giovedì 9 luglio 2015

PER LA CHIESA ITALIANA NON TUTTI I BAMBINI SONO UGUALI

Da che mondo è mondo non si è mai assistito nel nostro Paese a contestazione di fischi ed epiteti alla vergogna come quella verificatasi venerdì 23 settembre 2005 contro ii Presidente dei Vescovi italiani, Cardinal Ruini. A Siena per ricevere il premio «Libera» il prelato interruppe il suo discorso e dopo 1O minuti per nulla impressionato riprese la lettura con un sorriso fra la compassione e l'ironia verso i maleducati, proprio come chi raramente è stato abituato al dialogo, ma troppo invece a pronunciamenti dogmatici. l nostri parlamentari si sono spaccati in due: da una parte chi si sentì obbligato a scusarsi presso l'eminenza per la ragazzata subita , dall'altra si asserì che chi entra in politica deve accettarne pure le conseguenze . Fuori dubbio che ogni uomo di chiesa è libero di esprimere la sua opinione e di quella dell'istituzione che rappresenta , ma c'è modo, è sempre il tono che fa la musica. In questo senso la caciara di Siena non sarebbe un peccato di lesa maestà in quanto il rappresentante della nostra cattolicità patria da qualche tempo entra a gamba tesa su tutti gli argomenti, cattolici o laici, non fa differenza.  Quasi fosse il Viceré d'Italia e l'Italia il suo vicereame, chia­ri rigurgiti dello Stato Pontificio. Tirare in ballo il Vangelo allorché Gesù dice: «beati voi quando vi perseguiteranno e derideranno a cagione del mio nome» è pura mistificazione, perché le grida di vergogna non erano indiriz­zate al cardinale in quanto uomo di Dio, ma in quanto uomo politico. 
                                      Contro le coppie di fatto e Prodi sfascia famiglie
L’imbarazzante episodio si ricollega all’intervento di Ruini del 19.9.05 contro le coppie di fatto. Di qui canea e schiamazzo nazionale. Però poca o nulla analisi culturale e religiosa all’interno di questa condanna, poca corresponsabilità di chiesa da parte della stampa cattolica, molta omertà. Tipica della religiosità italiana devota ed ossequente, ma disinformata e responsabilizzata nelle realtà che la concernono. Con plaudente consenso esteriore verso la gerarchia, e silente, profondo dissenso interiore. Cioè ognuno si comporta a piacere, fai da te. La chiesa si è da sempre schierata a favore della vita e sin dal primo momento della concezione. La vita è sacra, l’embrione è figlio di Dio, l’aborto è un crimine. Siamo d’accordo. Però figlio di Dio, vita sacra, soggetto di diritto e di dignità è pure la vita di un ragazzino di cinque, dieci, quindici anni, cioè una volta uscito dal seno materno. Si domanda: figlio di Dio solo se battezzato? Oppure solo se figlio di sagrestani, di coppie sposate in chiesa, di catecumenali, di Comunione e Liberazione, di Movimento dello Spirito, di falangisti di Cristo, di legionari di Maria? E invece i bambini figli di genitori non sposati in chiesa, cioè delle coppie di fatto, dei conviventi, sarebbero figli di un dio minore? Bastardini da lasciare ai margini del consorzio sociale? Che la legge civile proposta da Prodi si occupi anche di costoro per garantire diritti, sicurezza, futuro, successione, eredità, possibilità di reciproca assistenza in caso di ricovero ospedaliero, allo scopo anche di evitare a questi figli il sentimenti di colpa nei confronti dei coetanei causa la situazione  “irregolare” dei genitori, tutto questo è perfettamente nella linea del vangelo. In effetti Gesù disse: ”lasciate che i bambini vengano a me”. Intendeva tutti e non soltanto quelli cattolici. Anzi, si direbbe di più. La Chiesa italiana anziché boicottare questa eventuale legge dovrebbe porsi in prima fila per difenderla, farsene paladina, dato che il 13% dei bambini che circolano per le nostre strade sono figli delle coppie di fatto. E non inquiniamo il problema tirando in ballo le coppie omosessuali, sono tutt’altro capitolo che qui non va preso in considerazione.
