sabato 18 luglio 2015

L'ULTIMO LIBRO DI FERRARA

Direttore del quotidiano “Il Foglio”, giornalista, conduttore televisivo, ideologo di tutte le correnti politiche. Dapprima comunista militante, poi socialista con Craxi, quindi da un ventennio passato a Berlusconi, oggi pure ateo o devoto. Si dichiara cioè tale, senza un dio, però fautore delle posizioni della chiesa cattolica quali esse siano, come quelle sull’aborto, sulla contraccezione, sugli omosessuali, sulla fine vita. L’ultimo libro ”Questo papa mi piace troppo” si iscrive proprio nella sua logica di visibili “contro”. In effetti, pure all’apparenza bonario, in sostanza ce lo presenta come un antipapa. Sostiene che tutta questa simpatia benevola sia un cavallo di Troia che mette in pericolo la solidità e la funzione storica della chiesa. Dunque pure non essendo cattolico si schiera dalla parte dei cattolici tradizionalisti falangisti   e denuncia in papa Francesco populismo e banalizzazione del sacro. Va al mondo non tanto per convertire e portare gli erranti all’ovile di Cristo ma per annunciare a tutti che Dio è misericordia, aprendo così le porte ad ogni tipo di confusione e di licenziosità. La chiesa dovrebbe mantenere la sua funzione indiscussa. Custode di verità eterne, di dogmi indiscutibili e irreformabili, nella contestazione netta allo spirito del mondo. Ferrara un nuovo martello degli eretici. Si rivela opportuna qui un’opinione totalmente diversa espressa da un altro celebre scrittore, ma soprattutto regista dai tanti palmares, Ermanno Olmi nel suo recente libro ”Lettera ad una chiesa che ha dimenticato Gesù”. In esso   il nodo centrale: una chiesa senza Gesù è un partito, un potere, una potenza mondana, con le sue armate, le sue guerre religiose, le sue banche, i suoi interessi. Si rinchiude entro la sua roccaforte dei valori non negoziabili per escludere senza misericordia i trasgressori. Gesù, sostiene Olmi, non è venuto per scomunicare ma per guarire e per rinvitare. Per Gesù la fede non è una conoscenza di formule dottrinali, ma l’amore verso Dio nell’onestà dei comportamenti. L’appartenenza ad una chiesa viene dopo. Ferrara qui dribbla l’affermazione sostenendo che sa di comodo e di relativismo. Ma ciò si può affermare perché si equivoca sulla realtà dell’amore. S. Agostino sosteneva “:ama e fa ciò che vuoi.“ Per riferirci ad esempio concreto: se un partner ama la comparte , può succedere anche un tradimento episodico. Ma non gli viene in mente che si può vivere una via di tradimenti tanto la comparte è misericordiosa, benevola, accomodante. Significa che costui la partner se la gioca, non la ama affatto. Quando Gesù si incontrò con l’adultera e le disse: “vai in pace e non peccare più” non intendeva” continua pure, tanto io ti perdono” ma: se tu hai fede e amore verso Dio forse peccherai di meno. Se ci ricadi, io sono ancora per te misericordia e probabilmente tu mi ripagherai migliorando anche la tua vita. Per questo Paolo ai Galati scriveva: ”non è la legge, ma la fede che ci giustifica”. Intendeva  fede  come  rapporto   di fiducia e di amore personale. Per Olmi non fa tanto problema se la gente si allontana dalla chiesa, soprattutto se questa pretende di essere in tutto autoreferenziale. Fa problema quando la gente in parte a causa della chiesa o per altri motivi si allontana e perde di vista Gesù. Questi sono due mondi antipodi. Come all’antipodo sono le posizioni di Papa Francesco e di Ferrara. Il primo non è tanto preoccupato della istituzione chiesa, per il suo eccessivo carrierismo, paludata ricchezza e vanità, quanto perché la gente volta le spalle al suo riferimento originario, Gesù di Nazareth. Per questo chiede alla gente confronti, opinioni, suggerimenti su tutti gli argomenti che riguardano l’etica di oggi, non tanto per fare un esame come un maestro ai suoi scolari ma per sentire il polso come un medico ai suoi pazienti. Non nutre molta simpatia verso i fondamentalismi, e le verità prive dialogo. Per lui la certezza ad ogni costo, su tutti e su tutto è un rifugio di chi ha paura. Chi pretende di possedere il vero lo strumentalizza come mezzo di difesa, perciò vive ogni discussione e ricerca come aggressione personale. Questa   in sintesi la posizione del giornalista Giuliano Ferrara evidenziata nel suo ultimo libro   con una vena di velata ironia intitolato, ”Questo Papa mi piace troppo”

Autore:
Albino Michelin
02.04.2014                                                                                                        

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