venerdì 3 luglio 2015

STRUMENTALIZZAZIONE: RESTARE IN TRINCEA?

Nel numero di Rinascita del 25 febbraio è apparso uno scambio di opinioni diverse e contrastanti riguardo il primo Congresso dei Missionari italiani all'estero tenutosi a Roma dal 22 al 24 dello stesso mese, sollecitato dal Ministro Tremaglia incaricato del settore. La linea espressa dal direttore di "Rinascita " era di rammarico per la mancata partecipazione ufficiale dei missionari in Svizzera, per non dare adito a strumentalizzazioni politiche. Pur nel rispetto di questa scelta non va sottaciuto che essa pone degli interrogativi. Oggi pur difendendo ciascuno la propria identità sia essa privata o istituzione di chiesa, di cultura, di politica ecc. non va dimenticato che noi viviamo con una società plurale e pluralistica in cui i valori positivi non si trovano solo in una categoria, ma sono trasversali. La decisione "Antitremaglia" (termine improprio ma funzionale nel nostro discorso) nasce da una paura della contaminazione che non favorisce confronto, arricchimento, dibattito. Certo in questo tipo di rapporti vi sono sempre delle posizioni articolate e da articolare nell'analisi. Anzitutto vi potrebbe riaffiorare un'antica vena manichea: cioè il bene sta tutto da una parte, quella nostra, il male tutto dall'altra. Quindi non c'è da perdere tempo, non vi è nulla da imparare, la nostra presenza crea confusione, un mezzo scandalo, viene considerata una giustificazione ed una collaborazione con gli emissari di Satana, del male, della vanità, della massoneria, dell'anticattolicesimo, o quant'altro ci vogliamo mettere. Questa mentalità potrebbe essere una trappola insidiosa.  Anzitutto dovremmo partire dal concetto che il bene non ha etichette, non ha orticelli privati, non è rinchiuso nei nostri paletti, ma può essere diffuso al di là delle nostre strutture, ed anche in persone da noi considerate avversari. A proposito di ciò nei giorni passati fece riflettere l'atteggiamento di Berlusconi nei confronti di Giuliana Sgrena, la giornalista del «Manifesto» sequestrata in Iraq. Si è adoperato con impegno e lealtà per la sua liberazione, pur essendo essa una sua avversaria politica. Avrebbe potuto anche lasciarla cuocere nel suo brodo. Invece ha messo in opera tutti gli strumenti del caso a difesa della sua incolumità. Anche se non si appartiene alla linea politica di Berlusconi, gli si deve dare atto di questo gesto esemplare sul piano umano. Affermando ciò io non strumentalizzo né mi faccio strumentalizzare dal nostro Capo di Governo, non mi svendo, non porto voti alla sua causa, riconosco soltanto il bene compiuto senza pregiudizi di sorta.
                            Strumentalizzazione le trasmissioni Rai sui viaggi papali? 
Oltre al riaffiorare di un certo manicheismo vi si può aggiungere anche la nostalgia delle nostre antiche proprietà. Cioè sappiamo che nel 1400 la stampa è sorta per diffondere la Bibbia, operazione vista con un po' di gelosia dai religiosi preposti alle antiche biblioteche e relativi documenti storici. Quando Morse ha inventato il telegrafo si augurava di far conoscere non soltanto il prezzo della carne di maiale quanto piuttosto di ciò che è stato scritto per mano divina. La prima trasmissione via Radio cominciò con una lettura del Vangelo di Luca. Cioè gestione sacrale, riservata alla chiesa, dei vari strumenti di comunicazione. Oggi non è più così. Primo perché la chiesa non ne ha i mezzi finanziari sufficienti per gestire tutte le basi dell'informazione, secondo perché i destinatari non conferiscono più nessuna importanza alle emittenti cattoliche: le trovavo limitate, moralistiche, precettistiche, monoculturali. La dimostrazione di ciò l'abbiamo anche nella diffusione dei viaggi e dei Pontificali papali. Il Vaticano e la chiesa italiana possiedono pure una propria Tv «Sat 2000» eppure le loro sacre manifestazioni vanno a divulgarle attraverso canali della laicità, Rai e Mediaset senza distinzione delle lobby e dei potentati d'interesse che dietro ci stanno. Anche qui allora si potrebbe obiettare alla strumentalizzazione, alla collaborazione con le categorie mondane. Invece la risposta che ci viene data è presa da Gesu’: «Predicate sui tetti». Oggi diremmo «predicate da tutte le paraboliche».  