra". Una parola qualsiasi formata da due sillabe che viene ripetuta più lungamente possibile, verbalmente o mentalmente. Tecnica antichissima, esistente e praticata in tutti i riti religiosi, compresi quelli sciamanici. Mantra sarebbe come dire da noi cantilena, litania. Antidoto e medicina per le persone nevrotiche, ossessive, ossessionate, ansiose, depresse, schizoidi, paranoiche maniacali ... Va detto che gli orientali non sono immuni da questi tipi di malattie, ma ne registrano molto di meno. In occidente siamo di fronte ad una vera escalation, con psicologi, psichiatri, psicoterapeuti sempre più ricercati, affiancati da una caterva di maghi, indovini, cartomanti.
                                                  Siamo tutti troppo ossessionati
 Forse giova qui conoscere o almeno tentare di analizzare i nostri processi cerebrali, le nostre ossessioni le rispettive disintossicazioni allo scopo di garantirci un po' di igiene mentale. Possiamo partire da un dato di fatto: noi siamo dominati da ciò con cui ci identifichiamo. Se siamo dei fissati diventeremo anche schiavi. Esempio: se io mi identifico con la passione del calcio, tifoso, ultras, vengo anche dal calcio dominato. Non ci sono più limiti, non ci sono trasferte della mia squadra cui io debba rinunciare. Ma se io del calcio non ho nessuna nozione ed esperienza, se non mi interessa sapere se il pallone sia rotondo o quadrato, se allorché mi compare una partita in TV giro subito un altro canale, cioè se io non mi identifico con questo sport, nemmeno sono dominato. Non mi sento schiavo, ma libero. Possiamo ampliare le esemplificazioni mettendoci al posto del pallone il denaro, la droga, il sesso, il turismo, l'avventura ecc. Il mio processo cerebrale non cambia. E' come se avesse un chiodo fisso che gli impedisce di sentirsi libero. Di questo passo gli può capitare anche una malattia e farla finita con un suicidio. Ovvio che non dobbiamo essere così estremisti: però i suicidi mentali (quelli che non arrivano a tagliarsi una vena, a gettarsi dalla finestra, ad impiccarsi ad una corda, a lanciarsi da un ponte o sotto un treno). Sono molto più numerosi di quelli reali: pulviscoli di inquinamento. Ora se tu sei ossessionato da un pensiero che ti genera tensione, il tuo cervello si trova in uno stato di sovreccitazione nevrotica per cui tende a ripetere ossessivamente quel pensiero. Ti si pianta lì e non ti molla più, tanto meno di notte. È una specie di spirale perché ogniqualvolta tu percepisci quel pensiero, esso generando tensione aumenta la sua forza riproduttiva e si ripresenta ogni momento peggio di prima, diventa distruttivo. E in questo modo l'ossessione aumenta sempre di più auto lesionandoti. È una specie di cortocircuito cerebrale che può mandare in tilt l'automa umano.
La nostra energia psichica concentrandosi solo in un campo o settore (denaro, sesso, droga, vedi sopra) viene a diminuire o scomparire in tutti gli altri settori che tendono a diventare inattivi. All'ossessionato del denaro hai un bel parlare tu di solidarietà, altruismo verso i poveri, obbligo fiscale. Questi restano tutti foglie secche, settori morti, in uno stato permanente di necrosi.
                                          Mantra e meditazione perdita di tempo
Di qui le antiche culture orientali hanno escogitato la tecnica del mantra e della contemplazione (che a noi europei americani sembrano fannullaggini) come antidoto alle frustrazioni quotidiane. Anche la nostra cultura occidentale ha introdotto queste pratiche della meditazione e dal medioevo con S. Domenico (secolo XIII) pure quella del rosario. Ma noi che di ciò avremmo bisogno più degli orientali asiatici in quanto bramosi di successo, avidi di pragmatismo e di efficientismo, diamo allo spazio interiore molto meno importanza. E così ci tiriamo addosso una serie di guai, soprattutto ipertensioni, conflittualità, infelicità. Un rimedio? Tornare al mantra, o meglio riscoprirlo, o adottarlo. Cioè quella tecnica che agisce per attenuare l'ossessione nevrotica distaccando e disinnescando l'energia ossessiva dall'oggetto che ne è la causa, e pilotandola, riversandola verso un oggetto neutro (ad anche sacro nel caso che la persona in questione sia un credente) fino a che, venutane meno la causa, l'energia ossessiva si esaurisce o viene