domenica 12 luglio 2015

ODIFREDDI: "IL CATTOLICESIMO É LA RELIGIONE DEI POVERI DI SPIRITO"

Piergiorgio Odifreddi è uno dei più noti matematici attuali. Si dichiara ateo, ha pubblicato diversi libri, il più esaustivo e popolare dei quali si intitola. ”Perché non possiamo essere cristiani e men che meno cattolici.” Il 20 maggio u.s. ha tenuto pure una conferenza all’Università di Zurigo sul “Diavolo e l’acqua santa”. Suo asserto dogmatico è che la nostra Ragione è l’ultima istanza dell’uomo, e che quindi non ha senso appellarsi a un dio, ad una trascendenza, ad un aldilà. Varrebbe la pena andare a ritroso, affrontando le sue domande -risposte, considerandole intermedie e concludere che forse la Ragione non è l’ultima, ma la penultima istanza. L’ultima potrebbe chiamarsi Spirito dell’Universo. Come punto di partenza Odifreddi smantella nella religione la chiesa cattolica. La definisce spacciatrice di droga religiosa, fabbrica di superstizioni, di falsità storiche, strumentalizza l’ignoranza del popolino, condanna ogni tipo di ricerca scientifica, è un mare di corruzione finanziaria con il suo Jor, la bottega delle indulgenze e la furbesca pretesa di esenzioni, un mondo di pedofili…e avanti di questo passo, chi più ne ha più ne metta. A parte il fatto che storicamente è inesatto fare di ogni erba un fascio perché degli uomini di chiesa hanno fatto pure tanto bene all’umanità, senza tirar fuori sempre il solito S. Francesco.  Ma ammettiamo pure la verità dell’asserto. Si potrebbe rispondere che la chiesa non ha nulla o poco a che fare con lo Spirito dell’universo, perché essa è “costruzione” recente, con un Gesù vissuto 2000 anni fa, mentre lo Spirito dell’Universo è precedente ad essa di miliardi di anni, almeno dal tempo del big-bang. Altro asserto intermedio di Odifreddi: i dogmi della chiesa altro non sono che miti pagani, fatti propri, battezzati e inseriti nel suo campionario cattolico. E ne cita molti, alcuni dei quali vengono qui elencati: La Trinità, il peccato originale, la verginità di Maria, la Risurrezione di Gesù. Il dogma della Trinità (sempre secondo il matematico) altro non sarebbe che la trasposizione dei vari miti egizio, induista, greco, ecc. Sempre tenendo in considerazione che per gli antichi il numero tre era il simbolo della perfezione. In effetti gli egizi adoravano Iside (padre), Osiride (madre), Horus (figlio). Gli induisti adoravano Brahma (responsabile della creazione), Wihsnu (della conservazione), Shiva (della distruzione). E la chiesa per non essere da meno li ha introdotti nel suo vocabolario con Padre, Figlio, Spirito Santo. Così dicasi del mito del peccato originale: Adamo ed Eva mangiarono la mela che Dio aveva loro interdetto e così si tirarono addosso tutti i malanni compresa la morte. Identico o simile presso i greci il precedente mito di Pandora. Prometeo ruba il fuoco al Dio Giove, costui lo punisce creando Pandora, la quale aprendo per curiosità il vaso che portava sulla testa, lasciò fuoriuscire tutte le disgrazie del mondo. Allora Giove sottopose il figlio Ercole alle 12 fatiche, superate le quali, questi rappacifica l’irato padre. Il Cristianesimo si appropria di tale mito e ci imbastisce sopra la Redenzione.  