Che se poi i soliti intolleranti catenacciari paventano che la porta aperta ai conviventi si finisce alla Zapatero legalizzando le coppie omosessuali si puo’ rispondere che ogni buona medicina puo’ avere anche i suoi effetti collaterali, che tuttavia vanno accettati per salvare l’essenziale. E in questo caso l’essenziale significa il diritto del bambino. Meraviglia assai che i nostri politici, tipo Prodi, Rutelli e Co. se la siano fatta sotto, tentando di chiosare perfino su “Famiglia Cristiana”, anziché invitare il prelato e la sua relativa fetta di episcopato italiano a rispettare la vita, ogni vita e concedere uguali diritti a tutti i bambini. Ma così è l’andazzo: in Italia l’ossequio all’alto clero e la continua citazione del Papa in TV, Porta a porta, Domenica-in in prima testata del TG è d’obbligo perché strumentale a catturare voti elettorali. Al riguardo non mettiamoli proprio tutti nello stesso sacco. Ad esempio Prodi è un testimonial perfetto della versione più tradizionalista della famiglia. Sposato con la moglie Flavia da qualche decennio, due figli, due volte nonno, due nipoti preti. Gli altri invece tutti a favore di Ruini contro i Pacs (patti di solidarietà civile) contro il leader delle sinistre. Berlusconi divorziato dalla prima moglie Carla dall’Oglio, due figlie, risposato con Veronica Lario dopo una convivenza di sei anni, da cui altri due figli. Gabriella Carlucci divorziata da Franco Jannuzzo, risposata con Marco Catelli. Paolo Guzzanti divorziato dalla prima moglie, tre figli, risposato con G.Falcigno da cui una figlia. Ignazio La Russa divorziato da Marika Cantarelli, un figlio, convive con Laura De Cicco, da cui due figli. Altero Matteoli, due figli dalla prima moglie, risposato con Ginevra Riannetti, da cui un figlio. Roberto Castelli divorziato da Sara Galbiati, un figlio, risposato con Sara Fumagalli. Gianfranco Fini, sposato con la divorziata Daniela Di Sotto, da cui una figlia. Gaetano Pecorella, divorziato sta confezionando una miriade di convivenze. Daniela Santanchè convive, un figlio da terzo partner Canio Mazzero. Elisabetta Gardini divorziata da Luca Fazzi, un figlio, convive da dieci anni con il registra Fernando Balestri. P. F. Casini separato dalla moglie R.Lubich, due figlie, convive con A. Caltagirone, da cui una figlia. Il Ministro delle riforme Calderoli, matrimonio a rito celtico con tanto di finto druido a celebrarlo con sussiego sprezzante e paganeggiante. G. Melandri convivente con M. Morelli. Basta così. Tutti costoro sono parlamentari della destra, veri sfasciafamiglie, altro che Prodi. Certo che il fenomeno è bipartisan, quelli della sinistra non sono da meno. Ma ci siamo limitati alla destra cara e sostenuta dal card. Ruini, un idillio per garantirsi voti cattolici e per un sostegno sostanzioso da parte della chiesa. Tutti contro una legislazione sulle coppie di fatto e soprattutto dei bambini di queste. Quando l’ipocrisia anche in certa chiesa si sostituisce al vangelo di Gesù.
                     All’interno della gerarchia cattolica gradito un dissenso costruttivo.