Il discorso però andrebbe ampliato coerentemente a tutte le altre situazioni. La domenica scorsa 13 marzo è stata diffuso via Rai Uno la messa celebrata nella Missione Cattolica di Winterthur. Gli organizzatori non si sono posti il problema se usare questo canale significasse collaborare con aziende di colore bianco, rosso o tricolore. Vi diranno che essi erano interessati a trasmettere il messaggio. E siamo tutti d'accordo. Ma qui ti voglio: solo quando ci stanno di mezzo i nostri interessi privati, per quanto religiosi, culturali, formativi? È perché non ampliare il discorso a casi e situazioni più quotidiane, verso altri missioni, altri missionari, altri interventi? O esistono collaborazioni, strumentalizzazioni, e relativi pericoli con due pesi e due misure?  Oggi la stampa, radio, Tv, assemblee, congressi ecc. sono forme di comunicazione: non ha importanza lo strumento, ma la realtà comunicata. Come dire: non ha importanza la qualità del trasporto merci, se su rotaia o su strada, ha importanza che la merce arrivi a destinazione, cioè che il mio pensiero venga espresso e udito.  E per riallacciarsi al punto di partenza „Convegno Tremaglia-Missionari italiani che operano nel mondo" se avessi avuto tempo ci sarei andato, avrei fatto il mio libero intervento se necessario, forse evidenziando il mio dissenso se opportuno. Se gli organizzatori poi mi avessero considerato un disturbo avrebbero dato ordine ai loro buttafuori di accompagnarmi all'esterno. Ma se non si partecipa, nemmeno si può evidenziare le eventuali strumentalizzazioni. Convinti oggi che anche le opinioni delle minoranze possono trovare diritto di cittadinanza.  
                                        Strumentalizzazione scrivere su Rinascita?  
Venerdì 11 marzo questo settimanale riportava una pagina intera di interventi-intervista fra il direttore Pasquale Sacino e il missionario di Winterthur Don Ferrara. Debbo dire che grande e piena fu la mia gioia. Anche in riferimento ad un articolo di P. Tassello, la settimana precedente su Tremaglia, e ad altri articoli di altri missionari interessati a pubblicizzare le loro iniziative. Gioia grande perché sin d'ora da 7 anni sono stato spesso biasimato per i miei articoli su Rinascita in quanto scriverei su un settimanale "frivolo", e così da ingenuo mi farei strumentalizzare che la mia sarebbe una resa di fronte ad organizzazioni politiche o partitiche di dubbio contenuto e litigiose, che mi presterei a giustificazioni di media laici e privi di contenuto educativo. Sono lieto perché vedo qui una riconciliazione de facto non solo con il sottoscritto che non ha mai gettato la spugna, ma anche una riconciliazione con questo settimanale (come riconciliati dovremmo esserlo con tutte le riviste d'emigrazione). In effetti quando ci interessa ricorriamo senza se e senza ma, senza timori di infezioni, a pubblicare i nostri comunicati su questa carta stampata.   
                                        Strumentalizzazione: pericolo o chance?   
Mesi fa mi è stato chiesto dal direttore di Rinascita Pasquale Sacino, che da oltre venti anni cura e conduce il programma "Lunedì italiano", trasmessa da "Radio Canale 3" di Bienne, di partecipare a delle conversazioni. Da una parte la proposta mi ha allettato, dall'altra bloccato. Nel senso che non credo opportuno coprire tutti gli spazi e far sentire sempre la stessa voce. La mia voce è settimanale, ma con un articolo. Quindi indicato sarebbe che il corpo dei missionari esaminasse democraticamente la proposta. Sottolineo democraticamente passando anche attraverso una sensibilizzazione di base, onde evitare operazioni di vertice come il caso di Agorà; o quella "Antitremaglia".  Magari formare pure una equipe che per turno possa mettere a disposizione dell'emittente persone volenterose, specie di tribuna culturale e pastorale. Nessun pericolo di strumentalizzazione, basta non farsi strumentalizzare. Questa potrebbe essere un'urgenza pastorale di prima necessità oggi. E anche qui plaudo all'iniziativa di lunedì 7 marzo scorso in cui il su citato missionario Don Ferrara accettò un'intervista radiofonica. Ovviamente tenendo conto della varietà di tematiche culturali di ogni tipo, nonché di dibattiti sulla fede. Proprio come avviene il mercoledì sera sulla Rete 1 Ticino in cui Fra Callisto Calderari in modo pacato, rispettoso, conversativo intrattiene gli ascoltatori sul vasto orizzonte dei valori umani e religiosi. Ma per arrivare a questo ci auguriamo di superare le nostre remore e tabù della "strumentalizzazione. 
Buona  Pasqua

Autore:
Albino Michelin
Anno 2005

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