Gesù nuovo Ercole affronta una vita di sofferenze e la morte in croce e riconcilia Dio con l’umanità. Così dicasi della Verginità di Maria: secondo la mentalità del tempo antico gli uomini celebri e gli eroi venivano descritti come concepiti da un dio e da una donna vergine. Così sarebbe stato di Romolo, fondatore di Roma, nato dal dio Marte e da Rea Silvia, una ragazza che aveva fatto il voto di castità perché vestale. La chiesa ne fece un dogma nel 649. Così dicasi della risurrezione di Cristo. Ancora dal mito egiziano si apprende che la dea Osiride, dopo l’assassinio da parte di Seth, venne ricostruita dal dio Iside e risuscitò a nuova vita. Ed anche questo venne riciclato dai cristiani e introdotto nel catalogo dei dogmi, con dovizia di descrizioni di tomba vuota, apparizioni, tutta letteratura che sa di romanzo. A queste affermazioni miti pagani-dogmi cristiani si potrebbe citare una risposta di S. Giustino del 70-140 d.C. che affermava come “i semi di Dio” sarebbero sparsi in tutte le mitologie e religioni antiche quali anticipazioni dei dogmi del Cristianesimo. Ma ammettiamo pure le interpretazioni di Odifreddi e daremmo la stessa risposta come sopra. Fossero datate anche da qualche millennio o decine di millenni lo Spirito dell’universo era già presente in anticipo prima di queste preistorie. Altro asserto del nostro matematico: ”le religioni si fanno guerra fra di loro. L’ unica religione che non si fa la guerra è la scienza. Ogni branchia scientifica contribuisce alla crescita dell’altra e alla comprensione del mondo.” In parte è vero, però Odifreddi non sarà così sprovveduto da non distinguere la o le religioni dalla fede. Le religioni con i loro riti, cerimonie, simulacri, pellegrinaggi, esteriorità, folclore sacro, poco hanno da spartire con la fede che è un’esperienza interiore, rapporto fra il singolo ed un essere superiore. Che poi questa fede sia una proprietà costante di tutta l’umanità o un’illusione si potrà discutere. Che il nostro tempo preferisca aderire ad una religione o superstizione piuttosto che ad una fede è pure comprensibile, data la difficoltà dell’uomo moderno di guardarsi e lasciarsi parlare dentro. Ma concediamo pure che di universale ci sia solo la scienza e non la religione né il cattolicesimo, perché non ammettere che di fatto la scienza è la prima bibbia, cioè il primo libro di lettura sulla Natura, attraverso cui si potrebbe ammettere e richiedere l’esistenza dello Spirito dell’universo che parla attraverso la scienza stessa? Ultimo asserto tolto dal primo versetto del vangelo di Giovanni.” In principio era il Verbo”. Per i cristiani Gesù Cristo. Egli invece lo sostituisce o identifica con la Ragione, con la Matematica. Ma in fondo non sarebbe la stessa realtà con parole diverse? Nell’universo tutto è matematica, tutto è ordine. E questa andrebbe definita la penultima fermata. Capolinea potrebbe essere: chi di tale ordine cosmico sarebbe l’intelligenza se non lo Spirito dell’Universo? Che in fondo tutto, dalla pietra all’uomo, è partecipazione in modo diverso di tale Spirito? Che l’uomo non è un essere materiale in cerca di una spiritualità, ma un essere spirituale in cerca del suoi habitat materiale? Ciò non lo si vuole dichiarare alla fin fine come prova dell’esistenza di Dio (finora chiamato Spirito dell’universo), ma senz’altro come indizio. L’affermazione che solo l’ateo è intelligente e che il cristianesimo è indegno dell’intelligenza dell’uomo, inaccettabile ironia, rivela che in fondo la Logica di Odifreddi mostra il lato debole: forse gli è rimasto un conto aperto dall’infanzia e dall’adolescenza. Le scuole elementari le ha frequentate presso le suore S. Giuseppe di Cuneo, le 3 medie in Seminario, sognava di diventare papa, confessa. Nel 1964 a 14 anni esce dal seminario e si dà allo studio della logica e della matematica. Questo suo libro, citato all’inizio, è il tentativo di saldare un conto aperto con il cattolicesimo e l’educazione cattolico-clericale? Un tentativo come contributo forse si, ma non di più.

Autore:
Albino Michelin
17.06.2015

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