notevolmente arginata. Girare il pensiero verso un oggetto neutro o sacro è come incatenare la scimmia e impedirle di saltare di ramo in ramo. Il processo di eliminazione dell'ossessione nevrotica può richiedere un certo lasso di tempo (da alcuni mesi, ad alcuni anni, ad una vita intera) a seconda dell'energia ossessiva accumulata, però in genere dà buoni risultati e ha l'indubbio vantaggio della sua facilità d'impiego. Il mantra può essere espresso in diverse forme a seconda del carattere e della struttura interiore delle persone. Vi è un mantra significativo ed uno potremmo dire "insignificante", almeno apparentemente. Può essere una parola qualsiasi. Ad esempio in alcuni ceti sociali e americani si usa ripetere lentamente e a lungo "co-ca-co-la". E può andare benissimo. In certe tradizioni asiatiche si usa recitare e ripetere la parola "cita" (scimmia) e va altrettanto bene. Altrove viene utilizzato in binomio "armonia-amore". E per utenti praticanti va bene così. Soprattutto se pronunciato da una lunga e profonda ispirazione con cui si porta tutto l'universo dentro di sé e seguito da una identica espirazione di una luce e calore d'amore che ritorna all'universo. Se praticato ogni giorno, anche rilassati su una poltrona può condurre a sentirsi in piena armonia con gli altri e con tutto. Certo prima di mettersi in tale impresa bisogna chiedersi se veramente vogliamo un tale risultato.
                                                 Coca-cola oppure “Dio mio”?
E se invece di usare le espressioni "Coca cola, cita, armonia-amore" recitiamo "mio Dio", (cioè per un credente se si va alla sorgente dello spirito), si crea nel proprio inconscio la convinzione che il Creatore sia disponibile ad aiutarci. Se ci credi la cosa può funzionare, se non ci credi, naturalmente no. Sta sempre nella propria volontà l'origine di ogni successo. I metodi neutri, significativi, o sacri sono strumenti per l'efficacia. E qui si può collegare logicamente la preghiera dei cristiani. La preghiera che ora intendiamo probabilmente non coincide con il nostro tipo di educazione proveniente dalle varie devozioni del Medioevo. Da alcuni di noi la preghiera viene considerata come un dovere, un ossequio da offrire a Dio per fargli piacere. Soltanto che Dio non ha bisogno dei nostri sacrifici, né delle nostre offerte. Mi sovviene quando in seminario le suore della cucina pregavano tutta la mattinata mentre pulivano l'insalata. Ma poi succedeva che in tavola la verdura ci arrivava anche con qualche bruco od insetto dell'orto. Modo meccanico di concepire la preghiera. Da altri essa viene considerata come una forma di intercessione affinché gli abitanti del cielo, il Signore, la Madonna, i santi ci elargiscano favori e protezione. Anche su questo aspetto bisogna andare cauti. Non sbagliare bersaglio. In effetti molti si lamentano perché dopo tante orazioni, messe, devozioni sono rimasti delusi: non hanno ottenuto quella guarigione richiesta. E concludono dichiarando di aver perso la fede. Gesù ci viene a correggere allorché disse: "quando tu vuoi pregare entra nella tua stanza, raccogliti nel segreto, e il Padre tuo ti presterà attenzione". Ci porta a pensare che qui c'è un vero legame con il mantra degli orientali. Raccogliersi, pensare, meditare stare in ascolto, respirare inspirare, espirare senza assillo. Allora può essere anche il rosario il vero mantra dei cattolici. Centocinquanta Ave Marie ripetute, una serie di litania "Santa Maria prega per noi. ... regina della pace prega per noi". Se pronunciato con calma e senza turbolenza può liberarci dalle ossessioni di cui soffriamo e di cui sopra si parlava. Cioè può essere un metodo per entrare in contatto pieno e sereno con il nostro spirito e placare il nostro cervello.
Oggi, a ben pensarci, le chiese istituzionali sono tutte in crisi: troppo esteriori, troppo formali. In crisi invece non sono i gruppi religiosi particolari, movimenti dello spirito, pentecostali, e tutti gli altri che si ispirano al pensiero orientale, zen e yoga non esclusi. Ecco un caso in cui le religioni anziché dividere, uniscono gli uomini. Appunto attraverso l'igiene mentale ci riconosciamo tutti provenienti dalla stessa radice, frutti di uno stesso spirito.

Autore:
Albino Michelin
12.06.2009

Nessun commento:

Posta un commento