venerdì 17 luglio 2015

C'ERA UNA VOLTA LA DEMOCRAZIA CRISTIANA

Nata bella e di giovani speranza il 18 novembre 1919 per opera di Don Sturzo è morta nell'esecrazione di tutti a ferragosto del 1993. Veramente il suo fondatore, che ben sapeva coniugare diritto degli oppressi con religione, le aveva dato il nome di "Partito Popolare". Ma la chiesa del tempo con Pio XI non gradiva questo appellativo che rivendicava laicità, autonomia dalle sfere ecclesiastiche, e non richiedeva il certificato di battesimo. E così chiamò in aiuto Benito Mussolini, definito poco più tardi l'uomo della Provvidenza, affinché mandasse a quel paese il nostro Don luigi. Il buon siciliano dovette andarsene in esilio e il posto del suo partito fu preso da quello fascista.
Ma terminata la guerra, Pio XII volle richiamare nell'agone politico la DC affinché si sposasse con la Destra Nazionale e facesse fronte al Partito comunista. De Gasperi da quell'orecchio non ci sentì, volle una DC piuttosto centrista, e allora il papa liquidò la faccenda scomunicando i comunisti e mandandoli tutti all'inferno. Siccome i morti si contano alla fine e il giudizio di una persona lo si può dare solo al termine della sua vita, soltanto ora ci è concesso di emettere un certo giudizio sui fasti e nefasti del partito chiamato "Democrazia Cristiana". Si dirà che la DC ha avuto il merito di salvarci dal comunismo, senza il suo scudo crociato sugli avamposti d'Italia questa avrebbe fatto la fine della Polonia e paesi limitrofi. Ora invece ci si accorge che tutto (pur rispondendo, ad una certa verità) è stato più un pretesto in mano ai politici, reggitori, governanti DC, per sfruttare la situazione. Essi oggi vi diranno che la loro buona volontà e la loro onestà sono state vanificate dai partiti fratelli al governo, PS e Company. La verità invece è che hanno approfittato di questi compagni di viaggio per tosare pure essi la pecore per propri interessi. La loro morale è stata: meglio ladri che comunisti.
Il nostro " bimestrale Insieme" non pubblica questo editoriale per inneggiare il peana della vittoria. Indubbiamente esso un pregio e non piccolo l'ha avuto. La sua costante è sempre stata quella che il partito della democrazia cristiana doveva togliersi di addosso la qualifica "cristiana”, tutto qui. Tale qualifica per noi (si consulti il nr. 7 di Insieme del 4 aprile 1985) era solo uno strumento di copertura per ottenere una legittimità da parte della gerarchia cattolica sulle masse. Uno strumento di potere da parte di quella stessa gerarchia per garantisti indubbie risorse finanziarie. Il Vescovo di Caserta, Raffaele Nogaro, dopo la liquidazione DC con le elezioni del 6 giugno 93, data della definitiva sentenza capitale da parte del popolo italiano per un quarantennio turlupinato, scrisse: "La chiesa non avrebbe mai dovuto per nessun motivo appoggiare questo partito, né tantomeno difendere l'unità politica dei cattolici': Ha lamentato poi che in alcuni casi del meridione i parroci sono stati conniventi con la criminalità e con la mafia in cambio di favori. Caro Mons. Nogaro troppo bello cantare ora che malgoverno, corruzione, clientelismo, stato assistenziale, tangentismo ci hanno tutti messi alla carità. Dov'eri allora? Dove eravate voi troppi della gerarchia cattolica? Ora tutti volete salire sul carro dei vincitori. E sempre anni fa nell'editoriale di Insieme (nr. 18 de 30 novembre i985) deploravo l'andazzo dei vari Grilli e Bellossi allora della segreteria regionale DC in Svizzera, che sfruttavano le sedi delle missioni cattoliche italiane per le loro assemblee di partito. Sempre all'ombra del campanile. E sostenevo che le missioni non dovevano identificarsi con nessun partito. Dovevano restare luogo di formazione culturale e religiosa indipendentemente dal partito dei loro fedeli. Caso mai diventare centro d accoglienza per i rifugiati politici e per gli extracomunitari. Per poco non ci ho rimesso il posto e la pagnotta. Chi toccava la DC moriva o doveva morire!
Gli sviluppi sul piano nazionale li conosciamo tutti, fino all'ultimo stato di emergenza. Anche in Svizzera dimezzati i corsi di lingua e cultura italiana per risparmiare 65 mila miliardi onde tappare il buco dei nostri padroni (pardon, ladroni). DC Per merito o per colpa di questa democrazia cristiana sono nate le Leghe. Quella di Bossi ha avuto il pregio di evidenziarne la corruzione. Al di là dei suoi spunti razzisti la Lega del senatore Bossi ha avuto lo stesso ruolo di Ciro il Grande (600-529 a. C), imperatore persiano, un bastone nelle mani di Dio per portare giustizia e rettitudine nell'eletto popolo ebraico.
Al nostro bimestrale della parrocchia cattolica “Insieme" la soddisfazione di aver sempre tenuto una linea coerente che poi si è rivelata profetica. Importante che ad esserlo siamo noi per primi.

Autore:
Albino Michelin
04.09.1993

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