Non della stessa opinione sono fortunatamente tutti i prelati italiani o vaticani. Ad esempio il Cardinal F. Pompedda interviene : «Le unioni di fatto sono un fatto. E dai fatti (gioco di parola) nascono diritti e dove reciproci. Anche se non vanno equiparate ai matrimoni vanno però regolate da un’adeguata legislazione”. Parole di un grande giurista della Curia Vaticana quindi non sulla linea del Card. Ruini che erroneamente tira in ballo persino l'anticosti­tuzionalità di un'eventuale legge in proposito. Citiamo una seconda posizione di alcuni altri della gerarchia, sostenuta da molti credenti del popolo di Dio, cioè: la chiesa italiana è ossessionata da tutto ciò che riguarda il sesso, famiglia, aborto, contraccettivi, rapporti extraconiugali. Da questo sito partono delle vere randellate contro i trasgressivi. Però molto paciosa, la stessa chiesa, allorché si tratta di prendere la parola contro la disonestà negli affa­ri, i megafurbi bancari, le illegalità nelle transazioni, ecc. Lo dimostrano ad esempio dal 1980 il rifiuto di consegnare all'Italia il Cardinal Marcinkus, impegolato fino al collo nel mistero del banco Vaticano-Ambrosiano con un morto sotto i ponti di Londra.  Solo qualche pizzicotto bonario ai vari conduttori di fallimenti tipo Parmalat, così prodigo nel rega­lare videogiochi cattolici alle parrocchie. Sino all'intervento amichevole in favore di Fazio, grande mecenate dell'Opus Dei. Anche questo è un dissenso che però dovrebbe diven­tare più corposo. Ed un terzo se non a favore, certo nel rispetto delle coppie di fatto. E qui siamo in teologia (chi è costei?) la grande sconosciuta dai cattolici italiani. Cioè il matrimonio è l'unico sacramento in cui i ministri (sacerdoti-preti) sono i partner stessi. Per essere marito e moglie è sufficiente che espri­mano la loro reciproca volontà attraverso un patto, da este­riorizzarsi secondo forme da stabilire. Si sa per esempio che la forma del matrimonio in chiesa è sorta solo con il Concilio di Trento (1560) prima si riteneva da tutti valido il contratto stipulato in famiglia, tra i genitori dei partner e gli interessati stessi con un cerimoniale del tutto laico. Gesù non ha mai sposato i suoi seguaci nel tempio sacro, davan­ti al ministro di Dio. Ciò che fa il matrimonio non è né la stola del prete in definitiva né la fascia tricolore o rossocrociata, ma l'amore! 
                    La chiesa italiana si confronti pure con le altre chiese del mondo
Chi vive da sempre in Svizzera con i nostri connazionali si accorge della enorme discrepanza e diversità delle chiese, persino in alcuni aspetti essenziali del Vangelo. Se siamo cattolici (=universali) dovremmo avere il coraggio di con­frontarci di più anche con altre chiese del nostro vicinato. Ad esempio i vescovi della Germania in occasione delle votazioni politiche del 18 settembre 2005 hanno invitato tutti a votare (non all'astensione), in quanto il voto è un'educa­zione al senso civico. Facendo attenzione soprattutto ai problemi umani della disoccupazione e dell'indebitamento. Ma non hanno né polemizzato con Governo tedesco, né dato in mano agi elettori carta e penna per votare secondo le prescrizioni. In Svizzera il 26.9.04 è passato il referendum sulle coppie di fatto. l nostri vescovi non hanno usurpato tutti gli spazi televisivi pubblici, non hanno intimidito le coscienze, hanno solo emanato orientamenti evangelici propositivi. Non sono tornati al medioevo oscurantista in cui papi e vescovi depo­nevano e intronizzavano imperatori secondo il loro arbitrio. Su questi aspetti i nostri emigrati ormai integrati allorché ritor­nano in Italia con la chiesa non si raccapezzano più. Un invito dunque al Cardinal Ruini e alla sua Curia, anziché logorarsi tanto per costruire in Italia un terzo soggetto politico (destra, sini­stra, centro di Ruini); si confronti, lasci parlare anche gli altri fratelli nella fede oltre frontiera. Come scrive Paolo: «con­frontatevi con tutto, ritenete ciò che è buono». Ma questo protagonismo invadente della gerarchia italiana non giova a nessuno. Nuoce alla chiesa dei credenti nonché alla credibilità dei promotori.

Autore:
Albino Michelin
07.10.2005

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