domenica 12 luglio 2015

BERLUSCONI ASSOLTO: FESTA NAZIONALE, ELOGIO ALL'INDECENZA

Il 18 luglio u.s. Silvio Berlusconi   viene assolto per le note vicende legate al processo Ruby. A suo tempo chiesti 7 anni di condanna ed ora assoluzione secca. Da una parte un popolo italiano che organizza caroselli di giubilo ed espone la bandiera nazionale sulle finestre, dall’altra il popolo degli onesti, per quanto esiguo, che fa lui la figura del condannato da questa assoluzione. Stranamente tutto capovolto. La cronaca degli avvenimenti la conoscono tutti, quindi non vale la pena ripetersi. Qui non ci interessa sapere se nella telefonata del 28.5.2010 da parte di Berlusconi al pubblico ufficiale vi sia stata concussione per corruzione o induzione sul caso Ruby, cavilli giuridici, né se la ragazza fosse nipote di Mubarak o figlia di un agricoltore, se fosse minorenne o maggiorenne, se la sua anagrafe fosse nota al protettore benefattore o sconosciuta, se fosse una prostituta o una socia dell’Azione cattolica. Né interessa sapere se si farà ricorso alla cassazione e si passerà ad altri processi pendenti o se Berlusconi tenterà la scalata alla Presidenza della Repubblica. Il fatto è un altro: cioè che un amorale o immorale assolto resta sempre tale, anche se ciò che ha compiuto non costituisce reato dal punto di vista della legge penale. Che un fatto non costituisca reato non diventa automaticamente accettabile sul piano morale. Né il consenso popolare si identifica con il consenso morale. Se no potremmo giustificare la maggior parte delle guerre avvenute, che avvengono o che avverranno. Qui il punto dolens. In Italia, specie con l’era Berlusconi dal 1994, assistiamo ad una difesa viscerale e ad una accettazione strutturale della corruzione, visto che i condannati e gli inquisiti non sono mai stati biasimati, ma dotati di ogni sorta di paracadute politico, con candidature iterate alle elezioni nazionali od europee. Veramente Berlusconi una riforma e molto incisiva l’ha fatta, cioè la cancellazione del nr.54 dalla Costituzione che dice: ”I cittadini con funzioni pubbliche, politiche in primo luogo, hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore”. Non basta sfuggire alle leggi penali, cioè non aver commesso un reato, si richiede soprattutto decoro e dignità. Quando questo dovere non viene rispettato i politici perdono l’onore e con loro perde onore e interesse anche la politica ed il suo significato. Di qui si capisce perché parlare di politica agli italiani, gli si rivolta loro lo stomaco. Le indecenze non reati penali di Berlusconi sono note a tutti, ma vale la pena riassumerle: l’espressione ”Kapò “indirizzata ad un parlamentare tedesco, Obama quell’abbronzato, la Merkel che dopo essersi vista in foto i corni fattegli da Berlusconi   si sentì definire “culattona inchiavabile” (certo in altra sede, pubblica però). Ed ancora: gli italiani che votano comunista sono tutti coglioni. Oppure, meglio andare con le donne che essere gay. Ed ancora la bestemmia contro Dio, e non contro qualche santo, proferita in TV il 30.9.2010 contestualizzata ed edulcorata poi dallo stesso Padre Spirituale di Montecitorio Vescovo Fisichella. Oppure la Minetti che ironizza sul “presidente” dal culo flaccido e le altre amiche di piacere che vanno a mostrare in giro foto telefonino delle alcove private e del bunga. Certo private, finché restano tali, ma pubbliche e lesive al decoro di una nazione quando vengono sciorinate al popolo, in pasto ai media e alle televisioni. Senza entrare nel trito e ritrito discorso delle leggi ad personam, delle evasioni fiscali massicce, della compravendita dei parlamentari, dei processi pendenti che dovrà affrontare. Un uomo che non rispettando la sua privacy ha da sempre violato da se stesso il proprio decoro. Fuori d‘Italia basta uno solo di tutti questi casi, perché un parlamentare senta il dovere di dimettersi senza appellarsi alla macchina del fango. Anche qui non serve citarne una sfilza. Ci basti l’ultimo del mese di maggio, le dimissioni del presidente sudcoreano in relazione ad un naufragio. Egli non era certo responsabile, solo non sufficientemente oculato nelle prevenzioni. E lasciò l’incarico politico. Da noi ogni tanto si è obbligati a scrivere qualche norma per combattere i casi più scandalosi, ma poi si cerca in ogni modo di limitarne l’applicazione, così torna sempre la confusione tra responsabilità penale, responsabilità politica, responsabilità morale, responsabilità religiosa. Sì, anche questa, perché se non riesce a formare cittadini e politici onesti significa che va rettificato il suo baricentro da parte della nostra chiesa italiana. Da noi la giustizia vale finché ci è favorevole. Ogni gruppo di interessi, ogni associazione, ogni corporazione fa quadrato ai sui disonorati, alza la voce, praticamente sterilizza e cancella ogni legge e ogni norma costituzionale. Da qualche parte si sostiene il vantaggio di uscire dall’Europa. Speriamo di no, perché il fatto di essere nell’Europa è l’unica scuola per diventare più onesti ed avere politici di maggior decoro. L’Europa non ci apprezza, troppi sorrisini ironici su Berlusconi perché ci ha fatto perdere credibilità. Esempi sul concreto, ditte del nordest in procinto di fondersi con qualche ditta tedesca debbono stipulare accordo esibendo firma autentica del notaio e poi una seconda firma che legalizzi la precedente. Gli europei purtroppo non si fidano più. C’è da augurarsi che adeguate riforme possano mettere un freno alla corruzione e alla indecenza politica così finalmente saremo in Europa attori credibili.

Autore
Albino Michelin
23.07.2014  

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